Piano Colao per il Paese: Welfare di prossimità, inclusione e Servizio Civile
Nel documento prodotto dalla task force per il rilancio dell’Italia tanti i temi discussi dalle forti implicazioni sociali
Una riforma del welfare che finalmente metta in campo strumenti universalistici e non con un approccio categoriale, la piena attuazione della riforma del terzo settore per sostenere le imprese sociali e lo sviluppo di un’economia sostenibile, Il sostegno e l’inclusione delle persone fragili e vulnerabili, la promozione della parità di genere, la modernizzazione dei sistemi di istruzione e di ricerca (e la loro capacità di inclusione), lo sviluppo di iniziative dedicate a bambini, ragazzi e giovani, l’attivazione di un welfare inclusivo e territoriale di prossimità per produrre coesione sociale e garantire un sostegno più efficace e personalizzato a tutti coloro che si trovano ad affrontare difficoltà straordinarie.
E’ un documento dalle forti implicazioni sociali quello prodotto dal comitato di esperti guidato da Vittorio Colao, che ha consegnato alla Presidenza del Consiglio un testo di 53 pagine, con altre 121 pagine di schede di lavoro frutto di un ulteriore approfondimento su 102 singole proposte tematiche. Fra quali si parla anche, fra le tante cose, di servizi territoriali sociosanitari, di persone con disabilità, di impatto di genere, di aiuti alle donne vittime di violenza, di contrasto alla povertà educativa minorile, di servizio civile e di conciliazione dei tempi di vita e di sostegno alla genitorialità (con un piano nazionale per lo sviluppo di nidi pubblici e privati e l'introduzione di un assegno unico che assorba e includa gli interventi già oggi esistenti).
L’intero lavoro, intitolato “Iniziative per il rilancio – Italia 2020-2022”, per ogni iniziativa proposta presenta un contesto generale e suggerisce azioni specifiche da compiere, specificando il tipo di finanziamento previsto (pubblico, principalmente privato, no funding) e le tempistiche (attuare subito, finalizzare, strutturare). Non fanno parte del documento temi e interventi che riguardano aree già presidiate da altri comitati (ad esempio la scuola), nonché riforme ad alto grado di specializzazione, come quelle della giustizia civile, della fiscalità e del welfare, delle quali tuttavia si sottolinea la grande importanza. Tutto ora in mano al governo, che potrà utilizzarlo come contributo alla definizione delle politiche per il futuro.
Dentro il Piano Colao: la riforma del welfare
Anche se è un tema solo accennato, il piano Colao afferma che “la successione degli interventi effettuati a partire dalla crisi del 2008-2009 e i numerosi nuovi strumenti messi in campo in occasione di questa crisi hanno reso molto complesso, e per certi versi contraddittorio, il sistema degli incentivi/disincentivi al lavoro e alla pensione, nonché degli ammortizzatori sociali. Dice il documento:
“Gli interventi per la protezione di individui, lavoratori e famiglie sono stati in gran parte improntati ad un approccio categoriale e non universalistico, contraddicendo le raccomandazioni degli esperti del settore e delle organizzazioni internazionali”.
Considerate anche le disparità di trattamento riservate ad alcune categorie di lavoratori (es. gig economy) è “tempo di mettere mano al sistema complessivo degli incentivi e degli ammortizzatori sociali, con particolare attenzione all’equità del sistema”.
Il punto di partenza: le debolezze dell’Italia e la crisi come opportunità
L’Italia – scrive il Comitato - ha importanti punti di forza (creatività, dinamismo, imprenditorialità diffusa e orientata all’export, una capacità di attrazione unica al mondo) ma la crisi ha messo in drammatica evidenza cinque fragilità del nostro Paese. Questi cinque punti sono: i tassi di crescita economica e livelli di produttività da anni inferiori a quelli delle altre grandi nazioni europee; un rapporto tra debito pubblico e Pil tra i più alti dell’area OCSE; la scarsa efficienza ed efficacia della macchina amministrativa pubblica; una rilevante economia sommersa (12% del Pil) con una significativa evasione fiscale (oltre 110 miliardi di euro all’anno); un elevato livello di diseguaglianze di genere, sociali e territoriali, un basso tasso di partecipazione femminile al mercato del lavoro ed un numero molto elevato di giovani che non studiano e non lavorano.
