Terzo settore, nel 2019 donazioni economiche in calo. Stabili quelle biologiche
Tutti i dati nel report annuale dell’Istituto Italiano della donazione
Gli italiani sono sempre generosi, soprattutto nell’emergenza, ma non basta: il 2019 ha visto una battuta d’arresto su tutti i fronti del ‘dono’ e la situazione è peggiorata nel 2020 nonostante l’emergenza sanitaria abbia mobilitato molti cittadini a donare.
È quanto emerge dal rapporto “Noi doniamo - Edizione 2020” condotto dall’Istituto italiano della donazione (IID) che ha messo a confronto varie indagini coordinando un pool di realtà e di esperti - Assif, BVA Doxa, Caritas Italiana, Centro Nazionale Sangue, Centro Nazionale Trapianti, EU Consult Italia, Osservatorio di Pavia, Walden Lab - riuniti nell’Osservatorio sul Dono.
“Il focus del rapporto sono gli italiani - spiega il presidente di IID Stefano Tabò - la loro disponibilità economica ad aiutare gli altri, il loro impegno diretto nel volontariato, la loro volontà di donare sangue, organi e tessuti per aiutare chi sta male. Mettendo insieme autorevoli dati riusciamo a dare una panoramica rappresentativa della situazione e a leggere meglio la società in cui opera il terzo settore”.
Italiani meno generosi
Secondo il rapporto, presentato online il 2 ottobre in vista delle celebrazioni per il Giorno del dono in programma il 4 ottobre, sono aumentati gli italiani - dal 51 per cento del 2018 al 55 per cento nel 2019 - che non fanno alcun tipo di donazione economica, nemmeno informale. In diminuzione anche la quota di persone che si impegnano nel volontariato, mentre è stabile o in lieve aumento il numero di coloro che fanno o sono propensi a fare donazioni biologiche (sangue, organi o tessuti).
Anche in base ai dati Istat dell’indagine multiscopo periodica “Aspetti della vita quotidiana” riportati da IID, nel 2019 cala la quota di italiani - 585mila persone - che donano alle associazioni passando dal 14,5 per cento del 2018 al 13,4 del 2019. Stesso trend registrato da Bva Doxa, che quantifica nel 45 per cento il numero di cittadini che hanno complessivamente donato ad associazioni o in modo informale, a fronte del 49 per cento dell’anno precedente. L’unico dato positivo riguarda l’ammontare della donazione media, che secondo WaldenLab, passa dai 70 euro del 2018 ai 77 dell’ultimo anno. Le cause per cui si dona sono soprattutto la ricerca medico-scientifica, al primo posto in tutte le classifiche, e, in forma più limitata ma consistente, il contrasto alle povertà e il sostegno a malati e disabili.
“L’emergenza sanitaria e sociale ha generato una mobilitazione forte, anche in termini di donazioni - spiega Cinzia di Stasio, segretario generale IID, sottolineando tuttavia come questa reazione sia legata esclusivamente alla pandemia ed evidenziando molte incognite nel futuro delle organizzazioni non profit.
Le impressioni trovano conferme anche dall’analisi sulle raccolte fondi. Il rapporto “Noi doniamo” contiene infatti anche l’aggiornamento dell’indagine che l’Istituto svolge da ormai 18 anni sull’andamento delle raccolte fondi nel non profit.
Mentre nel 2019 il 42 per cento del campione degli enti non profit presi in esame, affermava di aver aumentato le raccolte fondi, il 20 per cento segnava entrate stabili e solo il 38 per cento era in calo, il monitoraggio avviato da IID a marzo (ne abbiamo parlato qui) e ad agosto di quest’anno, evidenzia che il 62 per cento delle organizzazioni dichiara di aver diminuito le loro entrate. Il 20 per cento di queste conta una riduzione del 50 per cento dei fondi raccolti fino ad arrivare ad un 7,5 per cento di organizzazioni che denuncia la riduzione del 100 per cento delle entrate.
L’aumento delle donazioni durante l’emergenza sanitaria
Secondo WaldenLab il 28 degli italiani ha donato nei primi 6 mesi del 2020 a fronte del 21% dei mesi precedenti - ha riguardato soprattutto la protezione civile e le strutture sanitarie e questo determina una forte incertezza anche per i prossimi mesi. Secondo IID, oggi più della metà delle organizzazioni non profit (52 per cento) prevede un calo delle entrate per il 2020, il 33 per cento un aumento e il 15 per cento una stabilità, anche perché è venuta meno la possibilità di organizzare eventi ed iniziative di raccolta fondi, che rappresentavano il 13 per cento dell’attività di raccolta fondi.
I dati sul volontariato
Il rapporto IID focalizza l’attenzione anche sull’impegno degli italiani nel volontariato. In base ai dati relativi all’indagine multiscopo svolta periodica dell’Istat “Aspetti della vita quotidiana” (area Associazionismo e pratica religiosa), nel 2019 la percentuale di persone oltre i 14 anni di età che svolgono attività gratuite in associazioni di volontariato scende dal 10,5 del 2018 al 9,8 per cento del 2019, passando da una stima di 5.538.000 a 5.174.000 persone. Aumenta invece il numero di italiani che si impegnano specificatamente in associazioni ecologiche, per i diritti civili o la pace sulla scia del forte coinvolgimento dell'opinione pubblica su questi temi negli ultimi anni: sono stati 866.000 nel 2019, 60.000 in più rispetto al 2018. La maggior parte sono giovani donne tra i 14 e i 24 anni.
Tengono le donazioni biologiche
Sono invece positivi i dati relativi alle donazioni biologiche, altra pratica che IID mette ogni anno sotto la lente. Secondo i dati del Centro Nazionale Sangue, nel 2019 sono stati 1.683.470 gli italiani che hanno donato il sangue almeno una volta (+0,04% rispetto al 2018) e il 92% di loro sono iscritti ad associazioni. Anche sul fronte della donazione degli organi i numeri sono importanti: il Centro Nazionale Trapianti quantifica in 3.813 i trapianti di organi realizzati nel 2019 grazie a 364 donazioni di viventi e 1.379 di deceduti. Complessivamente sono 6.936.583 gli italiani che hanno espresso la volontà di donare gli organi al Sistema Informativo Trapianti (SIT).
(Fonte articolo: Csv Net - fonte foto: Donna Moderna)