Napoli-Liverpool andata e ritorno. Quando lo sport diventa motivo di violenza, inciviltà e vergogna
Tutto è cominciato la fra il 20 e il 21 ottobre, quando pacifici tifosi inglesi sono arrivati a Napoli per assistere alla partita di coppa pensando di trovare un ambiente caldo ma non tanto da 'bruciarsi'. Queste due partite sono state segnate da una grande comune sconfitta: l'inciviltà. Non ne ha parlato quasi nessuno, ma ne para SCMagazine affinchè si prendano dei seri provvedimenti a favore della competizione sportiva, quella sana, quella vera Francesco Fulcoli)
Per dovere di cronaca riportiamo la lettera scritta da un giovane (G.D.) testimone oculare di quanto è avvenuto: “Stanotte a via Mezzocannone,due inglesi, padre e figlio venuti da Liverpool per assistere alla partita contro il napoli, sono stati aggrediti da un gruppo di ragazzi della tifoseria partenopea, che in massa hanno pestato i due con catene, accoltellandoli entrambe alle gambe e spaccando una bottiglia in testa al ragazzo. Li ho incontrati per strada mentre tornavo a casa, gravemente feriti e con il volto della paura stampato sulla faccia, ci siamo fermati per cercare di aiutarli e il padre ci ha fatto capire che erano appena arrivati e cosa gli era accaduto, continuava a chiedermi perchè noi non fermassimo quella gente, "why? why?" urlava quel ragazzo in lacrime, col volto totalmente ricoperto di sangue.
Il padre ci fa capire a gesti che stentano a tenersi in piedi perchè totalmente ricoperti di coltellate sulle gambe, intanto il ragazzo iniziava a perdere i sensi quando l'ambulanza arriva, ovviamente dopo mezz'ora dalla telefonata. gli vengono prestati i primi soccorsi, il padre chiede solo di badare al figlio, negando i soccorsi e venendoci a ringraziare. Dopo ci abbraccia, e dalla mia bocca non è uscito altro che scusa, stanotte mi sono vergognato, della mia città, dei miei concittadini, di quelle persone che hanno la nomea di tifosi, ma altro non è che un branco di criminali, che non ha niente a che vedere ne con lo sport e quanto meno con il nostro Napoli. Concludo dicendo che ho deciso di raccontare questa cosa su Facebook perchè sono del parere che questa cosa debbano saperla tutti, non so se domattina sui giornali comparirà qualcosa. ma se così non fosse mi impegnerò io stesso a far si che questa cosa si sappia!!!! Voi non siete tifosi! vergogna! Siete solo un branco di vigliacchi criminali che sporca la faccia di questa città, voi siete la feccia!!!!!!!!!!!!!!!”
Questo è solo uno degli episodi che hanno riempito la notte prima della partita a Napoli, ma ce ne sono stati simili per tutta la città. Quello di cui questi pseudo tifosi non hanno tenuto conto però è che non hanno fatto altro che svegliare il cane che dorme. Liverpool, la patria degli hooligans! Liverpool, la città che per anni è stata fuori dal panorama calcistico internazionale perché considerata violenta!
E si arriva alla partita di ritorno.
Liverpool 4 novembre 2010, gli hooligans aspettano con ansia di restituire il favore e così è! Guerriglia urbana anche lì. Gruppi di tifosi aggrediti fra i vicoli della città, scontri violenti, una vera e propria guerra curata nei minimi dettagli. I napoletani non meritano rispetto! Questo pensavano. Già perché esiste un codice d’onore sacro fra gli ultras che se infranto porta solo a violenza e odio.
In tutto questo marasma Andrea, giovane avvocato che con entusiasmo, in compagnia di un gruppo di amici acquista i biglietti della partita e parte alla volta dell’Inghilterra. Atterra a Londra e noleggia un auto per raggiungere il sognato Anfield Road. Ad attenderlo un’amara accoglienza! Lui che di ultrà non ha proprio nulla, anzi! Parte dall’Italia con un biglietti di tribuna proprio perché voleva godersi quell’evento che da tanto mancava dalla piazza partenopea.
Arrivato al tornello la fatidica domanda “Where are you from?” ingenuamente, ci racconta, ha risposto “Italy” . La conseguenza è stata “you do not enter the stadium because you're Italian!” . Incredulo ha tentato di spiegare che voleva entrare, che non era un ultrà, che era una persona perbene, che voleva solo vedere la partita. Ma nulla! Lui con altri tanti tifosi sono stati accerchiati e malmenati sia dagli hooligans che dalla polizia locale a cavallo, scene di panico, violenza gratuita! Nonostante il biglietto di tribuna e le preghiere trattato alla stregua di un delinquente, lo sfogo di Andrea, che sottolinea anche la cattiveria negli occhi dei tifosi locali che non perdevano mai occasione per minacciarli addirittura di morte. Paura e panico! La polizia in malo modo li fa salire sui pullman e via all’aeroporto destinazione Napoli senza nessuna spiegazione plausibile. Anche questa è solo una piccola parte della notte di violenza a Liverpool!
A questo punto le scuole di pensiero sono molte ma le lasciamo a chi a furia di fare demagogia a reso il calcio italiano inguardabile; ma c’è da sottolineare due aspetti che rendono queste due vicende tristi; la prima è che in entrambi i casi a pagarne le conseguenza sono state persone che non avevano niente a che vedere né con la violenza né con quei criminali; la seconda, imbarazzante quanto la prima, è che la stampa e in particolar modo le dirette! parlavano di scontri zero! Pace fra le tifoserie! Deflusso delle auto regolari! La domanda allora sorge spontanea: perché non dare queste notizie? Perché si tenta di coprire questo maledetto tifo violento?
Allora non lamentiamoci se poi le cose non vanno come devono! E si perdono partite in cui in palio c’è la civiltà!