Una professoressa francese si brucia viva dinanzi a 3mila studenti
Scoppia il dibattito: un suicidio che spalanca le porte dell’insoddisfazione contro uno Stato che non tutela i lavoratori. (Francesca Elia)
La Francia è ancora sotto shock per la tragica vicenda che ha interessato una professoressa di 44 anni che lo scorso lunedì si è data fuoco nel cortile del liceo”Jean – Moulin”, dove insegnava da dieci anni. Lyse Bonnafous soffriva da qualche mese di depressione, causata dalla precoce scomparsa di un nipote a cui era fortemente legata. La perdita era stata troppo dolorosa e la realtà lavorativa non riusciva a darle conforto.
Descritta come una professoressa d’altri tempi, che usava metodi ormai inadatti alle esigenze dei nuovi studenti i con cui non riusciva a creare un buon rapporto di collaborazione, forse perché contraria ai cambiamenti inseriti nella scuola o magari incapace di avvicinarsi ad un mondo giovanile difficile da comprendere.
Secondo i suoi familiari sono stati proprio i suoi alunni a spingerla al gesto di follia che le è costato la vita; non si sentiva capita, apprezzata, il suo lavoro non era più una passione ma una routine meccanica che non riusciva più a gestire.
C’è chi oggi definisce tale suicidio “un grido sociale” contro le riforme del presidente Nicolas Sarkozy apportate nell’ambito dell’istruzione, contro i tagli agli stipendi dei docenti declassati sempre di più.
È evidente che si è sempre di più di fronte ad uno stallo economico-sociale che ha colpito diversi paesi e professioni a livello mondiale, generando malessere e insoddisfazione che, secondo i giornali francesi, ha inciso sulla vicenda di dell’insegnante.
La professoressa aveva deciso di annullare la sua lezione delle 9, dopo un’accesa discussione con i suoi alunni, ma tuttavia nessuno dei suoi studenti si aspettava di trovarsi ad assistere ad una scena così violenta.
Lyse ,questo era il suo nome, si è cosparsa di benzina e si è data fuoco.
Tutte le sue speranze, insoddisfazioni, problemi personali e scolastici, tutti i suoi dolori si sono uniti in un unico grido di dolore che ha lasciato inermi i malcapitati spettatori che non sono riusciti, nonostante l’immediato intervento, a salvarle la vita.
I parenti hanno voluto un funerale riservato e silenzioso, per restare chiusi nel loro dolore e contemporaneamente, presso la scuola di Lyse, centinaia di ragazzi hanno lasciato volare verso il cielo palloncini bianchi per un ultimo saluto.
Lyse non era una donna folle, ha gridato aiuto ma non è bastato.
La vicenda dell’insegnate francese è un campanello di allarme forte delle conseguenze della crisi economica in atto.
Ciò che preoccupa è che l’aumento della disoccupazione e della riduzione dei guadagni personali ha determinato un aumento della depressione e dei suicidi.
Si può intervenire per migliorare progressivamente la situazione attuale? Sperando in una risposta del tutto positiva ci si domanda ancora se effettivamente una maggiore protezione sociale da parte dello Stato avrebbe evitato una tragedia simile.