World Press Photo 2011. Scatti dal mondo
Da Amsterdam in esposizione a Napoli, i 200 migliori scatti del fotogiornalismo internazionale. Vere e proprie testimonianze di “giornalismo civico”. Al PAN fino al 4 Gennaio. (Ivana Vacca)
Un occhio indiscreto e sensibile, vigile e acuto, audace e risoluto, quello dei fotoreporter che hanno reso possibile un viaggio in immagini attraverso gli eventi più importanti e i più brutali della storia recente. La lotta per l’indipendenza del popolo sahrāwī nel Sahara Occidentale, il nomadismo dei Dinka nel Sudan Meridionale, le rivalità etniche in Pakistan, i viaggi della disperazione dal Corno d’Africa verso lo Yemen, le “camicie rosse” thailandesi contro le forze governative, i disastri ambientali causati dal petrolio nel Mar Giallo in Cina, le conseguenze dell’uso di diserbanti chimici da parte degli USA durante la Guerra del Vietnam, gli “squadroni della morte” e il narcotraffico in Messico.
Questa straordinaria documentazione di memoria collettiva è oggi in esposizione, curata da Neapolis.Art, al PAN Palazzo delle Arti di Napoli e sarà fruibile ancora per poco, fino al 4 gennaio 2012.
La Fondazione World Press Photo, un’organizzazione indipendente senza fini di lucro, con sede ad Amsterdam, ha scelto per la seconda volta Napoli come tappa italiana, insieme a Milano, Roma e Lucca, tra le 100 tappe della mostra. Oggi l’esposizione, che sarà ospitata in ben 45 Paesi, è presente in contemporanea a Napoli, Ljubljana, Tel Aviv e Jakarta. La mostra nasce da un concorso annuale di fotogiornalismo a cui partecipano ogni anno migliaia di concorrenti da tutto il mondo. 108.059 le foto esaminate quest’anno da una giuria internazionale indipendente formata da 21 importanti fotogiornalisti.
Dalle scene dure e dolorose degli aborti clandestini in Kenya, delle prigioni in Sierra Leone, dei terremoti ad Haiti e in Cile, il percorso per immagini prosegue attraverso la folla della Love Parade a Duisburg, i treni affollati in Bangladesh, la corrida di Madrid, e si fa via via più disteso con gli scatti del Giro d’Eritrea, dei Cinema ambulanti in India Occidentale e delle scene di vita quotidiana tra le strade colorate, affollate e vorticose delle città di Calcutta, Mumbai e Giacarta. Non mancano le gare sportive, la fauna, come i cigni selvatici ad Hokkaido e i pesci vela dell’Atlantico, e i ritratti, da Kim Jong-il alla parata militare a Pyongyang, a Julian Assage dopo l’intervento all’Università di Londra.
Vincitrice dell’edizione 2011 è stata la sudafricana Jody Bieber con il ritratto della giovane Bibi Aisha, usata come merce di scambio e poi mutilata per essere scappata dalla casa del suo padrone, marito e molestatore in Afghanistan.
David Burnett, presidente della giuria 2011, ha cosi commentato la scelta: “Il suggestivo ritratto di Bibi Aisha, di Jodi Bieber, incarna quella commistione di raccapricciante e magnifico: è una fotografia la cui forza non risiede solo nella dignità del soggetto, ma anche nella premura con cui la fotografa lo tratta. E non racconta solo del caso Aisha, ma anche quello di altre donne in molti luoghi del mondo, la cui vita continua ad essere in pericolo. Eppure la motivazione che ha spinto la giuria a scegliere questa foto non è politica, ci siamo semplicemente resi conto che fotograficamente affermava un forte punto di vista e che riusciva in quello che tutti i fotografi cercano di fare: sfidare lo spettatore non solo a contemplare questo momento per quello che è, ma a desiderare di più. Più informazioni. Più comprensione dei fatti”.
L’evento, ora alla 54° edizione, ha riservato un’attenzione particolare alla riflessione sui progressi del fotogiornalismo attraverso la realizzazione di seminari e workshop. Tra i 53 fotografi premiati, in rappresentanza di 23 nazioni, importanti riconoscimenti sono stati dati anche al fotogiornalismo italiano. Otto i fotoreporter italiani premiati nelle diverse categorie del concorso, segno di una realtà differente da quella più volte raccontata riguardo alla “malattia che affligge il fotogiornalismo” italiano. La giuria internazionale di World Press Photo ne ha riconosciuto il valore.
“Quest’anno mentre la giuria si riuniva ad Amsterdam - ha dichiarato Burnett - in un’altra parte del mondo, al Cairo, le strade si riempivano di manifestanti che chiedevano il cambiamento. Sappiamo che il prossimo anno la giuria vedrà alcuni di quei momenti fotografici. Il cerchio visivo della vita non si chiude mai.”
(foto: Ivana Vacca – allestimento PAN World Press Photo 2011 - PAN)