I giovani e l’accesso al mondo del lavoro: un’analisi comparata

di Lorenzo Quilici

In queste settimane uno degli argomenti principali della politica italiana è la riforma del lavoro il cui fine è, tra gli altri, di facilitare per i giovani l’accesso nel mondo del lavoro. (Lorenzo Quilici)

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Il governo spagnolo, insediatosi da pochi mesi, ha realizzato una riforma che mira a rendere il mercato del lavoro più flessibile combattendo la disoccupazione, anche quella giovanile che ha raggiunto livelli preoccupanti. Infatti, circa il 48% dei giovani iberici sono disoccupati. Proprio per facilitare tale fascia di popolazione, è prevista un’agevolazione fiscale di tremila euro a favore delle imprese che assumono un giovane under 30 alla prima esperienza professionale. Si vuole così, anche attraverso altre iniziative tra cui l’aver reso il licenziamento meno oneroso per le aziende, promuovere l’impegno stabile ridurre il divario esistente tra contratti temporanei e indeterminati.

 

In Germania dove la disoccupazione giovanile è inferiore al 10%, anche grazie ad una stretta connessione tra scuola e lavoro, vige un altro sistema: lo studente tedesco che frequenta la Hauptschule (una scuola tecnica che prepara ai lavori di tipo manuale) può fare uno stage presso un’impresa; i dati parlano chiaro: metà dei giovani che svolgono lo stage vengo poi assunti con un contratto a tempo indeterminato.

Il governo italiano, nella persona del Ministro del Lavoro Elsa Fornero, sta in questi giorni svolgendo incontri con le parti sociali interessate al fine di mettere in atto una riforma del mercato del lavoro che sia in grado di eliminare le disparità tra giovani e adulti; infatti a tal proposito si parla di mercato del lavoro dualistico, ossia caratterizzato da due tipologie di lavoratori: quelli che sono tutelati e quelli che invece godono di tutele assai deboli. La prima categoria può essere ricondotta ai lavoratori adulti, la seconda a quella giovani, l’anello debole della catena.