Giovani, seri e politicamente corretti: al via la campagna elettorale degli imitatori
I manifesti elettoriali sono pieni, in questi giorni, di volti di giovani seri e politicamente corretti. Si propongono di svecchiare il vecchio che mai recede e retrocede. Chiodo fisso: imitare proprio questi ultimi, i vecchi che non mollano. E torna di moda anche l'inglese, soprattutto per chi non lo sa. (Gianfranco Mingione)
La domenica mattina è il giorno perfetto per andare in bicicletta, magari c'è anche il sole, non si avverte la frenesia chiassosa del traffico, l'odore nauseante e letale dello smog, ci sono le isole pedonali spuntate all'improvviso piene di bambini e famigliole felici, gabbiani che volano a bassa quota nel cielo e, di questi tempi, anche enormi cartelloni elettorali lunghi quanto un'autostrada.
Ogni volta c'è una faccia diversa (non c'è mai penuria di candidati in politica, sembra di essere al collocamento di lunedì mattina), ipersorridente da far paura (e tu pensi: ma che c'avrà mai da ridere questo qua?!), con piglio da risolutore divino di problemi (e lo capisci dalla frase appiccicata sotto o a lato della sua faccia: "I vostri problemi, i miei problemi", pare vero) e, per chiudere in bellezza, un pò di ritocchini supernaturali con il programma più in voga in questi ultimi anni specializzato nell'elaborazione di fotografie digitali: photoshop. Ma un ulteriore e non piccolo particolare desta la mia attenzione di ciclista amatoriale: l'età del candidato.
Ovvio che non ci voglia molto a decifrare se il candidato sia giovane o vecchio, sulla trentina o sulla sessantina, ma non so perché tali manifesti mi sembrano la solita ripetizione di facce senza volto, che potranno fare un grande effetto, a detta dei marchettari della pubblicità politica, per il vasto e succoso pubblico domenicale, ma di certo non provocano nulla di buono dal punto di vista pratico. E mi domando, e domando a quelle facce giovani rappresentate, se non sia meglio incontrare le persone, ascoltare cosa hanno da dirti, cosa vogliono proporti per cambiare in meglio la città (a volte non si sa mai che si migliori questo o quel punto della campagna proprio dalle intuizioni di strada). Perché passi pure il cartellone ma, alla fine, ciò che rimane, come diceva e dice mia nonna "è la sostanza" e io aggiungo, senza nulla togliere, anche una bella e civile forma di confronto, anche e soprattutto dopo la tanto agognata elezione al soglio comunale, provinciale, regionale o nazionale (molti eletti si fermano al primo step: chiedere ed ottenere il voto).
In fondo il cambiamento, la nuova strada, che poi non è nuova semmai non è più tanto di moda, sta proprio nel ricominciare a fare vera politica che non può esistere senza il confronto con la cittadinanza attiva. Un bel confronto da fare persino in un punto elettorale e non un point elettorale (e immagino mia nonna che in questo caso mi potrebbe obiettare: "Ma che è sto point elettorale?! Un'altra tassa che vogliono mettere?"e io le dico: "no, no è la solita moda di usare espressioni linguistiche altrui quando la nostra amata lingua ne ha a bizzeffe!"). Oltre al punto elettorale, di per sé freddo e poco familiare (tranne al commerciante che lo cede volentieri in affitto per un mese a questo o quel candidato dietro lauta e giusta ricompensa) mi auguro che i candidati giovani e meno giovani sappiano ritrovare e sfruttare per i confronti politici una serie di luoghi scaduti nel vintage come le piazze, i giardini e parchi pubblici, le biblioteche, le sedi associative, i teatri etc. etc.
La mia bici mi richiama, come a ricordarmi che c'è un bel sole da inseguire, rimonto in sella, sprezzante e con un sorriso ironico che mi fa correre verso il mare, dove per mia fortuna non ho incontrato altri cartelloni di giovani imitatori (si vede che la sabbia non porta voti).{jcomments on}