Santoro - Rai: un divorzio annunciato

di Angelo Di Pietro

Non ci sarà Annozero nel prossimo palinsesto di Rai2. Il giornalista forse verso La7. Mentana: “Trattativa in fase avanzata”. Il clima politico si infiamma e la Rai inciampa su se stessa. (Angelo Di Pietro)

michele_santoro_divorzio-rai Si può chiudere un programma televisivo che fattura 1,2 milioni di euro al mese e raggiunge picchi di 7 milioni di spettatori?

Per la Rai, si. Questo è quello che ha deciso ieri sera il cda della televisione pubblica, licenziando con un breve comunicato Michele Santoro. I rancori mai sopiti tra Viale Mazzini e il giornalista di Annozero hanno portato i due a “risolvere il rapporto di lavoro, riservandosi di valutare in futuro altre e diverse forme di collaborazione. Rai e Michele Santoro – continua la nota ufficiale – hanno inteso definire transattivamente il complesso contenzioso altrimenti demandato alla sede giudiziaria. Si è ritenuto infatti di far cessare gli effetti della sentenza del Tribunale di Roma, confermate in appello, in materia di modalità di impiego di Michele Santoro, recuperando così la piena reciproca autonomia decisionale”. Di fatto, la presenza di Annozero nel palinsesto di Rai2 era stata decisa dalla Cassazione, che si era pronunciata sul caso dell’Editto Bulgaro a favore del conduttore.

Ma il reintegro forzato altro non ha fatto che inasprire i rapporti. È di questa mattina la decisione dei vertici Rai di annullare la conferenza stampa che Santoro aveva organizzato per ufficializzare la sua dipartita. Di fronte la mancata concessione dei locali di via Teulada, il giornalista ha commentato: “Saluterò il pubblico e i colleghi nell' anteprima dell'ultima puntata di Annozero di giovedì prossimo”. E intanto, si vocifera già di un possibile passaggio di Santoro in casa La7. Mentana ha così esordito nel suo tg di ieri sera: “Santoro è a un passo da La7. La trattativa è in fase molto avanzata con il conduttore. Con la nostra emittente le trattative, i rapporti, i discorsi ci sono stati: ora spetta a Santoro prendere la decisione definitiva”. Notizia confermata oggi anche dal Fatto Quotidiano.

Il clima politico, nel frattempo, è bollente.

Maurizio Lupi, vice presidente della Camera, afferma: “Sono stupito dal fatto che oggi la prima notizia su tutti i giornali sia Santoro e non i temi veri che interessano alla gente. Santoro è un grande professionista, ma pronto a mettersi sul mercato. Va da una parte all'altra, il servizio pubblico è un’altra cosa”.

Del parere opposto l’opposizione. Giorgio Merlo, parlamentare Pd, dichiara: “È indubbio che senza Annozero il servizio pubblico sarà più povero e meno competitivo. Al di là dei contenuti dell'accordo consensuale con l'azienda è certo che il servizio pubblico è realmente pluralista e di qualità quando ospita tutte le voci. Anche quelle più scomode e di parte. Soprattutto quando fanno buoni ascolti e garantiscono ottimi introiti pubblicitari”. Punto di vista condiviso anche da Famiglia Cristiana che, nell’editoriale di Giorgio Vecchiato, senza mezze parole parla di un “nuovo editto bulgaro.

È probabile che Berlusconi rimpianga di non essersi morso la lingua quando ha minacciato di portare il caso Santoro in Parlamento. Adesso Santoro se ne va dalla Rai, si assicura che è un divorzio consensuale, si tengono conferenze esplicative. Risulterà magari che sono tutti contenti, compreso il conduttore che per Enrico Mentana ha già un piede dentro La7. Ma quali che siano i dettagli di contorno, si sa che l'uomo della strada guarda alla sostanza dei fatti. E per chi va al sodo la sostanza è questa: Berlusconi ha emesso un nuovo editto bulgaro, Santoro e Annozero sono immediatamente saltati. Non si può sfuggire alla sensazione che sia stato Berlusconi ad averla vinta. Voleva sloggiare il nemico, e ce l'ha fatta”. 

Ma alla Rai è convenuto o no?

Guardiamo un po’ di numeri. Annozero fatturava circa 1,2 milioni di euro al mese. Secondo i dati Starcom, ha conquistato negli anni un incremento di ben 7 punti di share, raggiungendo nell’ultima puntata ben 5 milioni e 700mila spettatori secondo l’Auditel. Non tutti però a Viale Mazzini hanno preso bene la notizia. Un po’ per la buonuscita pagata al conduttore, oltre 2 milioni di euro; un po’ perché questa decisione ha comportato lo slittamento delle nomine per il rimpasto del cda e un po’ perché nemmeno tutto il Consiglio d’Amministrazione era consapevole di quanto successo.

Ma soprattutto, ciò che la Rai dovrebbe maggiormente rimpiangere, è che con la rescissione del contratto non è stata inclusa alcuna clausola di non concorrenza. Santoro, dunque, potrà riproporre il format di Annozero su un’altra rete. Tra l’altro, proprio la notizia dell’avvicinamento a La7, ha fatto balzare le quotazioni in borsa di Telecom Italia Media, proprietaria dell’emittente, del 7%.

(foto: telivisionando.it)