Minori e web, in crescita il fenomeno del Cyberbullismo

di Ornella Esposito

Diffusi ieri dalla polizia postale i dati di quest’anno relativi alle attività di contrasto alla pedofilia e alle molestie in rete. Trend positivo per l’aumento dei casi di bullismo on line, e preoccupante conferma che spesso gli autori del bullismo multimediale sono anch’essi minorenni. (Ornella Esposito)

Cyberbullismo I minori e le insidie della rete. Di questo argomento se ne parla già da un po’ e per fortuna la nostra polizia postale non abbassa la guardia su un fenomeno, quello della pedopornografia on line e di altre forme di molestie, sempre più in ascesa e le cui strategie di contrasto difficilmente riescono a stare al passo con la velocità della tecnologia.

Secondo i dati diffusi ieri dalla polizia postale, dall’inizio dell’anno ad oggi, vi sono stati trentanove arresti per pedofilia, 685 denunce, 554 perquisizioni, a fronte di più di sedicimila siti monitorati, ma il dato preoccupante è l’escalation del fenomeno del cyberbullismo ossia le molestie attraverso i mezzi elettronici come l'e-mail, le chat, i blog, i telefoni cellulari, i siti web o qualsiasi altra forma di comunicazione riconducibile al web. Ancora più preoccupante è che gli autori del cyberbullismo molto spesso sono minorenni.

I dati sono stati resi noti a Roma in occasione del lancio della campagna informativa, di cui è testimonial Milly Carlucci, promossa dall’Associazione Movimento Genitori e rivolta a ragazzi, docenti e genitori. L’obiettivo della campagna non è solo quello di affrontare il tema del cyberbullismo, ma anche di fornire degli strumenti utili per prevenirlo e combatterlo. Non è la prima iniziativa di contrasto del fenomeno, molte autorevoli organizzazioni si interessano al problema come ad esempio il Telefono Azzurro, Save the Children e Terres Des Hommes che, quest’anno, si è aggiudicata il Social Award di Pubblicità Progresso per la realizzazione di cinque spot pubblicitari rivolti ai bambini proprio sul tema del web bullismo e del grooming (adescamento) on line.

Tale massiccio interessamento da parte delle organizzazioni a tutela dei minori, ci rimanda non solo la serietà del problema, ma anche e soprattutto il suo essere destinato ad accrescersi grazie alla sempre maggiore diffusione e sofisticazione della rete che ha letteralmente trasformato il nostro modo di vivere, spingendoci verso una sconfinata libertà da un alto, ed aumentando in maniera esponenziale una serie di rischi dall’altro, come appunto quello per i minori di diventare vittime di pedofili e bulli.

Ma cosa differenzia il bullismo tradizionale da quello cibernetico?

Ameno tre elementi. Anonimato del “bullo” nel senso che per la vittima è difficile risalire da sola al molestatore, ed ancora più difficile potrebbe essere reperirlo. Indebolimento delle remore morali, la possibilità di essere "un'altra persona" online (vedi i giochi di ruolo, profili fittizi), possono indebolire le remore morali; è più facile dire e fare online cose che non si farebbe o direbbero nella vita reale o da vicino. Assenza di limiti spaziotemporali, mentre il bullismo tradizionale avviene di solito in luoghi e momenti specifici (ad esempio a scuola), il cyberbullismo investe la vittima ogni volta che si collega al mezzo elettronico utilizzato dal cyber bullo.

Chi sarebbero i cyber bulli? Molto spesso ragazzi minorenni di una fascia di età compresa tra 15-17 anni, assolutamente “normali” ed appartenenti a contesti socio-familiari non necessariamente multiproblematici. Le loro vittime, invece, si attestano sui 12 anni, ma sarebbe più appropriato parlare di doppie vittime perché il cyber bullo, con il suo comportamento odioso, esprime comunque un disagio sul quale il mondo dei grandi deve interrogarsi.

Perché lo farebbero? Secondo molti studiosi del fenomeno tra cui il prof. Di Giammantonio, Ordinario di Psichiatria all'Università di Chieti, che ha condotto una ricerca sul cyberbullismo, "i motivi che spingono i ragazzi ad assumere atteggiamenti di prepotenza 'digitale' nei confronti di altri sono gli stessi del bullismo tradizionale: il tentativo di ottenere maggiore popolarità nel gruppo, la voglia di riscattarsi o vendicarsi, il semplice divertimento per passare il tempo e vincere la noia", con l’aggravante che sul web è reso tutto più facile.

Viene infine da chiedersi: qual è il terreno di coltura del cyberbullismo? Perché un ragazzo diventa vittima di un cyber bullo? A parere unanime degli esperti uno dei motivi cruciali risiede nella scarsa attenzione dei genitori verso i loro figli: troppo spesso i ragazzi utilizzano la rete senza alcuna protezione né limite, soprattutto, in totale assenza degli adulti di riferimento e, se insorgono difficoltà, non sanno con chi parlarne. Non a caso tutte le campagne di sensibilizzazione sul fenomeno, tra cui anche quella di Movimento Genitori, insistono sulla necessità che vi sia una buona educazione da parte dei genitori sul corretto utilizzo della rete, ma soprattutto uno spazio di dialogo con i propri figli nel quale essi si sentano accolti e sostenuti nelle difficoltà. Insomma, le care e vecchie raccomandazioni di sempre.