Il caso Wikileaks. Sito oscurato nella notte ma subito spostato su un nuovo indirizzo

di Marco Di Maro

Dopo aver reso pubblici circa 251.287 documenti riservati il sito dell’organizzazione ha subito attacchi informatici ed è stato bloccato dal provider, ma in poche ore ha riaperto i battenti su un nuovo dominio di matrice svizzera. Intanto il fondatore Julian Assange è ricercato in tutto il mondo. (Marco Di Maro)

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Lo “scoop” reso noto da Wikileaks lunedì 29 novembre, con la pubblicazione della consistente massa di documenti in suo possesso, ha scatenato un vero e proprio putiferio, con reazioni della comunità internazionale da ogni parte. L’organizzazione, che dal 2007 rende pubblici attraverso il proprio spazio web documentazioni riservate ricevute in forma anonima, generalmente riguardanti governi e aziende, ha iniziato all’inizio della settimana la diffusione della più cospicua quantità di informazioni riservate mai rese note al pubblico, sia attraverso il proprio sito, sia mediante la pubblicazione delle stesse sui principali quotidiani internazionali (Guardian, New York Times, Der Spiegel, Le Monde, El Pais).

Si tratta di ben 251.287 documenti riguardanti dialoghi tra le ambasciate americane in tutto il mondo con il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti a Washington.

Quali sono e chi riguardano le clamorose rivelazioni scaturite dalla diffusione di questo materiale? Ce n’è per tutti, Italia compresa: una serie di giudizi delle ambasciate americane sul Presidente del Consiglio Berlusconi, i rapporti con Putin e Gheddafi, i dialoghi riguardanti Sarkozy e Zapatero. L’Iran è il paese più citato, con la questione dei missili in loro possesso per un attacco all’Unione Europea, ma ci sono anche Cina, Afghanistan, Turchia…

Per consultare al meglio le informazioni, oltre al sito Wikileaks e alla lettura dei quotidiani che di volta in volta pubblicano nuovi documenti, sono a disposizione strumenti efficaci come la mappa interattiva realizzata dal Guardian, attraverso la quale è possibile cliccare direttamente sulle singole ambasciate e leggere il relativo flusso di informazioni.

Il sito wikileaks.org è stato in questi giorni oggetto di svariati attacchi informatici, fino alla svolta arrivata nella serata di ieri, quando il provider ha annunciato la sospensione del servizio a causa di una violazione di una clausola contrattuale. E’ subito partita la polemica, con i gestori di Wikileaks che, attraverso la propria pagina Twitter, hanno apertamente accusato gli Stati Uniti della chiusura del dominio. Sono poi corsi immediatamente ai ripari, e circa sei ore dopo il black out, il sito è risultato nuovamente raggiungibile attraverso un dominio svizzero, wikileaks.ch.

Intanto per il fondatore di Wikileaks, Julian Assange, dopo le accuse da parte di una donna di stupro e molestie sessuali, l’Interpol ha spiccato un mandato di cattura internazionale. Da parte sua Assange ha dichiarato tramite il suo legale la sua estraneità alle accuse, sostenendo siano frutto di una campagna denigratoria nei suoi confronti.