1972-2012: l’obiezione di coscienza compie i suoi primi quarant’anni

di Enrico Maria Borrelli

(di Enrico Maria Borrelli)

enrico_maria_borrelliOggi ricorrono i 40 anni della legge 772 e anche il nostro giornale vuole  rendere omaggio all’impegno che tutti gli obiettori di coscienza hanno profuso per il nostro Paese e per i nostri diritti. Correva l’anno 1972. Era il 15 dicembre. Il Parlamento italiano approvava la legge n. 772 sull’obiezione di coscienza al servizio militare, in cui si riconosceva ai giovani la facoltà di optare per un servizio sostitutivo civile. Tuttavia questo riconoscimento portava con sé il limite di assumere il rango di mero “beneficio”: “Gli obbligati alla leva che dichiarano di essere contrari in ogni circostanza all'uso personale delle armi per imprescindibili motivi di coscienza possono essere ammessi a soddisfare l'obbligo del servizio militare nei modi previsti dalla presente legge”.

 

Per giudicare le coscienze dei giovani italiani, che avanzavano domanda di obiezione, il Ministero della Difesa istituì apposita commissione composta da magistrati, avvocati, professori universitari di discipline morali e persino psicologi.

Gli anni “dell’inquisizione” sono stati ben 26.

Solo nel 1998, un Parlamento più maturo di un Paese più maturo, approvava la legge n. 230 e riconosceva all’esercizio dell’obiezione di coscienza la dignità di un diritto: “I cittadini che, per obbedienza alla coscienza, nell'esercizio del diritto alle libertà di pensiero, coscienza e religione riconosciute dalla Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo e dalla Convenzione internazionale sui diritti civili e politici (…) ”. Grazie a questo atto legislativo l’obiezione di coscienza non sarà più un beneficio concesso, ma un diritto soggettivo dell’uomo ed il servizio civile non verrà più considerato semplicemente come sostitutivo, ma di interesse Nazionale.

Ancora oggi il Servizio Civile Nazionale concorre, con quello militare, a difendere la nostra Patria.