Servizio Civile. Scarsa la partecipazione dei volontari alla VIII Assemblea dei delegati
Tra vittorie e sconfitte, i delegati si interrogano sul presente e sul futuro della rappresentanza e del Servizio civile. Intervista a Cristina Peppetti neo Rappresentante nazionale per la macroarea centro, in seguito alle dimissioni di Antonella Fatone (di Gianfranco Mingione)
Si è svolta venerdì 22 e sabato 23 gennaio
Ovvio – sottolienano - che da sola la rappresentanza non può farcela, quello che disillude i giovani delegati è spesso l'assenza delle istituzioni a cui dovrebbero poter far capo per rendere il loro operato efficace sul territorio. La ragione delle numerose assenze sta proprio nel vedere i loro sforzi disattesi, ed è per questo che l'assemblea ha deciso di riformare il sistema di rappresentanza inserendolo nel processo di riforma complessivo”.
Un ulteriore novità è stata la nomina di Cristina Peppetti a Rappresentante nazionale per la macroarea centro, in seguito alle dimissioni di Antonella Fatone, eletta nel giugnoCristina, quali sono le maggiori difficoltà che la rappresentanza e il Servizio civile stanno affrontando in questo momento storico? Sicuramente il problema più grave in questo momento è la diminuzione dei posti finanziati nonostante l’aumento delle domande da parte degli aspiranti volontari. Durante l’ultimo anno ho avuto la possibilità di conoscere molti volontari e constatare come l’esperienza di cittadinanza attiva che hanno fatto abbia cambiato il loro modo di relazionarsi e di vivere il territorio, oltre a permettere loro di formarsi come valide figure professionali. Il Servizio civile è uno strumento per promuovere i valori fondanti della Costituzione e per educare i giovani alla difesa non violenta della Patria. L’impegno preso dal sottosegretario Carlo Giovanardi di reperire ulteriori risorse, mi dà la speranza che l’opportunità di vivere questa fondamentale esperienza venga data di nuovo ad un numero maggiore di ragazzi.
Lo scorso 22 gennaio 2009 il Consiglio dei Ministri ha approvato il disegno di legge delega sulla riforma del Servizio civile nazionale. Qual è il parere della rappresentanza nazionale in merito? L'assemblea ha espresso il suo sostegno in merito al processo di riforma, tuttavia sono state espresse alcune perplessità. In particolare per quanto riguarda l'accentramento regionale, la mobilità interregionale ed i costi che essa comporterebbe a carico di Volontari e/o enti. Sono emersi pareri differenti dal confronto tra i delegati specialmente per quanto riguarda la questione della mobilità. Dal confronto in assemblea sono emerse tre possibili linee da seguire: - Permettere la mobilità ma garantendo un certo equilibrio, così da evitare di assecondare la “fuga” di giovani dal Meridione; Spostare i fondi da dove i posti finanziati restano scoperti e impiegarli dove invece c’è più richiesta; e infine, la proposta con la quale personalmente sono d’accordo e che è anche quella che è stata approvata con la maggioranza dei voti, prevede di privilegiare la mobilità all’interno della regione stessa e solo in seguito aprirla alle altre regioni.
Saresti favorevole ad un'apertura del Servizio civile a ragazzi e ragazze immigrati e detenuti in pena alternativa? A tale proposito ci sono già, a livello regionale, dei progetti ben riusciti e validissimi. Il primo caso credo sia stato proprio quello del Comune di Torino iniziato tre anni fa, che ha permesso ai giovani immigrati di svolgere il Servizio Civile attraverso l’attivazione autofinanziata di opportunità di impegno volontario. Oltretutto è proprio portando questo esempio che Livia Turco, la deputata del Partito Democratico, ha presentato alla Camera una Proposta di Legge che prevede di ampliare il numero dei ragazzi e ragazze immigrati da avviare al Servizio Civile. Ritengo che sia una possibilità importante su tantissimi fronti tra i quali il principale è sicuramente l’integrazione. Tuttavia come abbiamo sentito dichiarare numerose volte, un conto è ragionare a livello regionale, un conto a livello nazionale: bisognerebbe modificare l'interpretazione giuridica che si dà al concetto di difesa della patria. A livello nazionale si parla prettamente di cittadinanza italiana ed un futuro Servizio civile aperto agli immigrati lo vedo difficile. Perlomeno per adesso. Circa i detenuti in pena alternativa aggiungerei che sarebbe una misura che aiuterebbe anche allo sfollamento dei centri di detenzione, che sappiamo che a volte sono in condizioni al limite della tollerabilità, oltre ai discorsi sull’inserimento che trovo quasi scontato fare.Come vedi il Servizio civile fra un anno? Come abbiamo avuto modo di constatare il Servizio civile sta cambiando, a partire dalla definizione stessa dello Status del Volontario. Pertanto penso sia difficile poter fare delle previsioni a lungo termine. Ritengo che l’importante, per ora, sia dare tutto il contributo di cui siamo capaci ed esprimere il nostro parere in maniera costruttiva e compatta. Per il resto posso dire che sicuramente vedrò sempre il Servizio civile come portatore dei bellissimi valori che mi hanno spinta a sceglierlo, anche se la mia esperienza non è stata tra le migliori. La cittadinanza attiva, l’impegno, la difesa non violenta della Patria, la crescita personale, la collaborazione sono tutte cose che ormai è difficile imparare in ambito universitario o lavorativo, ma sono valori che cambiano la vita.