Volontariato: in Toscana 36,9% giovani è pronto a impegnarsi

di Redazione

Ricerca Cesvot, la compatibilità con la vita quotidiana è ardua.

CESVOT MAGAZINE

Il 10,7% dei toscani svolge attività di volontariato in enti del Terzo settore, e c'è un 20,8% della popolazione che si dichiara disponibile a svolgerle (con un 36,9% nella fascia 18-24 anni), ma la percentuale dei volontari potenziali si riduce al 7,1% considerando solo coloro che si dichiarano disponibili 'senza condizioni'. E' quanto emerge da un'indagine pubblicata da Cesvot e condotta da Andrea Salvini del Dipartimento di Scienze Politiche dell'Università di Pisa. L'indagine è stata presentata oggi in un convegno a Firenze.

"L'associazionismo soffre una crisi di diminuzione di volontari, soprattutto giovani", afferma Luigi Paccosi, presidente di Cesvot, secondo cui "questo convegno è l'occasione per confrontarsi sul futuro del volontariato, capire chi sono i potenziali volontari e come intervenire per fare in modo che la loro spinta di cittadinanza attiva e solidarietà non vada dispersa, ma possa mettere in circolo nuove energie per l'intera società".

 Le condizioni principali che scoraggiano dall'impegno nel volontariato riguardano la difficile compatibilità con gli impegni familiari (30,5%) e di lavoro (33,7%). "I nuovi potenziali volontari pensano a un volontariato non esigente - spiega Salvini -, che sia caratterizzato dalla conciliazione con i tempi dell'esistenza quotidiana. Questo è un elemento che può creare difficoltà, soprattutto per le organizzazioni che offrono servizi strutturati, perché la discontinuità dell'azione volontaria può non essere compatibile con la continuità dell'erogazione dei servizi".

Secondo la ricerca presentata oggi, i volontari potenziali chiedono flessibilità sui tempi (30,8%), innovazione nell'organizzazione e nei progetti (19,3%), valorizzazione delle proprie competenze (19,1%), coinvolgimento nelle attività di informazione su attività e iniziative (15,2%). Il 40% della popolazione toscana, se dovesse decidere in futuro di fare volontariato, lo farebbe in un ente di Terzo settore, mentre il 37% lo farebbe in forme non organizzate. Le preferenze relative ai settori di intervento sono: assistenza sociale e protezione civile (21,9%), cultura, sport e attività ricreative (21,9%), sanità (15,8%), ambiente (14,5%), istruzione e ricerca (11%).

"L'appartenenza si realizza senza 'identificazione' - si legge in una nota di sintesi del Cesvot - nei valori dell'associazione. Infine, la gratuità viene riconsiderata alla luce dei costi che i volontari si assumono nello svolgimento delle attività volontarie, costi di cui sempre più spesso si chiede una qualche forma di compensazione (monetaria o meno). Il volontariato in organizzazione diviene così una modalità tra le molte possibili, di realizzazione identitaria e personale. Le statistiche cominciano a raccontare dell'esistenza di un volontariato diverso più confacente alle sensibilità attuali, quello chiamato 'personale' o 'fai da te', e comunque non svolto in organizzazioni e non in Ets".