Emergenza immigrati. Lo chiamano “Lucano l’afghano”, è il sindaco calabrese autore di un’integrazione positiva

di Francesca Elia

Sono numerosi i paesini nelle province italiane, specialmente al sud, ormai diventati dei comuni fantasma. Tra questi c'era Riace, che grazie ai 230 riufugiati, sta riprendendo vita e risvegliando la produttività del paese sopita da tempo. Il "deus ex macchina" di questa felice soluzione è stato il primo cittadino della cittadina calabrese. Non si tratta di uno dei soliti progetti fatti d’area, i risultati positivi sono visibili a tutti; eritrei, etiopi, afghani, somali convivono pacificamente con i cittadini italiani, senza essere rinchiusi in nuovi “buncher all’aperto” ma vivendo in case vere. (Francesca Elia)

sindaco_riace_con_bambini_immigrati Riace è un paesino in provincia di Reggio Calabria governata dal sindaco Domenico Lucano, che ha dimostrato, mediante un intervento risolutivo concreto, di ricoprire meritevolmente il ruolo di primo cittadino. Il dramma dell’immigrazione e dei continui sbarchi è all’ordine dei giorni orami da mesi e Lucano ha adottato un progetto che mira al ripopolamento del suo paese, cercando di trarre un guadagno anche per l’ Italia in riferimento alla risoluzione della problematica dei clandestini.

Sono stati accolti già più di 230 rifugiati, ai quali sono state assegnate case completamente abbandonate, appartenenti in precedenza ad emigranti calabresi ed ai loro bambini è stato riconosciuto, in modo sostanziale, il diritto allo studio, riuscendo a riempire nuovamente le scuole della provincia calabrese ed evitandone la chiusura e la perdita di posti di lavoro di alcune insegnanti. Un problema che si tramuta in soluzione e che sta contribuendo anche alla ripresa economica, grazie all’ingegnosa pensata del sindaco che ha deciso di introdurre una moneta locale per aiutare ulteriormente i rifugiati.

Sulle banconote sono state stampate le immagini degli idoli, politico-culturali, di Lucano: Martin Luther King, Gandhi, Che Guevara e Peppino Impastato. Sembra quasi di giocare a monopoli ma in realtà queste banconote vengono utilizzate dagli “ospiti” per fare la spesa e comperare vestiti o materiale necessario, i commercianti le conservano inviandoli poi al comune, all’arrivo dei fondi dello Sprar, per cambiarli con l’equivalente in euro. Non è uno dei soliti progetti fatti d’area, i risultati positivi sono visibili a tutti; eritrei, etiopi, afghani, somali convivono pacificamente con i cittadini italiani, senza essere rinchiusi in nuovi “buncher all’aperto” ma vivendo in case vere. Il principio di dignità umana sembra riacquistare valore anche per questa gente che è fuggita dal proprio paese sperando di trovare nel nostro una piccola America.  “Mineo? Sarebbe un lager.

Non si possono garantire i servizi a così tanti richiedenti asilo, teniamo conto che lo Sprar gestisce 3 mila posti in tutta Italia e con moltissime criticità`”, questo è il pensiero esposto dal sindaco che ha più volte ribadito che un progetto come quello da lui stesso adottato, può risultare efficace solo in comuni in via di spopolamento che necessitano di numeri più alti e continua affermando che - “La tendenza del governo italiano è di non fare arrivare i tunisini nelle grandi città del Nord e del Centro Italia, il consenso politico della Lega Nord deriva dalla campagna sugli sbarchi a Lampedusa ridotti a zero”.

Se la Lega osservasse l’innovativo intervento di “Mimmo o curdo” o “Lucano l’afghano”, così soprannominato il sindaco dai suoi concittadini, probabilmente muterebbe il suo pensiero in riferimento alla questione degli immigrati. Il sistema attualmente applicato prevede l’erogazione di 200 euro a persona ogni settimana, solo per il vitto, utilizzando la cartamoneta locale. Domenico Lucano, sindaco di Riace, ha lanciato un messaggio di fondamentale importanza, non solo per l’Italia ma a livello mondiale, gli immigrati non sono una folla di esseri umani che deve essere accumulata in un angolo del nostro paese e trattata come gente straniera, gli immigrati devono mischiarsi con gli indigeni e creare un unico popolo formato da persone che riescono ad aiutarsi reciprocamente, come è accaduto in questo paese della Calabria.

Questa storia di accoglienza ha suscitato anche l’interesse del regista tedesco Wim Wenders che ha realizzato un documentario intitolato “Il Volo”, forse stiamo davvero volando verso un futuro meno bigotto e più attivo, certamente costruttivo.

(foto: siciliamagazine.com)