Studenti in rivolta. Londra 2010 - Italia 1968
In Inghilterra, dopo l’annuncio del nuovo piano di finanziamenti all'istruzione superiore che prevede sensibili aumenti della retta universitaria, 50 mila studenti sono scesi in piazza. 35 arresti e 14 feriti anche tra la polizia. E in Italia? Oggi in Italia gli studenti scioperano senza un motivo certo ma solo per il gusto di una scampagnata fra amici e magari con la goliardica voglia di creare caos e disordine. Il risultato? Niente. Il nulla. (Francesco Fulcoli)
Londra ha vissuto una lunga giornata di proteste e tensioni: 50 mila studenti hanno manifestato il loro malcontento a Westminster e lungo il Tamigi, devastando il quartier generale dei Tory a Millbank Tower. Nessuno se lo aspettava, nemmeno la polizia, che prevedeva una marcia pacifica con circa 15 mila partecipanti. Ma in una Gran Bretagna, che finora sembrava aver accettato con rassegnazione il piano di austerity, gli studenti hanno stupito tutti, mettendo a ferro e fuoco i centri del potere. Ma è stato al quartier generale dei conservatori, responsabili dei piani che triplicherebbero in alcuni casi le tasse universitarie, che la situazione è degenerata. In circa 200 hanno fatto irruzione tra i fumogeni, facendo a pezzi la reception e distruggendone addirittura il soffitto, per poi salire in cima al grattacielo, dal quale gruppi di facinorosi hanno lanciato pezzi di cemento e persino un estintore.
Il presidente del sindacato degli studenti Nus, Aaron Porter, si è detto felice dell'esito della manifestazione, cui hanno partecipato anche numerosi docenti, ma ha condannato le violenze. “Si vergognino quelli venuti a causare problemi” ha sottolineato sulla sua pagina di Twitter.
Per ricordare un tale fatto di protesta in Italia bisogna andare indietro di ben 42 anni. Stiamo parlando del 1968. La scintilla iniziale fu determinata da due situazioni di disagio per gli studenti universitari della Università Cattolica di Milano e della facoltà di Architettura di Torino. Nel primo caso l'università decise di raddoppiare le tasse universitarie mentre a Torino venne deciso il trasferimento alla Mandria, una sede periferica molto disagiata. Il 15 novembre 1967 entrambe le università vennero occupate e subito sgombrate dalla Polizia. I leader iniziali erano Mario Capanna e Pero in Cattolica e Bobbio con Viale a Torino.
Dopo tre giorni 30.000 studenti sfilavano per Milano fino all'arcivescovado e la rivolta si allargò a macchia d'olio. L'atteggiamento repressivo della polizia, sempre presente il "famoso" battaglione Padova della Celere, che intervenne sugli studenti come se fossero dei ragazzini viziati, finì con il costituire il propellente per la diffusione della protesta. Nel maggio del '68 tutte le università, esclusa la Bocconi, erano occupate.
Da allora però niente più! Oggi si sciopera solo per prendersi una giornata di vacanza! Oggi si sciopera tanto lo fanno tutti!
Oggi invece di quel ‘68 non c’è rimasto proprio nulla! Il cambiamento sembrava in atto e invece a distanza di 40 anni le cose sono andate solo peggiorando! L’istruzione primaria e secondaria è ormai afflitta da una carenza culturale dovuta alla politica dei posti statali degli anni belli! L’università è un covo di baroni e baronetti che fanno progredire lentamente il sistema invece di farlo correre e respirare a pieni polmoni.
Del ‘68 ormai c’è rimasta una bandiera in mano e il ricordo di quei visi segnati che sapevano rubare una poesia anche in una lacrima. Del ‘68 oggi c’è solo il tempo dell'uomo e la bellezza della donna, ma manca l'essenza di ciò che rappresentava. Fragile nella sue vittorie e fiero nel suo dolore. Del ‘68 oggi c’è solo il ricordo della libertà, dell’orgoglio, del coraggio. Del ‘68 c’è rimasto un immortale ricordo senza colori, bianco nell'anima e nero di un cuore avvelenato. Il ‘68 era una musica lenta che non suona più e un vento dolce che è rimasto a raccontarci di lui.
A Londra gli studenti hanno ascoltato nel fruscio di quel vento e hanno protestato come si deve per cercare di far valere i propri diritti. Forse solo una battaglia, forse solo guerriglia ma almeno ci hanno provato.
Gli italiani, e in particolar modo gli studenti che dovrebbero essere la prossima classe dirigente, invece si sono adagiati nel loro vecchio e conveniente modo di fare. Oggi in Italia si sciopera senza un motivo certo ma solo per il gusto di una scampagnata fra amici e magari con la goliardica voglia di creare caos e disordine.
Dov’è finito il '68? Oggi più che mai sembra essere arrivato il momento di ripeterlo e farsi sentire! I giovani universitari invece di chiudersi in stanze separate a parlare di utopia dovrebbero unirsi e combattere con un sistema che ormai è al collasso! Dovrebbero dare nuova linfa, tutti insieme, ad una scuola che non serve più ad educare, ma solo a parcheggiare giovani in attesa di istruzioni; e nel frattempo si sfocia nell’anarchia degli stessi! Oggi più che mai bisognerebbe dare un segnale chiaro a chi governa, bisognerebbe che i ricercatori facessero quadrato contro un sistema che li umilia! Bisognerebbe andare nelle università e cacciare i vecchi baroni che della muffa hanno fatto il loro unico sapere!
Forse tutto ciò è troppo da ‘'68, ma non si può credere più che gli italiani non facciano nulla, che siano davvero dei bamboccioni ammaestrati!