Meeting internazionale dei giovani del Mediterraneo: lettera al Presidente Caldoro

di Redazione

Lettera aperta di Enrico Maria Borrelli, Presidente di Amesci, indirizzata al Presidente della Giunta Regionale Caldoro. (Redazione)

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Egregio Presidente,

leggo oggi sul Mattino della Sua ambiziosa proposta di realizzare a Napoli il meeting internazionale dei giovani del Mediterraneo nel 2012 per rilanciare, dalla regione più giovane d’Italia, temi cruciali quali la pace, lo sviluppo sostenibile e l’occupazione giovanile. Se la terza regione più popolosa d’Italia ha una percentuale di under 34 pari al 30% della sua intera popolazione vuol dire che nonostante i tanti problemi che lo affliggono resta ancora vivo l’amore dei giovani per questo territorio. Ritengo giusta quanto inderogabile una riflessione sull’occupazione dei giovani nella nostra regione, ma vorrei che si riflettesse anche sulla qualità della vita che rappresenta, sempre più spesso, la vera scelta per restare o migrare da un posto. Le ambizioni di un giovane sono quelle di poter costruire un progetto di vita in un luogo in cui desidera vivere, in cui è possibile dar vita e far crescere una propria famiglia, dove immaginare che i propri figli possano avere un futuro, dove i servizi siano un diritto accessibile e non un beneficio, talvolta, concesso. Tutto ciò non passa solo per l’occupazione e lo dimostrano le scelte di quei giovani che non lasciano la campania per cercare lavoro ma per vivere meglio.

C’è bisogno di ricostruire le relazioni sociali che sono alla base di una comunità civile, l’antidoto migliore a quell’individualismo sfrontato che ha minato le radici etiche e civili della nostra convivenza. Senza educazione e senza cultura non ci sono regole, né sanzioni, né forze dell’ordine a sufficienza, che possano governare una comunità apatica. L’indolenza dei cittadini, troppo spesso l’arroganza, fanno della nostra regione una casa inospitale per tutte le persone oneste, già vittime della delinquenza spicciola, di quella organizzata e dell’inefficienza di un sistema pubblico che toglie l’aria. Questo è costume, non è disoccupazione. Lei ha parlato anche di pace e di sviluppo sostenibile e voglio credere che nella sostenibilità cui Lei fa riferimento ci sia non solo quella ambientale, ma prima ancora quella della vita quotidiana, perché è da questa che noi tutti percepiamo il nostro benessere. Regioni meno ricche della Campania vivono un sentimento di appartenenza e di rispetto per la cosa pubblica che noi dobbiamo recuperare, senza indugi e senza alibi.

Un filosofo e docente dell’Institute d’Urbanisme di Parigi, Thierry Paquot, ha indagato e ridefinito in un suo saggio il concetto di “lusso” attribuendolo a tre fattori: tempo, spazio e silenzio. Questo è il lusso che sottende al benessere di un individuo e lo sa chiunque viva nelle nostre affollate città, lo sanno i giovani che vanno via nonostante abbiano trovato qui un lavoro, lo sanno i genitori che portano via i loro figli. Lo sanno tutti fuorchè le istituzioni che ancora credono che l’unica risposta da dare al popolo sia un lavoro mediocre con cui sfamarsi.

Individuare delle priorità è necessario per iniziare qualsiasi processo di ricostruzione sociale ed economica del territorio e comprendo che Lei abbia a cuore l’occupazione tra le altre. Le chiedo tuttavia di non sottovalutare l’importanza di stimolare i giovani alla partecipazione, di farli sentire vivi per quello che sono, parte attiva della nostra società, e di aiutarli a determinare con le loro forze il loro futuro offrendogli l’opportunità più grande che possano desiderare: costruire quel cambiamento che vogliono vedere nel mondo.

Questo è il meeting internazionale dei giovani del Mediterraneo che vorrei partisse da Napoli.

 

Enrico Maria Borrelli 

Presidente Amesci