Servizio Civile al Parco dei Murales: l’esperienza della volontaria Monica Mongelli

di Francesca Golino, volontaria presso l'Associazione Culturale Arteteca

Un nuovo capitolo dalla "Cronaca di Servizio Civile" di Francesca Golino, volontaria presso l'Associazione Culturale Arteteca

monica

In questi mesi di Servizio Civile Universale, ho avuto modo di conoscere bene le mie compagne di avventura Sveva Ventre, Imma Egizio e Monica Mongelli, impegnate in questa nuova esperienza di vita per il progetto “Let’s Get It Started” di Arteteca\INWARD Osservatorio Nazionale sulla Creatività Urbana. Ho pensato di dare spazio ad ognuna di loro iniziando a parlarvi di Monica, nata a Bari ma napoletana d’adozione, laureata in Beni Culturali e da sempre innamorata della cultura hip-hop nonché grande appassionata di street art e muralismo.

Cosa ti ha portato ad inviare la sua candidatura al Servizio Civile Universale?
L’ho fatto per la necessità e la voglia di mettere in pratica competenze apprese in anni di formazione, dopo che quest’ultimo periodo di pandemia mi ha impedito di perseguire o intraprendere percorsi come un Erasmus o un tirocinio curriculare in presenza. Ho sentito la necessità di vivere esperienze che potessero introdurmi, nell’effettivo, al mondo del lavoro, perché ho molta voglia di crescere e di maturare.

Come mai ha scelto il progetto di Servizio Civile Universale “Let’s Get It Started”?
Sono rimasta piacevolmente sorpresa dal fatto che proprio a Napoli esistesse una realtà così importante dal punto di vista della ricerca e dello sviluppo della creatività urbana, scoprendo che l’associazione opera nel settore pubblico, privato e no profit. Sono davvero molto contenta di questa opportunità.

Numerosi sono i compiti svolti da Monica, tra cui quello dello studio sulla creatività urbana. Ha dedicato la sua attenzione anche una ricerca del fenomeno della street art e del muralismo a livello europeo, sfruttando la sua buona conoscenza dell’inglese per interfacciarsi con enti stranieri.

Monica è però affascinata dal lato fortemente sociale della creatività urbana, quello che entra in contatto con il pubblico e la comunità, proprio come è avvenuto negli anni al Parco dei Murales nel quartiere di Ponticelli.

Secondo te quale apporto può fornire socialmente un’opera di creatività urbana?
Credo che la creatività urbana sia uno dei mezzi più efficaci per riqualificare un territorio perché regala un nuovo aspetto a zone dismesse del tessuto urbano, perché dona bellezza. Un’opera murale è grande, sia nelle dimensioni sia per l’impatto che ha visivamente sullo spettatore, in particolare, i murali insistono sui palazzi abitati da persone in carne ed ossa e questo, secondo me, contribuisce a sentire l’opera “vicina”, creando senso di orgoglio e di appartenenza. Inoltre, il fenomeno genera turismo e diluisce la concentrazione nelle zone più frequentate ripopolando, al contrario, quelle più malfamate, creando folla, passaggio e conoscenza.

Al momento sono attive visite guidate gratuite che tutte le volontarie conducono al Parco dei Murales. Cosa pensi di questa esperienza?
Condurre i tour al Parco è un’attività per tutte noi molto stimolante. Abbiamo conosciuto persone interessanti con cui sono nati ricchi confronti. Sono rimasti tutti stupiti dalla bellezza delle opere ed ogni volta ci hanno rivolto molte domande che hanno generato splendidi scambi d’opinioni. Gli abitanti del Parco sono felici ed orgogliosi che proprio a casa loro ci sia tanta bellezza. È motivo di orgoglio, specialmente per i più piccoli.

“Ci approcciamo a questo nuovo anno con tanta grinta e voglia di fare, sperando di poter tornare quanto prima all’aggregazione che tanto ci è mancata” conclude Monica.