La generazione dei senza speranza: più regole per i giovanissimi?

di Francesca Elia

I ragazzi dai 9 ai 16 anni sono tutti su Facebook, giocano a fare i grandi senza obiettivi. Sono i senza speranza del futuro, quelli che guardano i fratelli maggiori manifestare nelle piazze. E loro, tra qualche anno, per cosa manifesteranno? La preoccupazione maggiore è che un domani non si parlerà di giovani impossibilitati a concretizzare il proprio futuro ma di giovani incapaci di crearsene uno. (Francesca Elia)

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Un risveglio improvviso, un urlo di disagio che, negli ultimi mesi , ha dato voce alla cosiddetta “questione giovanile, hanno portato in primo piano le problematiche che i giovani italiani stanno incontrando ormai da qualche anno sia lungo il loro percorso di studio che in ambito lavorativo. Si è più volte parlato di cervelli in fuga, di tagli eccessivi ai fondi universitari e di livelli sempre più alti del tasso di precarietà, diventato ormai una condizione di normalità. Viviamo in un’Italia che sembra essersi abitata, anzi riabituata a ritrovarsi nelle piazze con i ragazzi che manifestano per veder riconosciuti i propri diritti, dimenticandoci invece degli adolescenti e del vuoto in cui stanno crescendo.

Basta avvicinarsi all’entrate delle scuole o ascoltare in lontananza i discorsi di adolescenti che appaiono come involucri firmati ed omologati ad una massa sempre meno interessata all’arte e alla cultura , una massa che considera la lettura un passatempo noioso in controtendenza ai tempi che corrono .Foto di sedicenni che impugnano pistole e fucili pubblicate sui profili di facebook, baby cubiste che si esibiscono nelle discoteche, gangs di minorenni che terrorizzano i loro quartieri, sesso e droghe considerati un gioco per trascorrere il tempo libero. Immersi in una società dominata dall’insicurezza psicologica, subiscono di riflesso tutti i continui cambiamenti che rivoluzionano senza sosta il modo di studiare, di lavorare e determinano una sensazione di smarrimento.

La scelta di ideali, di modelli di vita, di progetti per il futuro viene sporcata dal desiderio di guadagnare, partendo dalla convinzione che le ricchezze facciano grande l’uomo. Il termine limite sembra essersi svuotato del significato originario, inserito in una realtà dove assumere atteggiamenti normali equivale ad un‘alta forma di ribellione. I giovanissimi sono posseduti dalla fragilità interiore, incapaci di gestire in maniera positiva l’indipendenza che viene loro riconosciuta, in alcuni casi precocemente; argomenti in passato considerati tabù, quali il sesso, vengono oggi trattati senza serietà e delicatezza, entrando nelle vite degli adolescenti in tempi e con modi sbagliati.

Il problema è che i ragazzi non sono autodidatti della vita, non possono forgiare da soli i propri pensieri e le loro convinzioni, necessitano di impulsi continui e d’essere stimolati da chi conosce gli argomenti e le problematiche attuali. Con una tv spazzatura, notiziari non del tutto obiettivi e adulti che non si abbandonano alle domande che vengono loro poste, il consumismo e l’estetica dominano l’esistenza di questa generazione che è sempre meno consapevole delle proprie capacità e degli obiettivi che vuole raggiungere, mirando essenzialmente ad attirare l’attenzione dei coetanei.

Naturalmente anche in tale circostanza sono presenti eccezioni importanti che ci spingono ad apprezzare la creatività e l’iniziativa di alcuni adolescenti anche se, bisogna riconoscere che al giorno d’oggi la spregiudicatezza e l’arroganza hanno sotterrato la timidezza e la riservatezza, considerate sfaccettature caratteriali limitanti. Ci vorrebbero più regole? Quello degli adolescenti è un gioco senza regole e senza punti di riferimento ed obiettivi da raggiungere. La preoccupazione maggiore è che un domani non si parlerà di giovani impossibilitati a concretizzare il proprio futuro ma di giovani incapaci di crearsi un futuro.