Il caso Ruby visto dagli occhi dei giovani

di Sara Pulvirenti

“Ruby? Ha fatto proprio bene! Ha capito tutto della vita prima ancora di diventare maggiorenne”. Questa è stata l’esclamazione di Luisa, 33enne fiorentina che da poco tempo si è trasferita a Roma per un lavoro che non ama ma che le ha permesso di togliersi più di uno sfizio. (Sara Pulvirenti)

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Sabato sera. Una serata come tante, cominciata parlando di tutto e niente: uomini da una parte con lo sguardo fisso a guardare il maxi schermo dove veniva proiettato il derby d’Italia, Juventus-Milan e donne dall’altra a parlare di shopping, palestra e amiche. Durante la fine del primo tempo, tra un commento calcistico ed una battuta, i due gruppi si sono ri-uniti proprio intorno all’argomento Ruby. E’ stato Luigi, juventino convinto, a tirare fuori l’argomento, quasi involontariamente rivolgendosi ai tifosi milanisti “ma cosa pretendete di fare…avete un presidente che invece di comprare giocatori giovani e con talento, pensa solo a divertirsi come un ragazzino!”. 

E’ bastato questo accenno per “infuocare” la serata della comitiva della provincia romana, composta di tante individualità diverse: Luisa, venditrice, Luigi, muratore, Mario, neo-ingegnere in cerca di lavoro, Carlo, studente di economia, Cristina, estetista e Sonia, educatrice. E’ stata Sonia che con voce pacata ma ferma, ha portato definitivamente la discussione su un binario lontanissimo dal calcio “Ragazzi, non scherziamo su queste cose: ma voi sapete cosa significa per chi studia una vita e magari lavora con impegno guadagnando due soldi, vedere che basta andare a cena nel posto giusto per avere la vita in discesa?”. 

Dopo un attimo di silenzio, Carlo ha sdrammatizzato “ma dai, che questo tipo di cose sono sempre esistite! In fin dei conti a chi ha fatto male, Ruby? Anzi, per certi versi ha fatto solo del bene! Giusto, ragazzi?”

Il trio maschile a queste parole è scoppiato in una sonora risata, tanto che anche dai tavoli vicini più di una persona si è voltata verso di loro. Anche le ragazze hanno sorriso ma poi sempre Sonia ha aggiunto “vabbè, in teoria c’hai ragione! Ma almeno prima queste cose si aveva il buon gusto di tenerle nascoste…di non sbatterle in faccia a tutti. Così è uno schifo!”

Cristina annueendo ha aggiunto “Senti Carlo, ma tu ce la manderesti tua figlia ad una di queste feste?”. Carlo un po’ spiazzato ha risposto però con fermezza “E che c’entra? Certo che no, ma mica siamo fatti tutti allo stesso modo”. Luigi, gli ha dato subito ragione “bè, io, visti i tempi quasi quasi un pensiero ce lo farei: con un sacrificio di una volta magari mia figlia si sistema per tutta la vita, avendo a disposizione strumenti che io come genitore non riuscirei mai a darle!”. 

Solo a questo punto il silenzioso Mario, fino a quel momento interessato solo alla corsa scudetto del Milan, ha preso la parola “A ragà, ma chi se ne frega! Ma te pare che da mesi devono stacce a rompe ‘i maroni’ co ste storie e del resto non si sa più nulla! Io ho discusso la tesi otto mesi fa ed ancora non ho avuto uno straccio di proposta di lavoro degna di questo nome: dovrei andare a fare il centralinista, buttando anni di studio? E’ uno schifo, tutto questo è uno schifo!” 

Sonia, però non si è data per vinta e ha portato avanti la sua posizione “E’ proprio questa logica quella che sta facendo andare a rotoli l’Italia. Nessuno si scandalizza più di niente, pensando solo al proprio orticello. E’ questa la prima cosa che non va bene. Ruby aveva meno di 18 anni, io a quell’età campavo ancora con la paghetta di mamma e papà e lei, invece, maneggia centinaia di migliaia di euro”. 

E’ a questo punto che Luisa con la sua parlantina da venditrice ha messo a tacere tutti con la sua esclamazione lapidaria, aiutata, ad onore del vero, dall’inizio del secondo tempo della partita. 

Per la cronaca, il Milan ha vinto uno a zero con un goal di Gattuso ed il giorno dopo, un altro ragazzo, giusto un po’ più noto dei nostri sei amici, Roberto Saviano, ha affermato “Non bisogna confondere il privato con il reato. Quando ho letto le carte non mi è venuto un senso di nausea ma, se tutto fosse confermato, un sentimento di tristezza, di solitudine per un nonno che si trova in una situazione del genere”.

(foto: gazzettadellavoro.it)