Il punto di Enrico Tomaselli: Unfit

di Enrico Tomaselli

É proprio vero, il clima sta cambiando. E non solo quello del pianeta. (Enrico Tomaselli)

unfit Una volta, d’estate, c’era la villeggiatura;ci si trasferiva al mare (o in montagna) per un mese o due, e le città restavano deserte, come nelle scene iniziali de Il Sorpasso. Poi i tempi si sono via via contratti, e quello dedicato al relax si è ridotto ai minimi termini. Anche la politica, non va più in vacanza. Anzi, sembra prenderci gusto a farcire il mese d’agosto di significative novità. Tanto che quando riprendi a settembre gli usuali ritmi, sembra che l’estate appena trascorsa sia durata molto di più, tali e tanti sono gli accadimenti succedutisi.

E l’agosto napoletano non è stato da meno. Solo per restare alle vicende legate a quelle che mi ostino a definire politiche culturali, se ne è messa di carne al fuoco.

In cima alla lista, ovviamente, il famigerato Forum Universale delle Culture. A seguire, ed anche con qualche link, la querelle (l’ennesima) sul fratello del Sindaco. Sullo sfondo, altre due questioni minori: un piccolo ritorno di fiamma sulla questione ex-asilo Filangieri, ed un’altra polemica per i fondi regionali assegnati alla Fondazione Ravello Festival.

Insomma, fin troppo materiale su cui riflettere e scribacchiare, per un povero blogger!

Mancano 20 giorni (ad oggi) dall’inizio (?) del Forum, e nonostante il SIndaco De Magistris continui a ripetere che va tutto bene è ormai di palmare evidenza che siamo di fronte ad un clamoroso – quanto annunciato – fallimento, la cui responsabilità sicuramente ricade su molti, ma che in cima alla lista vede proprio il Sindaco ed il Presidente Caldoro. Una responsabilità piena e condivisa, anche se il Sindaco svetta per la sua ansia di protagonismo, mentre il Presidente preferisce accucciarsi all’ombra del propriogrigiore.

Sono passati tre anni da quando il centro-destra campano ha vinto le elezioni regionali, scalzando l’ultima giunta Bassolino, e due dalla vittoria arancione a Napoli.

In questi anni, durante i quali le due amministrazioni avrebbero potuto e dovuto lavorare ventre a terra per portare al successo il Forum, si sono invece distinte per il suo opposto. La Regione Campania con i suoi indecenti ritardi e traccheggi, preda del revanscismo tipico della destra italiana e preoccupata soprattutto di cancellare quanto fatto dalle passate amministrazioni, si è ridotta all’ultimo momento per deliberare gli stanziamenti dei fondi europei – determinando così, de facto, non solo l’enorme ritardo del Forum (avrebbe dovuto svolgersi nella primavera 2013, finirà a quella 2014), ma anche, e conseguentemente, l’impossibilità di organizzare in modo pubblico e trasparente la partecipazione degli operatori culturali e delle imprese; oltre ovviamente a creare una situazione di emergenza nella quale troveranno sicuramente giustificazione svariate eccezioni...

Il Comune di Napoli – nella persona del Sindaco, che sin dal primo momento ha voluto assumersene in esclusiva la gestione e la responsabilità – non è stato da meno, inanellando una serie di clamorosi errori egaffes, dalla nomina di Vecchioni alla presidenza della Fondazione, alla decisione di smantellarla – per poi doverla recuperare in corner, essendosi accorto che è lo strumento più adatto per gestire l’evento...

Nel mezzo, una sfilza inenarrabile di errori, di promesse non mantenute, di scelte contraddittorie, di dichiarazioni solenni smentite dopo qualche giorno. In poche parole, una incontrovertibile e prolungata manifestazione di incapacità ed incompetenza.