Il piano Colao afferma che i cambiamenti indotti dalla crisi Covid-19 offrono “un’opportunità storica per affrontare le fragilità esistenti, rafforzare la resilienza del sistema socioeconomico, e favorirne l’evoluzione verso una maggiore sostenibilità economica, sociale, ambientale e istituzionale. Le risorse rese disponibili dall’Unione Europea sono senza precedenti, ma pur sempre non illimitate né gratuite. Se sapremo sfruttarle al meglio con il coraggio di cambiare, orientandole a progetti chiari e ben articolati, avremo un’occasione unica per trasformare in profondità il nostro Paese”. Obiettivo concreto: “Pianificare e lanciare con celerità azioni concrete che aumentino la velocità e la portata della ripresa economica nel biennio 2021-22, e che pongano le basi per un robusto sviluppo di medio/lungo periodo”.
Tre assi di rafforzamento e sei ambiti di intervento
Nella visione dell’Italia del futuro adottata dal Comitato ci sono tre specifici “assi di rafforzamento” per la trasformazione del Paese: il primo è la digitalizzazione e innovazione di processi, prodotti e servizi, pubblici e privati, e di organizzazione della vita collettiva; il secondo è la rivoluzione verde, per proteggere e migliorare il capitale naturale di cui è ricco il Paese, accrescere la qualità della vita di tutti e generare importanti ricadute economiche positive nel rispetto dei limiti ambientali. Il terzo riguarda parità di genere e inclusione, per consentire alle donne, ai giovani, alle persone con disabilità, a chi appartiene a classi sociali e territori più svantaggiati e a tutte le minoranze di contribuire appieno allo sviluppo della vita economica e sociale, nel rispetto del principio di uguaglianza sancito dall’art. 3 della Costituzione. La parità di genere è fondamentale per la crescita e deve diventare, per la prima volta, una priorità del Paese. Altrettanto cruciale è una drastica riduzione delle disuguaglianze economiche, territoriali e generazionali, che sono cresciute negli ultimi anni e che costituiscono un grave problema, oltre che di equità, anche di freno allo sviluppo economico e sociale del Paese. Il documento elenca quindi sei principali ambiti di intervento: Impresa e lavoro; Infrastrutture e ambiente; Turismo, Arte e Cultura; Pubblica Amministrazione; Istruzione, Ricerca e Competenze; Individui e Famiglie.
Tessuto economico ed edilizia sociale
Fra le misure indirizzate a “modernizzare il tessuto economico e produttivo del Paese, aumentandone il livello di innovazione e la sostenibilità”, il Piano Colao considera anche quelle volte nello specifico a sostenere lo sviluppo di una economia sostenibile. Si propone di sostenere le imprese sociali (comprese le cooperative sociali) attraverso la “piena attuazione della Riforma del Terzo Settore”, in particolare per la parte relativa alle agevolazioni fiscali, attraverso “il sostegno all’accesso e alla diffusione di strumenti di finanza sociale italiani e europei” e con la “facilitazione di processi di aggregazione per tutti gli enti non profit”.
Per la task force la crisi in atto ha messo in ulteriore evidenza “l’inadeguatezza delle infrastrutture sociali, sia abitative che relative ai servizi socio-sanitari, oggi spesso qualitativamente carenti: è dunque necessario che le infrastrutture sociali rientrino nel più ampio piano di rilancio infrastrutturale, anche attraverso modalità di investimento pubblico-privato”. Si citano in particolare due ambiti: l’edilizia abitativa e l’edilizia sociale. Quanto alla prima, si suggerisce di “sostenere un piano di investimenti finalizzato a potenziare un’offerta abitativa economicamente accessibile, socialmente funzionale ed ecosostenibile, attraverso la messa a disposizione di immobili e spazi pubblici inutilizzati da sviluppare con fondi pubblico-privati da offrire sul mercato a prezzi calmierati (ad es. il modello del Comune di Milano). Quanto alla seconda, si consiglia di “investire nell’ammodernamento dell’edilizia sociale, con particolare attenzione alle infrastrutture scolastiche e socio-sanitarie, anche ricorrendo all’emissione di social impact bond come forma di finanziamento misto pubblico-privato (ad es. fondi ex Voluntary Disclosure)”.
