Il Sud batte il Nord agli esami di maturità

di Francesca Elia

Anche quest’anno al Sud i 100 e lode sono il doppio rispetto al nord ma è davvero una vittoria giusta? Esiste la meritocrazia o il nepotismo? (Francesca Elia)

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La percentuale dei giovani Italiani diplomati con 110 e lode è, negli ultimi anni, aumentata soprattutto nelle regioni meridionali. La Calabria quest’anno ha registrato 20 110 con lode all’interno dello stesso istituto superiore. Sono numeri non nuovi già conosciuti ai giornali italiani, che anche negli anni passati hanno denunciato lo scandalo dei “diplomifici”. La polemica scaturisce dalla consapevolezza della morte della meritocrazia, sopraffatta dagli aiuti sottobanco e dalle famose raccomandazioni, uno Stato che vive una crisi anche dal punto di vista culturale ha dimostrato di non riuscire ad arrestare questa vertiginosa discesa negativa.

Il famoso quotidiano “Il Corriere della sera” ha denunciato l’ inesistenza di un sistema scolastico-universitario “giusto”, che prenda in considerazioni le effettive problematiche economiche e l’impegno dimostrati dai giovani Italiani, è un’Italia di evasori fiscali che rubano le borse di studio, di università accessibili a tutti, o meglio a tutti coloro che hanno disponibilità economica, creando problematiche ai giovani di media condizione sociale sempre più spesso costretti a rinunciare alla prima scelta e ad adeguarsi a ciò che rientra nelle loro possibilità.

E’ un ‘Italia che non aiuta ma resta a guardare il nepotismo che si fa strada creando buchi sempre più profondi nella società ed ormai quasi ingestibili. Il problema, secondo il quotidiano suddetto, riguarda anche i famosi test Invalsi, introdotti con la riforma scolastica ideata dal ministro Gelmini, che dovrebbero evidenziare il livello di conoscenza e preparazione generale degli studenti del nostro paese, aiutando nella scelta degli studi che si dovranno intraprendere dopo le medie; si è parlato di un’introduzione di tali test anche all’università, potrebbe essere una buona soluzione che aiuterebbe i giovani a chiarire le proprie decisioni e i propri progetti per il futuro.

Sempre più spesso gli studenti cambiano il percorso di studio precedentemente selezionato, pentendosi di una scelta effettuata senza una giusta conoscenza delle proprie capacità e delle attività didattiche che si sarebbero svolte presso l’Ateneo deciso.

La questione è stata sottoposta all’attenzione del ministro Gelmini, sperando possa produrre esiti favorevoli concreti. Resta irrisolto il problema dei “gentiluomini” che non pagano le tasse e consegnano diplomi e lauree come fossero caramelle, ignari delle gravi ripercussioni che causeranno sul nostro paese. I giovani sono il domani, hanno bisogno di formazione e di esperienza, hanno bisogno di uno stato che riconosca i meriti e i demeriti che non si soffermi solo sullo sviluppo tecnologico, ma soprattutto sullo sviluppo delle persone, uno stato che si impegni nella realizzazione di una classe dirigente in gamba, in grado di riparare le perdite.

I dati che ci sono pervenuti sui risultati degli esami di maturità evidenziano la necessaria presenza di un maggiore rigorismo nell’assegnazione dei voti, non è una lotteria o un concorso di bellezza è un ’esame che valuta la maturità dei ragazzi e la loro capacità ad affrontare le sfide future, l’obiettività dovrebbe regnare sovrana!