Servizio Civile, Borrelli (Amesci): "La transizione digitale deve orientare la riorganizzazione dell’intero sistema"
Diffusi i risultati dell’indagine condotta dalla Fondazione Amesci per raccogliere il giudizio dei candidati sull’esperienza del colloquio online.
“Il Servizio Civile non può restare indietro rispetto alle innovazioni che stanno attraversando i modelli organizzativi nella sfera pubblica e in quella privata e del Terzo Settore. Saper valorizzare i cambiamenti che l’emergenza sanitaria ha portato nella vita di tutti e nel servizio civile, significa avere la capacità di trasformare i rischi della crisi in opportunità”.
Così il presidente Enrico Maria Borrelli commenta la pubblicazione dei risultati della seconda indagine condotta dalla Fondazione Amesci per raccogliere il giudizio dei candidati sull’esperienza del colloquio online, esigenza nata dall’emergenza epidemiologica da Covid-19 per le situazioni in cui non vi fossero le condizioni di svolgerli in presenza e che piace ai giovani.
Tra il 29 marzo ed il 22 aprile è stato infatti somministrato via e-mail un questionario anonimo di gradimento, ad un campione rappresentativo di 1.448 giovani, sul totale di 6.505 candidati che hanno partecipato alle selezioni per i 181 progetti SCU di Amesci che si avvieranno a partire dal prossimo 25 maggio su tutto il territorio nazionale ed in 13 Paesi esteri.
Su 1.448 intervistati (888 ragazze e 560 ragazzi), il 98.6% ha espresso un giudizio positivo sull’esperienza del colloquio on-line (il 70,8% l’ha giudicata “molto buona” ed il 27.8% “buona”). Promosse anche le piattaforme web predisposte da Amesci ritenute accessibili dal 96.1% degli intervistati (“molto facile” 70.3% e “facile” 25.8%) e gli strumenti di supporto (Guida online, mail dedicata con risposta rapida, assistenza telefonica) utilizzati dal 58.3% dei candidati.
“Questi dati dimostrano quanto attraverso il web si possa far vivere un’esperienza positiva e assolutamente soddisfacente ai ragazzi che, molto spesso, si trovano ad affrontare una prima prova di colloquio selettivo. Una trasformazione digitale vera deve fare proprio questo: mettere la tecnologia al servizio di una maggiore sostenibilità e semplicità dei processi, e accessibilità degli strumenti” afferma Borrelli.
“La transizione digitale che attraversa trasversalmente gli obiettivi del PNRR ed ha ispirato la prima sperimentazione di Servizio Civile Digitale, deve orientare anche la riorganizzazione del servizio civile, sostenere con convinzione l’utilizzo degli strumenti tecnologici per favorire gli incontri tra i giovani, la selezione dei candidati e la formazione a distanza, semplificare la gestione quotidiana dei progetti e rendere, in questo modo, il servizio civile un terreno non solo di sperimentazione, ma di concreta applicazione dei principi che ispirano la transizione digitale” conclude il presidente della Fondazione Amesci.