Istruzione, Ricerca e Competenze, fattori chiave per lo sviluppo
Rispetto al campo dell’istruzione, ricerca e competenze (definiti “fattori chiave per lo sviluppo”), si consiglia da un lato la modernizzazione dei sistemi di istruzione e di ricerca per adeguarli agli standard europei e internazionali, e dall’altro il miglioramento delle capacità di inclusione dei sistemi di istruzione “al fine di aumentarne l’equità e di contrastare le disuguaglianze di classe, di genere, etniche e territoriali”. In tale ambito il Comitato propone la creazione di un fondo speciale di “diritto alle competenze” per gli studenti universitari (ad esempio, misure di sostegno economico per le famiglie a reddito medio-basso e l’introduzione di un bando unico nazionale con vincolo di erogazione anticipata delle borse), l’introduzione di un programma sperimentale di orientamento per ogni fase dell’istruzione superiore, e il rafforzamento dell’inclusione di studenti con disabilità.
Individui e famiglie
Il Comitato propone quattro macro obiettivi:
- L’attivazione di strumenti per potenziare rapidamente e significativamente il welfare inclusivo e territoriale di prossimità, per garantire un sostegno più efficace e personalizzato a tutti coloro che inevitabilmente si trovano ad affrontare difficoltà straordinarie ma anche per promuovere la coesione sociale
- Il sostegno e l’inclusione delle persone fragili e rese vulnerabili dalle crisi, perché l’Italia di domani sia davvero equa
- La promozione della parità di genere, per ridurre l’inaccettabile ritardo che da decenni frena lo sviluppo del nostro Paese
- Lo sviluppo di iniziative dedicate a bambini, ragazzi e giovani per aiutarli a progettare e realizzare il loro futuro contribuendo a determinare quello del Paese nel suo complesso.
IL WELFARE INCLUSIVO E TERRITORIALE DI PROSSIMITÀ
In questo ambito le proposte del Comitato riguardano la realizzazione dei Presidi Multiservizi presso i Comuni più grandi, con particolare attenzione per azioni volte ad accrescere la coesione sociale nelle periferie urbane, e la diffusione del supporto psicologico alle famiglie e agli individui che sperimentano forte disagio psicosociale a causa dall’epidemia e delle sue conseguenze. Il Comitato raccomanda inoltre di fare leva, a complemento dei servizi pubblici, sul contributo del volontariato e delle organizzazioni di cittadinanza attiva, da rafforzare e incentivare.
LE PERSONE FRAGILI E VULNERABILI
Per quanto riguarda gli interventi a sostegno delle persone fragili e rese vulnerabili dalle crisi, occorre adottare un approccio basato sulla domiciliarità dell’assistenza, per mantenere i legami territoriali e proteggere maggiormente le comunità. Il Comitato raccomanda il rafforzamento dei servizi territoriali per la salute mentale, la costruzione di un’alternativa al ricovero in RSA e RSD tramite progetti terapeutico-riabilitativi individualizzati e di vita indipendente per persone con disabilità, minori, anziani, persone con disagio psichico, e la sistematizzazione delle politiche del lavoro per le persone con disabilità.
LA PARITÀ DI GENERE
Per quanto riguarda la parità di genere, il Comitato ritiene necessario investire con decisione nella valorizzazione delle risorse femminili e propone azioni in quattro diversi ambiti:
- Il contrasto agli stereotipi di genere tramite azioni diversificate sul piano culturale, che agiscano fin dalle scuole primarie, riguardanti la pubblicità, i libri di testo, e l’educazione finanziaria.
- Il sostegno e lo sviluppo della partecipazione delle donne al lavoro, promuovendo la trasparenza sui livelli di impiego e retributivi tipici di uomini e donne, adottando quote di genere che garantiscano la partecipazione a organi apicali e consultivi e integrando la valutazione di impatto di genere (c.d. VIG) nei processi decisionali.
