La Corte dei Conti Ue su Garanzia Giovani: “Risultati inferiori alle attese”

di Feliciana Farnese

Pubblicata la relazione sull’impatto delle politiche europee sulla disoccupazione giovanile della Corte dei Conti Ue.

corte dei conti

La Corte dei Conti europea ha analizzato l’attuazione del Programma europeo Garanzia Giovani in sette Paesi dell’Unione, tra cui l'Italia, concludendo che nessuno di essi è riuscito ad assicurare un'offerta che rispettasse i tempi e che aiutasse davvero ad inserire i giovani nel mondo del lavoro.

La disoccupazione giovanile non è un fenomeno nuovo e in molti Stati membri dell’UE per molti anni ha raggiunto livelli estremamente alti: nell’UE oltre 4,2 milioni di giovani al di sotto dei 25 anni erano ancora disoccupati alla fine di giugno 2016.

Una delle iniziative più significative dell’UE per affrontare tale problema è stato, nel 2012, una proposta per un sistema di Garanzia Giovani che ha portato all’adozione di una raccomandazione del Consiglio nell’aprile 2013. In tale atto il Consiglio ha raccomandato alla Commissione e agli Stati membri di far sì che tutti i giovani di età inferiore a 25 anni ricevano un'offerta qualitativamente valida di lavoro, proseguimento degli studi, apprendistato o tirocinio entro quattro mesi dall’uscita dal sistema di istruzione formale o dall’inizio della disoccupazione.

In Italia, uno dei problemi che ha ostacolato il successo della Garanzia Giovani è stata – si legge nella relazione - la decisione di creare un nuovo database, al quale i ragazzi interessati devono registrarsi. Così come negli altri Paesi, non è stata fatta una valutazione dei costi necessari e caratteristica del caso italiano, il ritardo nei pagamenti dei tirocini.

La Corte ha riscontrato che, sebbene i sette Stati membri visitati (Irlanda, Spagna, Francia, Croazia, Italia, Portogallo e Slovacchia) abbiano compiuto progressi nell’attuazione della Garanzia Giovani e abbiano ottenuto alcuni risultati, la situazione attuale, ad oltre tre anni dall’adozione della raccomandazione del Consiglio, non rispecchia le aspettative inizialmente create.

Una delle ragioni di questa situazione è l’impossibilità di raggiungere l’intera popolazione NEET con le sole risorse messe a disposizione dal bilancio UE. L’analisi della Corte conclude inoltre che negli stessi Stati membri visitati, ad eccezione di Irlanda e Slovacchia, il contributo dell’Iniziativa a favore dell’occupazione giovanile al conseguimento degli obiettivi della Garanzia Giovani risultava, al momento dell’audit, molto limitato.

Ai fini di future iniziative in materia di occupazione, la Corte ha dunque raccomandato che, gli Stati membri e la Commissione dovrebbero gestire le aspettative fissando obiettivi e valori-obiettivo realistici e raggiungibili; svolgere valutazioni delle carenze e analisi di mercato prima di porre in essere i sistemi previsti; stabilire strategie mirate appropriate per individuare l’intera popolazione NEET al fine di registrarla; tracciare un quadro completo del costo dell’attuazione della Garanzia Giovani per l’intera popolazione NEET e stabilire, in funzione degli stanziamenti disponibili, le priorità delle misure correlate da attuare; far sì che le offerte siano considerate qualitativamente valide solo se corrispondono al profilo del partecipante e alla domanda del mercato del lavoro e se conducono a un’integrazione sostenibile nel mercato del lavoro; migliorare i sistemi di monitoraggio e di reporting degli Stati membri, al fine di fornire regolarmente dati di qualità e facilitare lo sviluppo di politiche giovanili più basate su fatti concreti, in particolare la capacità di monitorare i partecipanti che escono dal sistema della Garanzia Giovani al fine di ridurre, nella misura del possibile, il numero delle uscite con destinazione ignota.