Il Punto di Enrico Tomaselli: L’autunno delle coscienze

di Enrico Tomaselli

Il tasto batte dove il dente duole, lo sappiamo. E quale sia il mio personale dente, è altrettanto noto: si chiama Forum Universale delle Culture. (Enrico Tomaselli)

nero É una di quelle cose su cui non riesco a smettere di dannarmi l’anima, perchè mi è chiarissimo come questa – e non tutta la marea di sciocchezze che sono state calate sulla città, negli ultimi due anni – avrebbe potuto essere una straordinaria occasione di riscatto e di rilancio per Napoli.

Una chiarezza che, invece, non hanno mai avuto né il Sindaco De Magistris, né il Presidente Caldoro, né le loro giunte, che hanno preferito trastullarsi con una serie di eventi spettacolari, costosissimi quanto di grande visibilità mediatica, ma totalmente privi di effetti duraturi. Sia sul piano economico, sia sul piano strutturale.

Il Forum avrebbe potuto – e dovuto – essere ben altro che una vetrina internazionale. Era l’occasione perrivoltare Napoli come un calzino, per avviare un processo di trasformazione sociale e culturale che la rimettesse al centro non di effimeri notiziari tv, ma di un motus culturale internazionale, facendone un polo di riferimento per l’area mediterranea; quell’area che, tutta, si presenta oggi come attraversata dal più ampio – ed a volte tragico – sommovimento socio-politico d’inizio millennio. Dalla Spagna alla Tunisia, dall’Algeria alla Libia all’Egitto, su fino alla Siria, la Turchia e la Grecia. Un’area in pieno fermento, dove – specie lungo la sponda meridionale – stanno germinando profondi cambiamenti sociali, culturali (e dunque geo-politici), mentre l’Italia brilla per il suo rassegnato immobilismo.

Aprendo un dialogo vero con le anime di questo cambiamento, facendo da ponte tra queste e le culture delnord del mondo, così come con quelle dei Paesi che stanno emergendo sullo scenario internazionale (Cina, India, Brasile, Sudafrica…), si sarebbero gettate le basi per fare di Napoli un crocevia culturale internazionale.

Sarebbe stato, questo, un modo per rimettere in movimento l’anima della città, riattivandone le infinite potenzialità. Un modo per fare da volano alla ricchezza artistica e culturale, sicché divenisse anche ricchezza economica.

Ma tutto ciò avrebbe richiesto lungimiranza politica, una capacità di visione, oltre che – ovviamente – competenza e dedizione. Necessitava della capacità di mobilitazione delle intelligenze, non solo attraverso ibandi (ammesso che mai si vedano) o il ricorso ad un confuso e generico volontariato.

Tutte cose di cui le amministrazioni locali sono vergognosamente sprovviste.

Ma, devo dirlo, c’è qualcosa che mi preoccupa e mi intristisce persino più dell’insipienza che alberga dalle parti di Palazzo San Giacomo e Santa Lucia. Ed è l’incapacità di indignarsi di questa città.

Nella fase a cavallo del cambio di amministrazione, c’è stata una stagione in cui una parte significativa di Napoli ha creduto che si stesse aprendo una fase di profondo rinnovamento, e non chiedeva altro che di esserne parte attiva. A questa, ha fatto poi seguito la stagione della delusione, della frustrazione, che però ha prodotto anche qualche abbozzo di mobilitazione.

Ora, mi sembra, si sta aprendo un triste autunno delle coscienze, in cui la rassegnazione sta iniziando a trasformarsi nell’atavica pulsione ad acconciarsi. C’è come una mesta presa d’atto, e davanti all’amara constatazione che nulla cambia, nulla può cambiare scatta il desiderio di ritagliarsi uno spazietto di pseudo-normalità, magari trovando una qualche forma diconvivenza con le deprecate amministrazioni. I piùirriducibili, limitandosi ad un auto-esilio nella turris eburnea del proprio distaccato sprezzo.

Ed è questo il segno più doloroso, perchè così non se ne esce.

