Italia chiama Egitto. Testimonianze in diretta

di Gianfranco Mingione

"Ciao Tamer, come stai? Qual è la situazione in Egitto? I giovani cosa fanno?" Due telefonate concitate, attese per capire quanto sia alta la tensione nel paese che ha deciso di dire no alla dittatura e si alla democrazia. (Gianfranco Mingione)

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La situazione (leggi l'articolo precedente). La tensione in Egitto è sempre alta. E’ annunciata per domani una marcia nella capitale organizzata dal movimento 6 aprile per chiedere le dimissioni di Mubarak.  Il nostro ministro degli Esteri afferma: “Sostenere ordinata transizione verso democrazia e libere elezioni". Ma è tutta l’Europa a chiedere e a sostenere “un’ordinata transizione” che porti il paese verso libere elezioni. L’Unione Europea chiede all’Egitto di “adottare un approccio step-by-step a partire dalla definizione di un governo a interim per arrivare a un voto democratico” (Fonte repubblica.it).

Il paese con una delle culture più antiche e affascinanti del mondo continua il suo percorso rivoluzionario verso l’agognato cambiamento. Sui siti dei quotidiani si legge della fuga dalle ambasciate e dai consolati: “Secondo i dati forniti dal vice segretario Usa agli Affari consolari Janice Jacobs sarebbero 2400 gli statunitensi che hanno chiesto di lasciare il paese nord-africano su circa 52.000 che vivono in loco. Circa 1000 passeggeri Usa sono stati imbarcati stamane su otto aerei per essere evacuati” (Fonte repubblica.it).

Sempre dall’America, arrivano le parole del portavoce  del dipartimento di Stato, P.J. Crowley: “Il governo egiziano - ha affermato - deve rispondere non solo al popolo ma anche alle sue richieste con passi concreti in avanti, non credo che questo - ha concluso riferendosi ancora al movimento di protesta - si interromperà” (Fonte repubblica.it).

Italia chiama Egitto. Questo lo scenario drammatico e in continua evoluzione che vivono ogni giorno gli egiziani con i quali è difficile mettersi in contatto via telefono e internet. A Bassam, però, è andata bene ed ha potuto parlare, tra venerdì e sabato scorso, con i suoi cugini Tamer e Rana. Bassam è un giovane italo egiziano che vive a Torino. Queste le telefonate, le testimonianze di due giovani, giornalisti per qualche minuto.

Bassam chiama Tamer:

Dopo giorni di tentativi finalmente Tamer, 26 anni, dipendente al porto di Alessandria d'Egitto, risponde a Bassam.

"Halo, salamu aleikum Tamer, chaifa haluta??" Ciao Tamer, come state?

Tamer urlando: "Bassam..Bassam....sei tu?"

"Si Tamer, dimmi...come state, qual è la situazione?"

"Bassam, la situazione è gravissima ti sto parlando ora da Salah Salem Street e c'è un carro armato vicino a me, non so come finirà"

Bassam :"Ma dimmi, tua sorella sta bene, mia zia, lo zio, insomma, abbiamo problemi in famiglia?"

Tamer: "No, tranquillo, hanno solo richiamato nell'esercito nostro cugino Tarek e in allerta Attafy, sevono medici"

Bassam: "Ok..ok...ma non avevate la linea telefonica?"

Tamer: "Bassam, ti devo lasciare, è arrivata gente, stanno sparando lacrimogeni...a dopo a dopo..salam..."

Bassam parla con Rana:

Prendo il telefono e chiamo Rana, mia cugina. "Rana, come stai?"

Rana: "Bassam, stiamo male, non c'è cibo e i negozi sono chiusi e tutti derubati, il paese sembra essere in mano ai delinquenti, ai ladri e agli assassini....Ahmed -suo fratello-è sotto con i suoi amici e le armi prese alla caserma per difendere il quartiere e le donne…"

Bassam: "Ma dimmi, cosa stanno facendo i giovani?"

Rana: "Tutti gli studenti sono per le strade, ragazze e ragazzi per le piazze a chiedere libertà, giustizia e vera democrazia..hanno anche provato ad isolarci dal mondo, ma noi egiziani siamo bravi con i computer…" e scoppia la risata....

Bassam: "Ma adesso, che succede?"

Rana: "Niente, chiederemo le dimissioni dei Mubarak e del suo governo, la gente urla yaskot yaskot Husni Mubarak, cada casa husni mubarak..vogliamo democrazia, i nostri soldi, la nostra ricchezza e il nostro futuro..non vogliamo più questa polizia"

Rana conclude con "mi manchi"

Queste le due chiamate che ho avuto ieri con la mia famiglia o meglio, alcuni giovani della famiglia.

 

Ora non resta che augurarsi di risentire al più presto Tamer e Rana, ai quali va il nostro sentito appoggio e abbraccio.