Quando si tocca il Fondo

di Enrico Maria Borrelli

di Enrico Maria Borrelli.

enrico_maria_borrelliL’avvento del nuovo Governo tecnico alla guida del Paese non ha offerto, per il momento, motivi di speranza alle migliaia di giovani, di organizzazioni e di enti locali che si stanno battendo per evitare i tagli al Fondo Nazionale per il Servizio Civile e, conseguentemente, il collasso dell’intero sistema.

Nonostante i primi passi del Presidente del Consiglio designato avessero dato un segnale di grande, inattesa, novità nel panorama politico, riconoscendo nelle consultazioni alla rappresentanza dei giovani la dignità di parte sociale, occorre registrare come ad oggi le istanze presentate dal Forum Nazionale dei Giovani siano state disattese.

In concreto, al di là di un ampio, doveroso, appello a preoccuparsi delle sorti delle nuove generazioni, tali istanze sono state sostanzialmente due: mantenere in vita un ministero per i giovani e non tagliare i fondi al Servizio Civile Nazionale.

La prima risposta è stata sopprimere il Ministero della Gioventù. Entrato nella composizione del Governo italiano soltanto nel 2006, con la denominazione di “Ministero per le Politiche Giovanili e le Attività Sportive” (Pogas), nel 2008 prende il nome di “Ministero della Gioventù” ed è affidato ad un Ministro giovanissimo. In questi pochi anni il ministero ha lavorato per porre al centro di tutte le politiche governative la necessità di investire sulle giovani generazioni, testimoniando l’importanza che l’esecutivo si occupasse in maniera precipua dei giovani, del loro futuro, del loro protagonismo nella crescita del Paese. La soppressione del Ministero e l’incertezza che ancora regna attorno al futuro di questa delega non certo è un segnale positivo che questo Governo ha dato ai giovani.

Quanto al Servizio Civile Nazionale, cenerentola del nostro sistema di Difesa, non arrivano notizie rincuoranti. Decurtato in maniera indiscriminata e incomprensibile del 40% di risorse dal Governo uscente, si trova a dover affrontare una situazione a dir poco imbarazzante.

I tagli al Fondo nazionale per il servizio civile, passato da 113 a 68 milioni di euro, non hanno tenuto conto dei 20.123 posti già messi a bando lo scorso settembre. Vale a dire che 68 milioni non basteranno a coprire il contributo mensile per tutti i volontari che partiranno nel 2012. L’Ufficio Nazionale per il Servizio Civile, in evidente difficoltà per questo scivolone governativo, ha disposto con quattro successive comunicazioni la dilazione degli avvii dei volontari fino ad ottobre 2012. I devastanti risultati di questa soluzione di “amministrazione creativa all’italiana” sono almeno due. Il primo: i giovani dovranno iniziare il loro servizio civile un anno dopo aver fatto domanda, con un elevato rischio di abbandoni e la conseguente difficoltà di realizzare i progetti approvati. Il secondo: che impiegando i fondi del 2013 per sostenere i costi del bando 2012 non resteranno risorse per il prossimo bando.

L'appello "Non tagliate il futuro dell'Italia", lanciato da Cnesc, Forum Nazionale Servizio Civile e Rappresentanza nazionale dei volontari alla classe politica era proprio questo: per favore non toccate il Fondo!