- La conciliazione dei tempi di vita e il sostegno alla genitorialità, lanciando un piano nazionale per lo sviluppo dei nidi pubblici e privati, incentivando gli strumenti di welfare aziendale e lo sviluppo di professionalità dedicate al work-life balance, operando la riforma dei congedi parentali e di paternità, e quella delle detrazioni fiscali per i figli e i bonus verso un assegno unico.
- Il sostegno per le donne vittime di violenza, quale ad esempio l’istituzione del reddito di libertà, l’accompagnamento all’inserimento nel mondo del lavoro e il rafforzamento dei centri anti-violenza, delle case rifugio.
BAMBINI, RAGAZZI E GIOVANI
Per quanto riguarda bambini, ragazzi e giovani, il Comitato propone interventi puntuali a protezione di bambini e adolescenti in condizioni di povertà e/o vittime di violenza, quali l’istituzione di un fondo di contrasto alla povertà alimentare minorile, l’istituzione di una “dote educativa” (connessa ad un piano educativo di sostegno personalizzato) e il potenziamento del Servizio Civile.
Ecco nello specifico le azioni proposte in questi ambiti:
Presidi di welfare di prossimità
Creare presidi di welfare di prossimità (luoghi fisici e virtuali di incontro, orientamento alla fruizione di servizi esistenti, definizione di interventi aggiuntivi, etc.) nelle aree metropolitane e nelle città con più di 50.000 abitanti, rivolti a individui, famiglie e anziani per fronteggiare e curare le fragilità emerse con la crisi o preesistenti ad essa e promuovere il benessere individuale e collettivo.
Supporto psicologico alle famiglie
Fornire supporto psicologico, attraverso “pacchetti” di colloqui, a famiglie e individui direttamente impattati dal Covid-19, allo scopo di prevenire e ridurre sindromi depressive ed i connessi costi sociali e sanitari.
Organizzazioni di cittadinanza attiva
Rafforzare il ruolo delle organizzazioni di cittadinanza attiva per promuovere la tutela dei diritti, la cura dei beni comuni materiali o immateriali, il sostegno a persone in condizioni di difficoltà o di emarginazione.
Progetti terapeutico-riabilitativi individualizzati
Potenziare i progetti terapeutico-riabilitativi individualizzati e di vita indipendente sostenuti da Budget di Salute, quale risposta ai bisogni di cura e di emancipazione delle persone fragili e rese vulnerabili (anziani, minori, persone con disabilità) attraverso investimenti produttivi di salute e di sviluppo locale.
Servizi Territoriali sociosanitari
Recuperare la funzione dei Servizi Territoriali per la Salute Mentale e le Dipendenze Patologiche, di sostegno alla resilienza della popolazione e di inclusione sociale di persone con disagio psichico e dipendenze patologiche, attraverso investimenti mirati sul piano delle risorse umane e della formazione.
Politiche del lavoro per le persone con disabilità
Sistematizzare politiche del lavoro per le persone con disabilità, attraverso la proposta di misure ad hoc e di azioni di inclusione: istituzione di un albo nazionale tutor per il sostegno al lavoro delle persone con disabilità, sistematizzazione degli istituti legislativi già esistenti, istituzione di un report periodico unico sui lavoratori con e senza disabilità, etc.
Stereotipi di genere
Sviluppare e realizzare un programma di azioni diversificate sul piano culturale contro gli stereotipi di genere che agiscano sulla eliminazione degli ostacoli alla piena e libera espressione femminile. Il programma spazia dall’avvicinamento fin da bambine alle materie STEM e all’educazione finanziaria, all’attenzione al linguaggio e alla rappresentazione dei generi nei libri di testo, nei media e nella pubblicità, fino alla presenza di statistiche ufficiali annuali su stereotipi e discriminazioni.
