Sentenza Eternit. Una condanna storica in tutto il mondo

di Katia Tulipano
Alle 13.15 a Torino è iniziata la lettura della sentenza di condanna del maxi-processo Eternit. Il primo grande processo dell’amianto in tutto il mondo. (Katia Tulipano)

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Lo abbiamo sempre saputo tutti, ma da oggi lo dice una sentenza: l'amianto uccide!

Stephan Ernest Schmidheiny, 64 anni, e Jean Louis de Cartier de Marchienne, 91 anni, gli ultimi proprietari dell’Eternit, sono stati condannati a 16 anni di reclusione con l’accusa di disastro doloso permanente e omissione dolosa di misure antinfortunistiche. E’ proprio il dolo la novità importante del processo perché, secondo l’accusa, i due imprenditori sapevano che la polvere d’amianto era letale, ma non hanno fatto nulla per impedire che i lavoratori dei loro stabilimenti morissero a causa del terribile veleno. "Gli imputati non si sono limitati ad accettare il rischio che il disastro si verificasse e continuasse a verificarsi, ma lo hanno accettato e lo accettano ancora oggi" aveva detto il pm Raffaele Guariniello nella sua arringa finale chiedendo una condanna a 20 anni di reclusione per entrambi gli imputati per quella che aveva definito "una tragedia immane" che ''ha colpito popolazioni di lavoratori e di cittadini che continua a fare morti e si è consumata in Italia e in altre parti del mondo con una regia senza che mai nessun tribunale abbia chiamato i veri responsabili a risponderne".

Il barone belga ed il miliardario svizzero sono stati riconosciuti colpevoli di entrambi i reati di cui sono stati accusati. Il dispositivo della sentenza ha fatto però una distinzione tra gli stabilimenti italiani, dichiarandoli colpevoli per quanto riguarda Casale Monferrato e Cavagnolo (Torino), mentre il reato sarebbe estinto per prescrizione per gli stabilimenti di Rubiera, in Emilia Romagna, e Bagnoli.

Dopo aver pronunciato la sentenza di condanna per i due imputati, il giudice Giuseppe Casalbore da quasi un'ora sta elencando tutti i familiari delle vittime per le quali la Corte ha stabilito un risarcimento di 30mila euro per ogni congiunto, ne avrà ancora per molto dato che sono state stimate circa 2300 vittime! La Corte ha poi deciso un risarcimento di 100mila euro per ogni sigla sindacale, 4 milioni per il Comune di Cavagnolo, e una provvisonale di 15 milioni per l’Inail.

Apertosi poco più di due anni fa a Torino, è stato uno dei processi più importanti della storia: 65 udienze celebrate tra il 2009 e il 2011 e 6.392 parti civili."E' il più grande processo nella storia e nel mondo - ha spiegato il pm Guariniello - in materia di sicurezza sul lavoro. E dimostra che un processo si può fare. Bisogna lavorare per dare giustizia e su questo abbiamo avuto aiuto da quasi tutte le istituzioni". A confermare l’importanza a livello mondiale di questo processo storico, la presenza fuori al Palazzo di Giustizia del capoluogo torinese di televisioni e giornalisti da tutto il mondo.