Francesca Porcellato. 11 medaglie vinte come atleta paralimpica
L'ultima medaglia è quella conquistata il 22 marzo scorso quando l'atleta veneta porta l'Italia sul gradino più alto del podio vincendo la gara dello sprint sitting di sci di fondo. Francesca ha capelli rossi, braccia forti grande determinazione e una carrozzella per scendere dalla conchiglia, gareggiare .... e vincere (di Veronica Centamore)
Un camion fa retromarcia e investe una bambina cambiandone completamente il destino. "Mi aveva scambiata per una bambolina" (dirà lei). Dall'età di diciotto mesi Francesca è costretta a vivere su una sedia a rotelle ma tutto questo non l'ha fermata. Anzi la sua voglia di "normalità" l'ha resa diversa ma in una maniera altra rispetto a quanto il termine possa far pensare. L'ha resa speciale perchè Francesca, grazie a questa sua voglia, è diventata una campionessa. "Nel mio paese, a Poggiana di Riese Pio X, vicino a Castelfranco Veneto, i bambini andavano tutti in un campo dietro alle nostre case a correre e io andavo con loro e mi allenavo tutti i giorni, ma non potevo fare gare perché non accettavano atleti in carrozzina. Poi a sedici anni finalmente ho trovato una società che tesserava gli atleti disabili.
Dopo una settimana ho vinto i campionati italiani e dopo un mese i mondiali. Da allora non ho più smesso. Ho fatto quattro olimpiadi in cui ho vinto sette medaglie d'oro una d'argento e quattro di bronzo. Tanti titoli mondiali che non mi ricordo neanche quanti. E poi mi sono specializzata nella maratona. Nella mia vita ne ho disputate circa sessanta e in almeno una quarantina ho tagliato per prima il traguardo". Francesca si allena tutti i giorni percorrendo settanta chilometri. Il suo allenatore è il marito Dino Farinazzo. Il loro amore è nato sulle piste di atletica leggera. Il suo sogno è avere la giusta considerazione come atleta a tutti gli effetti, cosa che in Italia è ancora difficile da raggiungere. Francesca, classe 1970, è felice e serena e ha saputo diffondere la sua gioia anche a tutta la famiglia. «All'inizio - dice la mamma - temevo per il suo futuro, come tutti i genitori che vivono la mia stessa situazione. Mi chiedevo che cosa avrebbe fatto quando noi saremmo diventati anziani. E invece, eccola, contenta e piena di vita».
Francesca, nell’atletica hai vinto praticamente tutto: qual è stata la vittoria più bella? "Che domanda difficile! Io adoro tutti i miei risultati, perché sono tutti frutto di sacrificio ed impegno"
Quando e perché hai deciso di passare allo sci, e nello specifico, al fondo? Avevi bisogno di nuovi stimoli? "No, trovo ancora molti stimoli nell’atletica, continuerò comunque a correre. Ma dopo Atene ho preso tre mesi di pausa e sono andata a sciare; i tecnici della nazionale mi avevano già chiesto di provare, perché secondo loro avevo delle potenzialità. È stata una nuova scoperta: fino ad allora per me la neve era sempre stata un po’ una “nemica”, perché ti limita con la carrozzina. Invece con lo slittino ho visto che potevo avere la mia libertà anche in mezzo alla neve ed è stato bellissimo. Ho scelto il fondo anche perché nello sforzo assomiglia un po’ all’atletica e alla maratona"
Oltre allo sport, quali altri interessi hai? "Io sono una ragazza normalissima; certo lo sport mi impegna parecchie ore al giorno e mi fa viaggiare molto, quindi quando posso cerco di restare a casa e fare le cose normali che si fanno a casa: cucinare, leggere… Mi ritaglio un po’ di tranquillità".
Seul 1988, Barcellona 1992, Atlanta 1996, Sydney 2000, Atene 2004, Torino 2006, Pechino 2008. Passando con disinvoltura dall'atletica allo sci, e viceversa. Tante sono le conquiste di Francesca che elencarle tutte sarebbe davvero un problema ma quella più recente arriva il 22 marzo 2010. Nell'ultima giornata dei Giochi di Vancouver, l'atleta veneta porta l'Italia sul gradino più alto del podio vincendo la gara dello sprint sitting di sci di fondo: "Fantastico, ho lavorato quattro anni per questo traguardo" Francesca Porcellato, capelli rossi, braccia forti e grande determinazione. Francesca: "Fantastico, bellissimo. L'aspettavamo. Abbiamo lavorato quattro anni, ma ce l'abbiamo fatta. Che festa, proprio oggi che è l'anniversario del mio incidente". Con quella di marzo sono 11 le medaglie che ha vinto nella sua carriera di atleta paralimpica. "E' stato un lavoro di gruppo" conferma Dino "Abbiamo lavorato bene. Ma il grande lavoro l'ha fatto tutto Alessandro Gamper, il preparatore atletico, una persona squisita, e dal cuore immenso. Senza di lui non saremmo potuti arrivare fin qui". Mancava l'oro e Francesca l'ha regalato all'Italia paralimpica sorridendo, come le capita spesso di fare. Francesca... a guardarla sembra la Venere di Botticelli scesa per un attimo dalla conchiglia... giusto il tempo di... fare qualche "conquista".