Attenzione al web: il rischio è di rimanere intrappolati nella rete!

di Stefania Grasso

La dipendenza da internet può diventare un vero e proprio disturbo, una malattia moderna conosciuta sotto il nome di IAD (Internet Addiction Disorder) che si sta diffondendo sempre di più in Italia, soprattutto tra i giovani dai 13 ai 20 anni. (Stefania Grasso)

M_Id_46290_Internet_addiction Il web, il wireless e la webcam sono solo alcuni degli strumenti tecnologici grazie ai quali ognuno oggi riesce a multirelazionarsi all’interno del cosiddetto villaggio globale: ovunque si possono osservano ragazzi chattare, giocare, creare blog, scambiare file, grazie all’imperante MSN Messenger - il grande “usurpatore” del fu Nintendo DS - o Facebook, il sito più cliccato al mondo dopo Google; le piccole donne e i loro coetanei crescono emozionandosi quando incontrano nuovi amici di chat, scervellandosi sulle varie possibili identità da “indossare”; mandano sms usando, ad esempio, l’acronimo TVB e due puntini e una parentesi, che significano ti voglio bene e sono felice, … e viene da riflettere su queste nuove e divertenti emoticons - le famose faccine! - e su come le nuove generazioni si stiano gradatamente avviando verso un mondo di chiusura, sebbene la speranza, soprattutto dei non più giovanissimi, è quella che questa strutturazione dei rapporti interpersonali non rimanga necessariamente ancorata alla modalità on line, ma, rappresenti, invece, una delle tante possibilità da fondere con le reti sociali off line.

In molti casi la dipendenza da internet è un disturbo vero e proprio, una malattia moderna conosciuta sotto il nome di IAD (Internet Addiction Disorder) che si sta diffondendo sempre di più nel nostro Paese: ansia, isolamento e dissociazione sono segnali che vanno colti in tempo e risolti con le opportune cure.

In Italia sono stati attivati vari centri e ambulatori specializzati (un esempio è il Centro delle psicopatologie da web del policlinico Gemelli di Roma) che curano la dipendenza patologica da internet e i disturbi del comportamento ossessivo verso la rete: un percorso di cura multidisciplinare che inizia con un colloquio preliminare, prosegue con incontri mirati e un’eventuale cura farmacologica, e termina con l’inserimento in gruppi di riabilitazione con lo scopo di riattivare un contatto “dal vivo”.

I dati ci informano che sono i giovani tra i 13 e i 20 anni ad esser maggiormente colpiti da questo disturbo, e a creare la maggior dipendenza sembrano essere proprio i social network, dando l’illusione di una vita reale sebbene simulata, e i giochi di ruolo, in particolare i giochi di guerra!

È indubbio che simili infinite possibilità relazionali mettano in luce una crisi profonda dei principi di razionalità e individualità dell’era moderna, consegnando di diritto lo scettro alle nuove modalità comunicative dell’era post-moderna, improntate sui modelli di intelligenza collettiva, di comunità in rete, di avatar e di mondi virtuali; è evidente che riemerge nei nostri giovani un bisogno fortissimo di comunità – e gli strumenti interattivi sembrano rappresentare, sebbene in modo un po’ paradossale, l’unica possibilità di salvezza dall’individualismo e dall’egocentrismo generati dalla società industriale - ma i sentimenti, le emozioni, le sensazioni olfattive, visive e tattili non potranno mai essere “riprodotti” se non vivendoli di volta in volta attraverso la personale esperienza del sentire.

Il profumo della pelle, la luce degli occhi e il calore delle carezze non hanno un corrispondente formato multimediale, eppure aumenta vertiginosamente il numero di persone che trascorrono gran parte della loro giornata incollate al pc, rimanendo inevitabilmente “intrappolate” nella rete.

La raccomandazione, allora, a tutti noi, che forse spendiamo troppo tempo seduti davanti al pc, è quella di non dimenticare l’importanza del contatto diretto, l’unico che ci consente di cogliere quei piccoli ma fondamentali segnali non verbali realizzabili soltanto quando la comunicazione avviene nello stesso momento e nel medesimo luogo fisico, perché è solo in questo modo che potremo coinvolgere tutte le capacità sensoriali ed espressive di cui l’essere umano è istintivamente dotato.

(foto: financialexpress.com)