Verso un'alleanza per il Servizio Civile Nazionale

di Enrico Maria Borrelli

(di Enrico Maria Borrelli

enrico_maria_borrelliNella XIV° Assemblea nazionale di Arci Servizio Civile, tenutasi oggi a Roma al centro Congressi Cavour, si è discusso di temi vecchi, e cari a questo mondo, e di nuove prospettive per il servizio civile in un momento di grandi difficoltà.

La crisi economica, politica e sociale ha invaso fortemente ogni settore del nostro Paese, ogni politica del Governo nazionale e delle amministrazioni locali, ha messo sicuramente in ginocchio le politiche considerate meno “urgenti”, secondo criteri più immediatamente ragionieristici e meno raffinati sul piano delle teorie sociali ed economiche. In due parole secondo criteri “meno politici”.

 

Appuntamenti come quello di oggi sono importanti per aiutare il mondo del servizio civile a riflettere e a sostenere la necessità che si riparta dalle riforme sociali e dalle riforme culturali, prima ancora che da quelle economiche.

La riforma del Servizio Civile Nazionale, che chiediamo a gran voce da tempo, rientra a mio avviso anzitutto tra le riforme culturali di cui il Paese ha bisogno.

Nella riforma che immaginiamo noi enti, dal Forum per il Servizio Civile alla Cnesc, passando per Amesci ed ASC, c’è un servizio civile allargato che consenta a tutti i giovani italiani di poter servire la Patria, senz’armi. Un servizio civile per tutti.

Questo è per noi un presidio importante, allude ad un servizio civile democratico, che favorisce la diffusione di una cultura della nonviolenza e della legalità praticata, che rifugge l’idea di una selezione elitaria, troppe volte usata per negare ai giovani la possibilità di accedere, di partecipare, di contribuire realmente alla crescita del Paese.

Nella riforma che immaginiamo vi è la centralità dello Stato, vi è un ruolo sussidiario ma fondamentale degli enti, senza i quali il servizio civile lo Stato semplicemente non lo può fare, vi è infine una centralità assoluta dei giovani.

Ma perché la centralità dei giovani non resti un feticcio dei nostri dibattiti è necessario creare le condizioni perché non soltanto i giovani possano partecipare al Servizio Civile Nazionale ma perché possano contribuire a costruire la cornice sociale e culturale entro la quale realizzarlo. E limitarsi a nominarli in Consulta Nazionale non basta.

Per questo motivo molte organizzazioni del nostro mondo hanno intrapreso un dialogo più intenso con i giovani e le rappresentanze dei giovani. Era presente all’assemblea ASC il Forum Nazionale dei Giovani, rappresentato da Giuseppe Failla, a portare la voce di molti più giovani di quelli che hanno svolto o svolgono servizio civile. Credo infatti che così come i giovani debbano appropriarsi del servizio civile, al tempo stesso il servizio civile debba saper entrare in relazione stretta ed attestarsi tra gli interessi dei giovani. Sono inoltre convinto che sia maturo il tempo perché il Forum Nazionale dei Giovani assuma un ruolo più forte all’interno del mondo del servizio civile.

Nella riforma che immaginiamo noi enti c’è più peso alla sostanza, alla qualità intrinseca e all’efficacia dei progetti e non solo alla forma, c’è un sostegno a costruire reti tra gli enti e non sterili ostacoli alla condivisione delle loro risorse e delle loro conoscenze, c’è una formazione dei volontari e una sua valorizzazione nel mondo del lavoro. C’è un Paese che crede e investe nei giovani, a partire da oggi.

Sul tema dell’obbligatorietà o della volontarietà del servizio civile, recentemente tornato al centro del dibattito politico, ritengo una conquista il superamento dell’obbligo vigente all’epoca del servizio di leva e ritengo quindi importante favorire scelte volontarie dei giovani quali manifestazioni di libero protagonismo.

Credo nella “libertà di espressione, di religione e di pensiero”, che ho difeso da obiettore di coscienza e da Portavoce dell’Associazione Obiettori Nonviolenti, e non potrei mai offrire il mio contributo ad una battaglia per un servizio civile obbligatorio che violi proprio queste libertà.

Mettendo da parte le differenze che distinguono le storie personali e quelle delle tante organizzazioni che compongono il mondo del servizio civile è sicuramente da raccogliere l’invito lanciato da Licio Palazzini di costituire un’alleanza per il servizio civile che sappia traghettare questo Istituto fuori dalla crisi e verso una sua più compiuta dimensione europea.