“Grandi giovani hanno bisogno di grandi opportunità”. Intervista a Guido Rossi di MTV Italia

di Angelo Di Pietro

Parlare dei giovani in maniera costruttiva e positiva oggi non è facile, sono concetti inflazionati, e spesso restano dei concetti. Se ne discute troppo e troppo male. Ecco perché sentire qualcuno – qualcuno over30 – che sa affrontare il problema, con cognizione e con coraggio, sinceramente è spiazzante. Ma tanto positivo! (Angelo Di Pietro)

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Parole profetiche quelle che ha pronunciato Guido Rossi, responsabile relazioni istituzionali e responsabile outdoor events di MTV Italia, nonché esperto di media generazionali. Lo abbiamo incontrato al meeting “Cittadini 2.0”, Napoli lunedì 13, giornata di confronto culturale e scambi di vedute. Parola chiave: “cambiamento”.

Campagna "Cittadini 2.0". Di quale cambiamento stiamo parlando oggi?
“E’ un cambiamento legato all’innovazione, alla tecnologia”.

Quindi niente a che fare con il ’68?
“No! I collanti generazionali sono differenti. Soprattutto qui in Italia. Mentre in altri Paesi i ragazzi sono spinti a costruire il proprio futuro, l’Italia soffre la mancanza di opportunità omogenee per tutti, una disparità tristemente visibile soprattutto tra Nord e Sud”.

Nessun barlume di speranza?
“Certo! Guarda tutte le regioni in cui si investe sul cambiamento, in cui si rinnova la classe dirigenziale”.

Ok, però è qualcosa di calato dall’alto, di istituzionale. In tutto ciò, MTV che c’entra?
“I giovani non pensano solo al rock! Una forte sensazione li pervade, un grande senso di insicurezza e mancanza di prospettive. È da un po’ di tempo che lo abbiamo capito. MTV è un ponte tra loro e le istituzioni: già nel 2008 abbiamo realizzato “Pillole di democrazia”, in cui i nostri Vj commentavano la Costituzione”.

Educazione Civica nell’era multimediale!
“Si, la televisione, ma soprattutto la rete sono strumenti per muoversi meglio nella pubblica amministrazione, per avvicinare tutti i cittadini ai problemi che paralizzano l’Italia, per promuovere una soluzione”.

Già nel 2008 con “Tocca a noi” (74mila firme per far approdare una proposta di legge in Parlamento, ndr) avete tentato di portare i ragazzi nel cuore del processo politico. Il progetto però è soffocato tra i legacci della burocrazia.

Per provare a cambiare le cose che non vanno, bisognerebbe prima attuare un forte cambio generazionale in tutti i luoghi dove questo è possibile. Però non dobbiamo vederla come una sconfitta, ma come la chiave per comprendere e capire le proprie opportunità, i propri punti di forza. È di questo che i giovani hanno bisogno. Di prospettive. E di non sentirsi soli”.

1guido_rossi_cittadini-111Quindi non vi arrendete?
“No, anzi! È appena partita una nuova iniziativa “IO VUOTO/IO VOTO”: vogliamo promuovere la consapevolezza del voto e la sua importanza. Il progetto del 2008 è stato un gran successo in termini di adesioni e con quest’ultima iniziativa vogliamo stimolarli ancor di più ad intervenire attivamente nel cambiamento politico. Ci sono troppe cose che mancano, bisogna quindi spronare i ragazzi a muoversi: per raggiungere l’innovazione bisogna attivarsi”.

Con Amesci è nata un’interessante collaborazione. MTV ha anche mandato in onda lo spot della manifestazione “Cittadini 2.0”.
“C’è sempre grande attenzione verso tutte le realtà che sostengono il mondo giovanile. MTV si presenta come un partner comunicativo di forte impatto, dall’altro lato gli incontri con Amesci e con le altre organizzazioni permettono di uscire fuori dal proprio percorso e comprendere in parallelo i cambiamenti del mondo intorno. È uno scambio in cui l’unico obiettivo è concretizzare un insieme di opportunità”.

Un’ultima cosa. Si parla tanto di proteste, manifestazioni, cortei. Come si può costruire opportunità dove manca la formazione?
“È un difetto di oggi incolpare l’università di preparare poco i ragazzi. D’altronde, non è del tutto falso che l’ambiente accademico sia lontano dal mondo del lavoro. Il percorso formativo è un investimento, quindi è giusto che chi lo intraprenda chieda un guadagno, ma gli studenti non possono rimanere ancorati ad esso, anzi, devono uscire dai binari, capire come è la realtà fuori dagli atenei. Sicuramente nell’Italia di oggi non è un percorso facile”.

Ma allora, se c’è crisi, se non c’è lavoro, se l’università va in malora...quale direzione prendere?
“Beh sai, quando non ti danno quello che ti aspetti, è giusto incazzarsi”.