“Welfare bene comune?”. A Napoli il terzo settore consegna le chiavi della città alle istituzioni locali

di Ornella Esposito

Il Terzo Settore torna in piazza per denunciare lo stato di estrema crisi dei servizi sociali e socio-sanitari a Napoli e in Campania. Consegnate simbolicamente le chiavi della città a Regione, Comune e Prefettura. In piazza, abbiamo intervistato gli operatori sociali delegati a parlare con i rappresentanti delle tre istituzioni. (Ornella Esposito)

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Un esercito di cinquemila operatori e bambini ieri in Piazza del Gesù a Napoli per l’iniziativa “Welfare un bene comune?” promossa dal comitato Il Welfare non è un lusso, Uneba, Federazione Sam e Coordinamento la Rete per denunciare, ancora una volta, i «gravissimi ritardi nei pagamenti e il mancato investimento nelle politiche sociali» da parte delle istituzioni locali.

Come già ampiamente ribadito con precedenti mobilitazioni e scioperi della fame, le conseguenze di ciò sono drammatiche: «moltissime strutture sono a rischio di chiusura, ed altre sono state già chiuse. Le due uniche case-famiglia per malati di AIDS non accolgono più pazienti, le 33 educative territoriali a Napoli sono ferme, le 18 ludoteche chiuse ed i semi-convitti in gravissime condizioni», si legge nel comunicato stampa del Comitato che protesta non solo contro le amministrazioni locali, ma anche e soprattutto contro il Governo che «ha tagliato dell’80% il Fondo Sociale Nazionale e ridotto i trasferimenti alle Regioni e agli enti locali».

La mobilitazione ha avuto, quindi, una valenza nazionale oltre ché locale, sottolineata dall’adesione e presenza della Legacoopsociali, Federsolidarietà e del mondo sindacale, come la Fiom, cui si sono anche aggiunti una ventina di dipendenti di Asl e Comuni perché, come spiega un operatore pubblico «senza il Terzo Settore noi non andiamo da nessuna parte, diventiamo inutili».

Ma la giornata di ieri non è stata solo di protesta, la piazza si è animata anche di grida festanti di bambini e ragazzi per i quali sono stati organizzati giochi e laboratori perché il Terzo Settore non reclama solo i diritti ma soprattutto sensibilizza, condivide, informa, rende partecipe il territorio.

terzo_settore_in_piazza_2E così, mentre bambini e ragazzi giocavano in piazza, una delegazione di operatori è stata ricevuta da Comune, Regione, e Prefettura cui sono state consegnate simbolicamente le chiavi della città. Ecco quanto ci hanno riportato alcuni dei delegati.

Francesca D’Onofrio, della cooperativa sociale “L’Orsa Maggiore”, presente all’incontro con il Comune di Napoli, informa che la delegazione è stata ricevuta dall’Assessore alle Politiche Sociali D’Angelo e dall’Assessore al Bilancio Realfonzo i quali si sono impegnati a mettere a punto, entro la fine del mese, un piano di rientro del debito, ad accelerare le procedure di cessione del credito ed hanno annunciato l’approvazione del piano sociale di zona 2011.

Pasquale Calemme, della cooperativa Sociale “Il Millepiedi”, presente all’incontro in Regione, dove la delegazione è stata accolta dall’Assessore agli Affari generali Sommese, spiega che la Giunta regionale si è dichiarata sensibile ai problemi delle persone, sottolineando di aver ereditato una situazione molto difficile, soprattutto per quanto riguarda il settore della Sanità. L’Assessore si è impegnato a portare in giunta la proposta di istituzione di un tavolo tecnico con il Terzo Settore e a sbloccare le risorse economiche.

Antonio D’Andrea, della cooperativa sociale “Assistenza e territorio” di Legacoop, presente, invece, all’incontro con il Vice Prefetto Cerni, spiega che la Prefettura si è detta solidale con il Terzo Settore e che si impegnerà a convocare il tavolo tecnico (in quanto espressione del Governo) da quest’ultimo richiesto, con Asl, Comune, Regione, Inail, Inps ed altre istituzioni per discutere delle prospettive del Welfare e della questione degli ingenti debiti.

Notizie incoraggianti, sembrerebbero, le dichiarazioni dei tre rappresentanti istituzionali, ma il Comitato, pur apprezzando, dopo oltre un anno di promesse non mantenute, resta cauto: «vigileremo affinché le istituzioni adempiano agli impegni presi, e saremo pronti a scendere nuovamente in piazza, infatti, quella di oggi è solo la prima di una lunga serie di tante altre iniziative previste per i prossimi mesi» chiosa Antonio D’Andrea a nome di tutti quei cinquemila presenti ieri in Piazza del Gesù.