Un’altra vittima dei tagli indiscriminati al servizio sanitario

di Claudia Capece

L’ospedale di Neuropsichiatria Infantile di via dei Sabelli a Roma, fondato nel 1974 per i minori affetti da disturbi psichici, rischia la chiusura. (Claudia Capece)

tagli_sanita L’ospedale fu fondato nel 1974 da Giovanni Bollea, psichiatra e padre della moderna neuropsichiatria infantile, nonché primo presidente della Società Italiana di neuropsichiatria infantile. Ormai da più di un anno l’ospedale rischia quotidianamente la chiusura a causa dei tagli alla sanità previsti dalla Regione Lazio.

L’obiettivo dell’ospedale era quello di poter arrivare alla creazione di un grande centro nazionale in rapporto con i centri europei e statunitensi, che studiasse e raccogliesse una casistica assai variegata di psicopatologie sperimentando allo stesso tempo diversi percorsi terapeutici per minori in cura per le crisi psicotiche precoci, per l'autismo per le disabilità di apprendimento, per i disturbi dello sviluppo e le malattie neurologiche rare.

Un obiettivo più volte ostacolato dai continui tagli oltre che al servizio sanitario anche all’università e quindi alla ricerca.

ospedale_via_sabelli“L’ospedale ha anche delle particolarità - come spiega Graziella Bastelli, coordinatrice dell’ area sanitaria di neuropsichiatria infantile - come il reparto per esordi psicotici in adolescenza, che vede ragazzi affetti da patologie gravi, tentativi di suicidio, ragazzi provenienti dal Tribunale dei minori, con isolamenti sociali; che se non vengono ricoverati in una struttura come questa, e quindi specialistica rischiano o di finire sulle pagine di cronaca nera, o peggioreranno fino all’età adulta.”

A questi ragazzi non può non essergli offerta un’ assistenza psicologica, un progetto psicoterapeutico individualizzato, riabilitazione, fisioterapia, e quindi un’assistenza complessiva e a lungo termine, ma a causa dei tagli subiti mancano le risorse umane per garantire questo tipo di assistenza.

Diventa sempre più complesso garantire assistenza sanitaria in strutture pubbliche, in un sistema come il nostro dove si tende principalmente ad accontentare i famelici appetiti della sanità privata, i quali si alimentano e vivono delle disfunzioni e dell’inefficienza del pubblico.

Oggi l’ospedale segue 5200 bambini l’anno, ma se continueranno i tagli alla ricerca e al servizio sanitario, questi bambini saranno condannati a trasformarsi da bambini a rischio in adulti profondamente minorati, negando loro una possibilità di guarigione.

Non si può assistere in silenzio allo scempio che si sta compiendo: il servizio sanitario pubblico è l’unico servizio in grado di garantire il diritto alla salute per tutti.