Napoli. Dal Rione Sanità: tenete aperto quel cimitero. I giovani in prima linea
Gli abitanti del quartiere Sanità fanno parlare di sé. Questa volta non per un regolamento di conti in pieno giorno,ma per l’occupazione del Cimitero delle Fontanelle, luogo in cui trovarono sepoltura circa trecentomila morti della peste che flagellò Napoli nel 1656, restaurato dal Comune nell’anno 2002 e quasi sempre chiuso al pubblico. (Ornella Esposito)
Il 23 Maggio scorso, i giovani del Rione Sanità insieme al parroco della Basilica di S. Vincenzo, Don Antonio Loffredo, hanno pacificamente occupato l’antico ossario, rifiutandosi di uscirvi dopo la visita guidata e protraendo la permanenza per tutta la notte fino ad ottenere un incontro con il Sindaco. La loro richiesta era molto semplice: tenere aperto tutti i giorni il cimitero, così da consentire a turisti e non di visitarlo, e venire a vedere da vicino che la Sanità è anche cultura, bellezza e storia, non solo microcriminalità. Soprattutto, ci sono giovani che hanno voglia di una vita diversa e si impegnano per migliorare il loro quartiere.
E così, tra la benevolenza dei morti- le anime pezzentelle- e quella dei vivi in carne ed ossa, i ragazzi della Sanità, organizzati in associazioni, hanno chiesto e ottenuto il permesso di tenere aperto il Cimitero tutti i giorni proponendosi gratuitamente come guide per accompagnare i visitatori alla scoperta del culto dei morti e delle leggende ad esso collegate. Da alcuni anni, infatti, il Rione vive una faticosa rinascita attorno al parroco della Basilica del Monacone che, con il suo carisma, è riuscito a coinvolgere giovani (e meno giovani) nel difficile tentativo di operare una rivoluzione culturale.
Grazie all’impegno di questi ragazzi, da oggi le anime dei morti saranno meno sole ed i vivi potranno ancora chiedere e, magari, ottenere qualche grazia, cosa che mai come in questi tempi sembrerebbe proprio necessaria.