Il Nobel per la pace 2011 fa tris di donne

di Ornella Esposito

Il Comitato norvegese ha assegnato a tre donne il Nobel per la Pace 2011, precisamente a Ellen Johnson Sirleaf, presidente della Liberia, Leymah Gbowee, attivista liberiana per i diritti delle donne e Tawakkol Karman, la giovane yemenita leader della protesta contro il regime. (Ornella Esposito)

nobel_pace "Per la loro battaglia non violenta per la sicurezza delle donne e per il diritto delle donne di partecipare pienamente al lavoro di costruzione della pace", questa la motivazione che ha tinto di rosa il Nobel per la pace 2011 assegnato a Ellen Johnson Sirleaf, Leymah Gbowee e Tawakkol Karman, tre donne coraggiose e battagliere scelte tra una rosa di ben 241 candidati tra cui i fautori della cosiddetta ”primavera araba”.

Ellen Johnson Sirleaf, classe 1938, è presidente dal 2005 della Liberia e prima donna a rivestire questo incarico nel continente africano. Considerata la Margaret Thatcher liberiana, infatti la chiamano la «signora di ferro», si è impegnata nella ricostruzione del suo Paese devastato da 14 anni di guerra civile con 250.000 morti, e dagli embarghi internazionali sull’esportazione di legname, diamanti e ferro, principali risorse naturali del paese. Alle sue spalle un master in pubblica amministrazione conseguito alla Harvard University, una carica di dirigente della Banca Mondiale, di ministro delle Finanze e presidente della sezione africana del programma di sviluppo delle Nazioni Unite. Ha vissuto cinque anni in esilio e ne ha scontati dieci in carcere per aver accusato pubblicamente il regime liberiano. Quando è stata eletta, grazie alla sua esperienza e agli studi economici, tra le prime cose, ha messo mano all’enorme problema del debito del pubblico contrattando con il Fondo Monetario Internazionale e la Banca Mondiale (da alcuni, per esempio Eduardo Galeano, considerati i responsabili della povertà dei paesi del terzo mondo) il suo alleggerimento.

Leymah Gbowee, 80 anni, definita la “guerriera della pace”, è un avvocato e attualmente guida il network West African regional Women Peace and Security. La sua persona è stata considerata determinante nella mobilitazione di migliaia di donne liberiane per portarle al voto, e nel contributo dato all’elezione della stessa presidente. Recente è la pubblicazione della sua autobiografia, "La forza dei nostri poteri: come le comunità di donne, la preghiera e il sesso hanno cambiato una nazione in guerra". Tra le iniziative più note della Gbowee, di etnia Kpellè, quella dello sciopero del sesso.

Ha invece appena 32 anni Tawakkol Karman l'attivista yemenita per i diritti umani, divenuta in poco tempo la leader della protesta femminile contro il regime e per questo imprigionata. Giornalista e fondatrice dell'associazione «Giornaliste senza catene», è militante nel partito islamico e conservatore Al Islah che si oppone alla dittatura del presidente Saleh (sebbene lo Yemen sia una “repubblica”, l’unica della penisola araba) al potere da ben 32 anni che, con il pretesto di combattere Al Qaeda, fino a poco tempo fa, ha incassato gli appoggi dell’Arabia Saudita (dove ha ricevuto cure mediche in seguito ad un assalto armato al suo palazzo) e degli USA. La giornalista ha dedicato il riconoscimento alla “primavera araba”.

Il presidente Giorgio Napolitano ha dichiarato che questo Nobel, si legge in un comunicato del Quirinale, "riconosce la straordinaria originalità del contributo femminile all'avanzamento del progresso civile e sociale nel mondo contemporaneo”.

Apprezzamento è stato espresso anche dalla Santa Sede mentre i presidenti della Commissione e del Consiglio Ue, Jose’ Manuel Barroso e Herman Van Rompuy, oltre a congratularsi con le vincitrici, hanno dichiarato che l’Ue “continuerà a sostenere i diritti delle donne e la parità di genere in Europa e nel mondo”.