Svizzera: nasce la “sex box” per i bimbi dell’asilo

di Alessandra Campanari

Alla dichiarazione del Papa: “L’educazione sessuale a scuola è un pericolo per la fede” la Svizzera risponde rompendo ogni tabù. Nel cantone di Basilea l’educazione sessuale inizia a quattro anni con tanto di falli di legno e vagine di plastica. (Alessandra Campanari)

educazione_sessuale_2 Svizzera: La polemica che ha invaso ormai da giorni la Svizzera, e più precisamente il cantone di Basilea, riguarda la scelta del materiale didattico a sostegno di una corretta educazione sessuale già in ambito infantile. Un’iniziativa all’avanguardia che ha scatenato, però, parecchie perplessità anche al di fuori del mondo religioso a maggior ragione perché rischia di essere estesa anche agli altri cantoni. L’educazione sessuale deve iniziare dalla scuola dell’infanzia sostengono i promotori del progetto. Per questo in ben 30 scuole svizzere è stato distribuito un kit per spiegare ai bambini (a partire dai 4 anni) le prime nozioni di sesso. All’interno dei contenitori, meglio definiti come “sex boxes”, pupazzi, riproduzioni in legno degli organi sessuali maschili di varie lunghezze e dimensioni, riproduzioni in plastica dell’organo sessuale femminile e video sulle varie tematiche pensati esclusivamente per i più piccoli. Inoltre dal nono anno di scuola l’educazione sessuale diventerà una materia obbligatoria.

L’obiettivo è di educare i bambini sin dalla tenera età a distinguere le varie parti del corpo umano, inclusi gli organi di riproduzione sessuale e comprendere le varie fasi del concepimento e il concetto di piacere fisico. Ai bambini verrà quindi spiegato come certe parti del corpo possano provare piacere se accarezzate e, allo stesso tempo, come debbano dire no se non vogliono essere toccati in una certa zona. “In questo modo aiuteremo i bambini a sviluppare e vivere la loro futura sessualità in modo consapevole”, sottolinea Daniel Schneider, l’autore del sussidiario per l’educazione sessuale dei piccoli e vicepreside del . In più l’uso di materiale così esplicito permetterà agli insegnanti di spiegare il sesso ai bambini in maniera visuale ed approfondita.

L’idea di un’educazione sessuale già in età prescolare e con materiale così esplicito ha suscitato non poche critiche ed opposizioni. Molte associazioni di genitori, unite a pedagoghi di orientamento conservatore e a loro volta appoggiati dal partiti di destra hanno già lanciato un allarme contro questi insegnamenti che, a loro detta, sfiorano la pornografia. Criticata soprattutto la decisione di applicare questo tipo di educazione negli asili dove i bambini dovrebbero essere lasciati liberi di vivere la loro infanzia con il loro mondo e la loro visione delle cose e non derubati dei sogni e della loro innocenza.

Altri difendono l’iniziativa a fronte delle proteste vocali. Thomas Steffen, un medico scolastico di Basilea, ha dichiarato che il tabù legato al sesso è un’inibizione che appartiene soltanto agli adulti. Parlare di sesso ai bambini, a differenza di quanto si crede, non li rende più desiderose di fare esperienze premature mentre le curiosità rimaste insoddisfatte e l’ignoranza in materia di sesso rappresentano uno stimolo, evidentemente pericoloso, a sperimentare in maniera diretta e spesso senza le dovute precauzioni. È fondamentale secondo i sostenitore del progetto cercare di insegnare ai bambini, sin dai 4.5 anni, a saper riconoscere in un contatto fisico il possibile aspetto negativo, che risulti essere fonte di disagio o sofferenza.