Dopo due anni di inutili e vergognose manfrine, segnate dalle continue figuracce prodotte dal pressapochismo delle istituzioni coinvolte, il Forum 2013 si svolgerà (forse!) per metà nel 2014… E, ancora una volta, tutto ciò che traspare dalle oscure stanze dei poteri locali, è all’insegna della spettacolarità mediatica, piuttosto che della costruzione profonda di senso.

L’amministrazione comunale comunica urbi et orbi che sta lavorando per fare intervenire, oltre al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano (cui spetterebbe il dubbio onore del taglio del nastro…), anche Papa Francesco. E perchè non Obama?! Mal che vada, il Sindaco può sempre ripiegare su Al Pacino, hai visto mai che ci ripensi?

Del resto, mi sembra assolutamente coerente con le idee che frullano a San Giacomo, farne una bella parata diall-stars. Sai quante straordinarie photo-opportunities per il Sindaco?

Sulla scena di questa sceneggiata, sembra ora salito entusiasticamente un nuovo attore, il neo-assessore Daniele, che non perde occasione per dire la sua. Così ci informa che “Il Forum delle culture non è più quella nebulosa che era, sospeso nel limbo dello scetticismo generale” (la Repubblica). Ora, a parte il riconoscimentoufficiale che il Forum era un oggetto misterioso, a cui tutti guardavano con scetticismo, davvero pensa che basti dire “non è più” perchè le cose cambino? Davvero crede che sia sufficiente indicare una data d’inizio e di fine (come se non fossero stati annunciati più e più volte), o dare vaghe indicazioni di contenuto (ilcollegamento con la celebrazione delle Quattro Giornate,  l’anniversario della morte di Eduardo De Filippo ed i 150 anni della comunità ebraica)? Tra meno di tre mesi dovrebbe partire un stagione di eventi culturali lunga circa sette mesi (addirittura il doppio del format originale, che prevede 101 giorni), e ancora non c’è uno straccio di programma?

Ma l’assessore ha una vaga idea di cosa significhi un’evento del genere, quali tempi richieda per essere organizzato decentemente, quando e come debba esserne veicolato il programma per farne anche un attrattore turistico? Francamente si direbbe di no. Del resto, è sempre il nostro a dichiarare: “Il Comune ha previsto per il Forum circa 10 milioni di euro, cui si vanno ad aggiungere i 5 della Regione Campania” (Corriere del Mezzogiorno). Il Comune? Forse il suo staff non ha avuto tempo e modo per informarlo, tutti i fondi che verranno utilizzati per il Forum sono europei, e vengono stanziati dalla Regione. Sono 16 in totale, non 15, di cui undici verranno spesi nel comune di Napoli, ed i restanti cinque negli altri siti UNESCO della Campania, dove si svolgeranno alcune delle manifestazioni del Forum...

Come suolsi dire, “se il buongiorno si vede dal mattino...

L’impressione è che l’improvvisazione, la ricerca dell’effetto mediatico, il profluvio di parole a copertura del vuoto di contenuti, siano ancora la cifra caratterizzante gli amministratori campani. E viene il sospetto che questo spalmare il Forum da settembre a maggio sia solo un escamotage per guadagnare tempo. Dice ancora l’assessore, “Sono sicuro che il Forum di Napoli sarà ricordato”. Ecco, su questo non c’è dubbio. É sulla qualitàe la natura del ricordo che, temo, le nostre opinioni divergono.

A settembre, ricorrono 70 anni dall’insurrezione napoletana contro l’occupazione militare tedesca. Settant’anni sono veramente tanti, soprattutto se si è a malapena mantenuto il ricordo di quegli avvenimenti, ma non la memoria del loro significato. Non invoco – né tanto meno mi aspetto – un’insurrezione contro le amministrazioni locali. Ma se questa città non sarà capace di prodursi almeno in uno scatto d’indignazione, i prossimi cambiamenti amministrativi nasceranno da congiure di palazzo, o al più da forze politiche altrettanto incapaci di dialogare con i cittadini, di comprenderne ed interpretarne bisogni e desideri.

E allora vedo nero.