Paura, panico e terrore: i demoni dell’omofobia. Intervista a “Johnny Panic” per un’analisi critica della società
“Sarà perché un topo non ci mette molto a capire che il mondo è governato dai piedoni che lo circondano, io, da dove sto seduta, mi sono fatta l’idea che il mondo è governato da una cosa e una sola cosa, il panico. Panico con la faccia di cane, la faccia di diavolo, la faccia di strega, la faccia di puttana, panico senza volto a caratteri cubitali: da svegli o nel sonno, è sempre lui, Johnny Panic” (tratto da: “Johnny Panic e la Bibbia dei sogni” Sylvia Plath). (Alessandra Campanari)
Chi è Johnny Panic?
Il mio nome trova la sua origine dalla mente febbrile e creativa della scrittrice americana Sylvia Plath, ma sono sempre esistito, dall’origine dei tempi, da quando l’uomo si è eretto sulle proprie gambe e ha iniziato a governare il mondo.
Sei un personaggio astratto o reale?
Sono un personaggio astratto in quanto demone delle paure degli uomini, generatore di terrore e sentimenti negativi e razzisti, ma nel momento in cui m’insidio nella mente e nel cuore degli uomini, sono in grado di diventare reale e non più solo proiezione delle più profonde angosce che attanagliano l’animo umano. La mia forza ispiratrice diventa concreta e fa si che i miei adepti, gli esseri umani, inizino a perdere il lume della ragione e ad assumere comportamenti sempre più antisociali, intolleranti, a volte quasi disumani. E la cosa più interessante è che la mia potenza è tale che gli uomini arrivano a odiarsi gli uni con gli altri, sviluppando un’avversione irrazionale, spesso senza una valida ragione, spesso solo per motivi di sesso, di religione, di etnia e d’ideologia. La paura, il panico sono alla base di ogni comportamento omofobo. La paura produce odio e l’odio produce paura come in un circolo vizioso, senza fine, senza speranza di scappatoia, senza via d’uscita.
Come lavora Johnny Panic, quali sono le tue tecniche di persuasione?
Non sono io a lavorare per me stesso, ma sono gli altri a lavorare per me. Ormai gli uomini sono così sopraffatti dalla mia potenza da non essere più in grado di controllarmi. Ormai l’odio e la paura incondizionata dell'"altro da sé" sono così ben insinuati nelle società da prescindere dalla diversità circoscritta; alla fine tutto fa paura perché diverso. Per esempio, il razzismo è sì una forma di estrema ignoranza, ma anche quello nasce dalla paura, anche quello è una mia creazione. Fondamentalmente tutti i comportamenti umani, più o meno razionali, contengono alla base una fonte emozionale e se in questa fonte galleggia il mio nome, allora il lavoro è già in atto. Il mio unico compito è di sprofondare negli incubi peggiori degli uomini e narrare loro il mio motto di battaglia messo per iscritto dalle incisive parole della creatrice che ha dato vita al mio nome: “Non amerai altro che la paura. L’amore della Paura è il principio della sapienza. Non amerai altro che
Hai dei collaboratori o agisci da solo?
I miei collaboratori sono gli stessi uomini, le loro stesse paure e gli strumenti che si sono costruiti per vivere più dignitosamente. Facciamo l’esempio della televisione, uno dei mezzi più inconsciamente persuasivi dell’era moderna. Nelle notizie di cronaca nazionale, se a compiere un delitto è stato un extracomunitario, un omosessuale o tutto ciò che fa paura perché diverso, questo è sottolineato più e più volte, come se lo stesso delitto commesso da una persona locale fosse meno atroce, e questo crea un meccanismo a livello del subconscio che partorisce subito la paura, cioè me, Johnny Panic, e tutti i diversi diventano capri espiatori di un sentimento incontrollabile, e che produce azioni assolutamente non giustificabili a livello razionale.
Quindi non c’è speranza di sfuggire dalla Paura?
Sfuggire dalla paura sarebbe sbagliato tanto quanto sfuggire dall’amore. La paura fa parte dello spettro completo delle emozioni umane come tutte le altre passioni. Non è corretto raggruppare tutto in categorie positive per poi negare tutto il resto.