Sostegno e sviluppo dell’occupazione femminile
Sostenere e dare impulso all’occupazione femminile adottando un sistema di misure volto ad aumentare l’ingresso di nuove occupate, soprattutto nel settore dei servizi di cura e sanitari, a limitare le uscite delle donne dal mercato del lavoro per motivi familiari, agendo sui congedi parentali e di paternità e incoraggiando la condivisione del carico di lavoro non retribuito
Promuovere l’empowerment delle donne al lavoro, nelle istituzioni e nella società attraverso incentivi, norme che prevedano quote di genere, programmi, linee guida per riequilibrare la presenza femminile negli organi apicali e consultivi, massimizzare l’inclusione delle competenze e delle prospettive delle donne, e ridurre il divario retributivo di genere.
Valutazione di impatto di genere (VIG)
Adottare la valutazione dell’impatto di genere quale metodologia di progettazione e analisi di ogni iniziativa legislativa, regolamentare e politica. Incoraggiare l’adozione delle linee guida della VIG anche nello sviluppo di ogni policy aziendale da parte delle imprese.
Conciliazione dei tempi di vita e sostegno alla genitorialità
a) Lanciare un piano nazionale per lo sviluppo di nidi pubblici e privati (0-3 anni) per la maggioranza dei bambini, per migliorare la conciliazione dei tempi di vita, sostenere il desiderio di maternità e paternità e diminuire le disuguaglianze tra bambini
b) Razionalizzare il sistema dei trasferimenti monetari alle famiglie in direzione di misure che accompagnino la crescita dei bambini fino alla maggiore età, attraverso l’introduzione di un assegno unico che assorba le detrazioni fiscali per i figli a carico, l’assegno al nucleo familiare, il bonus bebè, l’assegno al terzo figlio
c) Introdurre tra i servizi di welfare erogabili a livello territoriale dalla Pubblica Amministrazione, dalle organizzazioni datoriali e dagli Ordini Professionali, la competenza del Work-Life Balance che mira a promuovere la compatibilità del lavoro con la vita personale e famigliare
d) Agevolare l’ampliamento degli strumenti di welfare aziendale orientati a fornire supporto alla genitorialità, attraverso la detassazione delle relative spese e delle somme erogate dalle aziende.
Interventi per le donne vittime di violenza
Introdurre un contributo di libertà e incentivi all’assunzione per le donne italiane e immigrate che intraprendono percorsi di uscita dalla violenza. Incentivare la collaborazione interistituzionale e con i centri anti-violenza. Raddoppiare le case rifugio e rafforzare i centri anti-violenza pubblici e privati al fine di attuare efficaci misure per affiancare il processo di uscita dalla violenza delle donne italiane e immigrate, come indicato dalla “Convenzione del Consiglio d'Europa sulla prevenzione e la lotta alla violenza contro le donne e la violenza domestica
Fondo di contrasto alla povertà alimentare minorile
Contrastare la povertà alimentare minorile derivante dalla crisi economica attraverso il rafforzamento del servizio di refezione scolastica e aumentando l’offerta gratuita di cibo nelle scuole dell’infanzia, primarie e secondarie, promuovendo il diritto al cibo sano e sostenibile.
Child Guarantee
Finanziare un programma di contrasto alla povertà minorile in tutte le sue forme e all’esclusione sociale (Child Guarantee) con iniziative orientate in modo specifico alla fascia 0-6 anni, in linea con le indicazioni del Parlamento europeo e della Commissione europea.
Dote educativa
Contrastare la povertà educativa, il digital divide e la dispersione scolastica dei minorenni di famiglie beneficiarie del Reddito di Emergenza e/o del Reddito di Cittadinanza, attraverso un piano educativo di sostegno personalizzato (“Dote educativa”) con azioni di presa in carico di minori in condizione di grave disagio economico esclusi, o ai margini, delle reti educative e di welfare.
Servizio Civile
Estendere il Servizio Civile, ampliandone il numero di partecipanti ed orientandolo maggiormente ad attività e servizi per ridurre il digital divide dei bambini e delle famiglie più povere e fornire assistenza alle persone anziane e alle persone con disabilità, quale strumento fondamentale di qualificazione del capitale umano giovanile e azione rigenerativa sul territorio.
(Fonte articolo: Redattore Sociale - fonte foto: Huffpost)