In questi due/tre anni, non c’è stata alcuna capacità di coinvolgere la città, sviluppando un percorso di avvicinamento al Forum. Non c’è stata alcuna capacità di coinvolgere e valorizzare gli operatori culturali della città. Non c’è stata alcuna capacità di coinvolgere l’impresa privata, locale nazionale ed internazionale. Non c’è stata alcuna capacità di immaginare una qualsivoglia programmazione. Non c’è stata alcuna capacità di pianificare tempestivamente la promozione turistica. Non c’è stata alcuna capacità di dotarsi per tempo di ciò che fondamentalmente occorreva – una direzione artistica, una direzione organizzativa, uno staff competente.

Si è preferito andare avanti a spizzichi e bocconi, nella più totale sciatteria organizzativa, probabilmente confidando nelle salvifiche virtù del vero deus ex machina, ovvero Claudio De Magistris; persona rispettabilissima, e sicuramente bravo manager musicale, ma che alla luce dei fatti ha mostrato la sua inadeguatezza ai compiti riservatigli dal fratello. Di tutti gli errori commessi da questi, infatti, a cominciare dall’infelice nomina di Vecchioni, è chiaramente corresponsabile.

Ormai persino l’irritazione degli spagnoli, seriamente preoccupati per lo sputtanamento del format, tracima sulle pagine dei giornali (cfr il Mattino, 4/9/13, “L’ira degli spagnoli”); del resto, erano stati avvertiti per tempo, di ciò che si stava preparando. Per incredibile che possa sembrare, ancora non è stata firmata la convenzione tra Comune e Fondazione, che permetterebbe a quest’ultima di agire. Dal canto suo, ilcommissario Puca pensa ora di fare un bando pubblico per la direzione artistica! Quasi che questo fosse un ruolo da ausiliario del traffico, messo lì a regolare flussi indipendenti dalla sua volontà...

Dall’ambiziosa idea originaria di Oddati, che immaginò il Forum come grande occasione di rilancio per la città, a quella che ormai tutti definiscono una kermesse (kermesses.f. fr.; in it. s.f. inv. “Festa popolare chiassosa e movimentata”). Uno spettacolo indecente. Una cosa ver-go-gno-sa. Di cui, ripeto, portano l’intera responsabilità Caldoro e De Magistris.

Gli ultimi avvenimenti – ritorno alla Fondazione, nomina / non-nomina di Claudio DM come responsabile organizzativo, annunciata e poi tramontata direzione artistica ad Andres Neumann… – non sono che la conferma del caos più totale in cui, a pochi giorni dall’evento iniziale!, ancora si trascina il Forum. Caldoro arriva al punto di proporre un cambio di nome per l’evento – giusto per rendere più facili i rapporti con laFundaciò di Barcellona...

Lo dico, e qui lo ribadisco, da tempo: l’esperienza amministrativa arancione si è rivelata assolutamente insufficiente ed inadeguata. Non è questione di onestà (per quanto alcune inchieste siano in corso), né di buona fede. Certo, Napoli è una città difficile, ed il momento di grave crisi non fa che acuirne le difficoltà; ma rimane il fatto che quando ci si candida alla guida di una amministrazione pubblica, occorre averne le capacità per farlo. Lo scassatutto De Magistris, invece, alla prova dei fatti si è rivelato assolutamente inadeguato – anche nella scelta degli uomini e delle donne della/e sua/e squadra/e.

Ma, diversamente da quanti se ne compiacciono ed affilano i coltelli in vista di una probabile (ed auspicatamente veloce) debacle, io sono preoccupato che non si scivoli dalla padella alla brace. Come scriveva giorni addietro Carlo Iannello (cfr la Repubblica, 4/9/13), “l’attuale ceto politico (quello che amministra oggi come quello che governava ieri)n è privo sia di una visione strategica per lo sviluppo della città ma anche – bisogna pur dirlo – delle stesse competenze per affrontare le drammatiche e complesse questioni che da decenni attanagliano i cittadini napoletani”.

La questione, dunque, non è tirare il tappeto da sotto i piedi del Sindaco, ma la costruzione di una nuova classe dirigente napoletana. E non è cosa che si fà in un giorno, né tantomeno che si risolve con un po’ più di protagonismo da parte dell’associazionismo civico. Ci vuole tempo, quindi non si aspetti tempo.

Come si dice a Napoli, ramm’ce o’ canz...