Italia. Adozioni alle coppie gay: Ricomincia la bagarre

di Anna Laudati

Nei paesi in cui sono consentite le adozioni ai gay «è esplosa la compravendita di bambini e bambine». A dichiararlo, ieri dai microfoni della trasmissione KlausCondicio , il Sottosegretario alla Famiglia Carlo Giovanardi che con quest'affermazione ha riacceso i riflettori sul consentire o meno le adozioni alle coppie gay anche in Italia. Guarda il video. (Andrea Pellegrino)

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L’argomento è certamente uno di quelli che fa discutere e che è destinato a suscitare polemiche. Una questione molto discussa che in molte parti del mondo sta vedendo letteralmente scontrarsi diverse visioni della famiglia e, più in generale, della società. Quella di consentire a coppie dello stesso sesso le adozioni sta sviluppandosi in molti stati europei e non.

Il 24 gennaio 2008, la Corte europea dei diritti dell’uomo ha stabilito che anche gli omosessuali hanno diritto ad adottare un bambino. Molti stati europei consentono l’adozione alle coppie composte da persone dello stesso sesso: tra questi, Scozia, Belgio, Francia e Islanda. Restano molti ancora però gli stati in cui la situazione è ancora ambigua. 

In Italia, il tema delle adozioni è regolato dalla legge n.184/83 che prevede che la dichiarazione di disponibilità all’adozione debba essere effettuata da una coppia coniugata da almeno tre anni. Il periodo di convivenza “more uxorio” è considerato alla stessa stregua di quello del matrimonio, fermo restando il fatto che la coppia deve comunque essere coniugata al momento della presentazione della disponibilità. Quindi, salvo rarissimi casi, non è possibile l’adozione da parte di una coppia non sposata e, dal momento che nel nostro paese non è consentito il matrimonio di persone dello stesso sesso, anche l’adozione da parte di coppie omosessuali non è possibile. 

Ciclicamente si torna a discutere della questione e stavolta, a riaccendere l’attenzione del mondo pubblico, sono state alcune dichiarazioni del Sottosegretario alla Famiglia Carlo Giovanardi: «Là dove le adozioni da parte di coppie gay sono consentite, come negli Usa ma anche in Brasile, è esplosa la compravendita di bambini e bambine. È una cosa – continua Giovanardi - che almeno con questo Governo non consentiremo mai e che voglio qui denunciare. È quello che sta avvenendo negli Stati Uniti e in Inghilterra, dove si possono comperare i fattori della produzione. Il fenomeno si può far rientrare all'interno del meccanismo del mercato, ma come a volte accade, in questo caso, non mi sembra ci siano grandi prospettive per la nostra società». 

Per Giovanardi, incalzato da Klaus Davi, «imporre a un bambino adottato due genitori dello stesso sesso significa fare loro violenza psicologica». Il fatto che ci siano alcune famiglie eterosessuali in cui ci sono stati episodi di violenza o di cattiva educazione non vuol dire che la famiglia normale sia fonte di violenza e di maltrattamenti, come afferma Luca Barbareschi. Un bambino ha il diritto di crescere in un contesto dove una figura paterna e materna sono complementari fra di loro e garantiscono al bambino una crescita equilibrata. Togliere questo diritto al bambino è fare una violenza sul bambino stesso. Si crea un diverso dagli altri, lo si candida all'infelicità». 

Dalle opposizioni si sono levate critiche abbastanza forti sulle dichiarazioni del Sottosegretario Giovanardi. Viene dunque da chiedersi come mai sul tema, se pur si sia molto dibattuto anche durante governi di differente colore politico, non si sia mai prodotto adeguati provvedimenti normativi. L’Arcigay affida al proprio presidente la propria risposta alle affermazioni del Sottosegretario. «Giovanardi semina odio.

Le sue dichiarazioni sconsiderate su genitorialità e adozione gay - dice il Presidente nazionale Paolo Patanè - dimostrano che il sottosegretario rappresenta un imbarazzo per le istituzioni, un problema per i cittadini italiani e anche un pericolo per se stesso. Giovanardi imbarazza le istituzioni perché mente spudoratamente cianciando di una presunta compravendita di bambini e bambine in Usa e in Brasile. Queste accuse, prive di qualunque fondamento a Paesi che democraticamente si sono dotati di legislazioni d'avanguardia, non possono essere lasciate cadere con leggerezza».

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