Referendum. Associazione Ya Basta: Italiani al voto perchè l’acqua sia di tutti

di Alessandro Etzi

Il referendum abrogativo del 12 e 13 giugno chiamerà alle urne gli italiani per esprimere la loro opinione in merito a quattro quesiti. Ne parliamo con Vittorio Forte, attivista del Comitato Promotore per l’acqua pubblica e dell’Associazione Ya Basta. (Alessandro Etzi)

cascate Se diciamo Si, scegliamo di ’abrogare le leggi che permettono di privatizzare le risorse idriche e di farne strumento di profitto, le leggi che vorrebbero un ritorno all’energia nucleare e la legge per il legittimo impedimento: se diciamo No ovviamente avverrà il contrario. “Ci sono quotidianamente piccole lotte, che a volte portano ad una vittoria” -  è il biglietto di presentazione di Vittorio Forte per riassumere la storia del Comitato partenopeo per l’acqua pubblica. Militante dell’Associazione Ya Basta e, dal 2004, del Comitato che si è opposto prima alla privatizzazione dell’acqua a Napoli e poi a livello nazionale, Vittorio ci ha raccontato questi sette anni di lotte quotidiane: “In Campania il Comitato è nato nel 2004 per impedire la privatizzazione dell’ATO2, che comprende 136 Comuni del territorio napoletano e casertano.

La società civile e il mondo dell’associazionismo si unirono in tutte le loro anime, quelle dei movimenti di ispirazione religiosa, quelli laici e quelli legati alla sinistra, per impedire che un servizio pubblico di fondamentale importanza venisse privatizzato. Nel 2006 invece si costituì il Forum Nazionale, mentre nel 2007 ottenemmo la nostra vittoria perché non ci fu la privatizzazione dell’ATO2. Con il Forum Nazionale raccogliemmo oltre 400.000 firme per proporre una legge di iniziativa popolare, uno sforzo finora rimasto inascoltato dalla politica. Con la Legge Ronchi l’attuale Governo tenta di privatizzare la gestione dei beni di rilevanza economica, tra cui l’acqua, a favore di chi può acquistarne la gestione, giganti come le multinazionali Veolia e Suez. Abbiamo quindi raccolto oltre 1.400.000 firme per la campagna referendaria ed ora chiamiamo, nel silenzio della televisione di Stato e dei grandi media, gli italiani al voto. Sono stati fatti numerosi tentativi per screditare questo referendum, prima decidendo di non accorparlo alle elezioni amministrative, con un costo per gli italiani di circa 400 milioni di €, poi riducendo al minimo le possibilità di informazione attraverso la televisione, e cercando di cambiare rotta in merito al quesito sul nucleare. Arriviamo al 12 e 13 giugno con un grande ritardo, studiato a tavolino, quindi chiediamo ai cittadini di andare a votare perché bisogna superare il quorum fissato in 25 milioni più uno di votanti. Bisogna convincere quante più persone dell’importanza di questo voto, e di cosa vogliono imporci”.

Parliamo dei quesiti inerenti l’acqua pubblica: “Con il primo quesito vogliamo impedire l’attuazione del Decreto Ronchi, che mira alla privatizzazione del servizi pubblici locali, quindi anche della gestione delle risorse idriche. Votando SI questa norma sarà abrogata e l’acqua non diventerà proprietà di qualche multinazionale. Con il secondo quesito vogliamo impedire che si possa fare profitto con l’acqua pubblica, impedendo che le tariffe per i servizi idrici possano essere maggiorate fino al 7% in maniera indiscriminata, senza re-investire nel miglioramento dei servizi erogati e delle infrastrutture. I cittadini che voteranno SI al secondo quesito impediranno di fare profitti sull’acqua e otterranno una riduzione delle tariffe pagate. Non possiamo permettere che l’acqua sia considerata un bene di rilevanza economica e sottoposta alla speculazione, e non possiamo permetterlo per nessun servizio pubblico”.

Ci spieghi la gestione che immaginate per l’acqua pubblica: “Proponiamo una gestione che legalmente si appoggi su Enti di Diritto Pubblico, quindi no alle aziende private ma nemmeno alle S.P.A. a maggioranza pubblica, come l’ARIN che è una società per azioni, anche se a maggioranza comunale. Vogliamo gestioni trasparenti, non orientate al profitto ma al miglioramento dei servizi e al re-investimento in infrastrutture idriche adeguate. Adesso invece, con la giustificazione che i servizi pubblici hanno una pessima gestione, si vuole trasferire tutto in mano privata, perciò diciamo no ai carrozzoni pubblici e a gestioni poco trasparenti ed oculate, che devono essere superate da una gestione realmente pubblica”.

Come vi schierate per i quesiti referendari inerenti l’abrogazione del ritorno al nucleare e del legittimo impedimento: “Siamo chiaramente contrari al ritorno al nucleare, quindi anche in questo diciamo di votare e di farlo con un SI, perché, ricordiamolo, solo con il Si diremo no alla privatizzazione dell’acqua e no all’energia nucleare. Per quanto riguarda il legittimo impedimento, il nostro è un movimento politico ed il quesito sul legittimo impedimento è chiaramente un quesito politico, quindi non offriamo indicazioni di voto ma lasceremo che gli elettori si esprimano secondo la propria opinione”. 

I SITI PER INFORMARSI: /www.yabasta.it; www.yabastanapoli.blogspot.com; www.referendumacqua.it; www.acquabenecomune.org.