L'ultima sigaretta. I vizi dei giovani cambiano. Drogati, disonformati e con pregiudizi

di Anna Laudati

In panchina tabacco e droghe leggere, in campo cocaina e simili, espulsi buon senso e informazione (di Claudia Gorgoglione)

 

18871358_w434_h_q80.jpgItalo Svevo: «Oggi, 2 Febbraio 1886, passo dagli studi di legge a quelli di chimica. Ultima sigaretta!!». Era un'ultima sigaretta molto importante. Ricordo tutte le speranze che l'accompagnarono. M'ero arrabbiato col diritto canonico che mi pareva tanto lontano dalla vita e correvo alla scienza ch'è la vita stessa benché ridotta in un matraccio. Quell'ultima sigaretta significava proprio il desiderio di attività (anche manuale) e di sereno pensiero sobrio e sodo. Per sfuggire alla catena delle combinazioni del carbonio cui non credevo ritornai alla legge. Pur troppo! Fu un errore e fu anch'esso registrato da un'ultima sigaretta di cui trovo la data registrata su di un libro. Fu importante anche questa e mi rassegnavo di ritornare a quelle complicazioni del mio, del tuo e del suo coi migliori propositi, sciogliendo finalmente le catene del carbonio. (foto nmedia)

M'ero dimostrato poco idoneo alla chimica anche per la mia deficienza di abilità manuale. Come avrei potuto averla quando continuavo a fumare come un turco?». 

Ieri come oggi Svevo è presente nei nostri ricordi come un uomo che ci ricorda i nostri pensieri mai rivelati; un uomo dal sorriso ironico e gli attacchi di panico costanti, lo immaginiamo così con una sigaretta spenta tra le dita, l'ultima...forse. Uno scorcio generazionale: molti sorrideranno, molti si ritroveranno, ma i più giovani che penseranno? Di Svevo, della sua ironica psicanalisi, della salutista generazione che ha trovato nel mix di tabacco e additivi il massimo della trasgressione ( i più fortunati hanno provato il brivido delle piantine di canapa mimetizzate tra quelle della mamma in veranda). Probabilmente sorrideranno. E sorrideranno perché quella di Svevo era davvero l'ultima sigaretta. Roba da vecchi, se la sigaretta a lungo ha rappresentato uno status -  famose le sigarette di James Dean, Marlon Brando, Humphrey Bogart,   l'elegante Coco e la moderna Fallaci, e quelle musicate di Rèclame dei Baustelle – è per i ragazzi d'oggi un'antenata ormai malconcia di allucinanti vizi e vite da rockstar. La generalizzazione del discorso, s'intende, è figlia della sintesi e della comodità...lungi dal credere che sti ragazzi siano tutti uguali e soprattutto che siano in preda al vizio vuoti di una qualsiasi virtù.

Ma le statistiche tracciano dei profili e i nuovi adolescenti, per dirla brutalmente, pare siano drogati, disinformati e “pregiudicati” (in preda ai pregiudizi, significa!): alla sigaretta preferiscono poco la marijuana, molto anfetamine-allucinogeni-ecstasy-acidi, moltissimo cocaina e popper (è qui escluso qualsiasi riferimento a  musicisti o filosofi con tal nome); molti di loro hanno rapporti non protetti, non credono si possa morire di aids che è associata alla povertà del mondo cosìddetto terzo e pensano che l'omosessualità sia una malattia. Certo l'erba canina è difficile da estirpare, può arrivare fino a 2 metri di profondità e strapparla al suolo quando è ben radicata risulta un'impresa non facile. Le convinzioni e le abitudini vanno cambiate poco a poco, alla radice. Da questi catastrofici dati (risultato della ricerca sui “Giovani maschi e l'amore” all'interno della campagna di informazione e prevenzione “Amico Andrologo” del Ministero della salute) la radice sembra essere uno stile di vita generato forse dal benessere, forse dalla velocità, forse dal poco contatto con la natura e sicuramente dalla poca informazione: dopo anni di educazione civica e sessuale, campagne contro alcool e droga, che fine hanno fatto queste tematiche all'interno della programmazione scolastica? È successo come con Svevo, proprio quando comincia a servirti...ecco che termina l'anno scolastico!