Le amministrative e l’astensionismo

di Lorenzo Quilici

Le elezioni amministrative del 6-7 maggio hanno avuto un vincitore: il partito degli astenuti dal voto. (Lorenzo Quilici)

elezioni La sfiducia nei partiti tradizionali ha portato gli elettori a disertare le urne. Per varie ragioni, si prevedeva tale fenomeno: nel corso delle scorse settimane molteplici sono stati i sondaggi che hanno pronosticato una disaffezione degli italiani dalla cabine elettorale.

 

Rispetto alle amministrative del maggio 2011 l’astensione è crescita dell’8%. Ovviamente l’erosione del voto non è stata omogenea lungo tutto il Paese: la percentuale più alta di astensione si è registrata al Nord, mentre nel Sud – tradizionalmente più attenta alla politica del territorio – non vi è stato un vero e proprio crollo dei votanti.

Una grande fetta del popolo degli astenuti è rappresentato dai giovani. Si sa, infatti, che negli ultimi anni la politica non riesce più ad appassionare la gioventù: sono sempre meno i giovani impegnati nella politica e i giovani eletti negli enti locali.

Abbiamo chiesto un commento a un giovane impegnato nella politica e nella vita universitaria, oltreché noto prestigiatore: Alessandro Rivetti, presidente genovese della Giovane Italia.

Secondo Rivetti “sicuramente sbaglia chi non si interessa al dibattito politico e di conseguenza non esercita il diritto/dovere del voto; ma limitarsi a colpevolizzare i giovani che si sono astenuti dal voto significherebbe ignorare le gravi carenze di partiti e candidati: questi ultimi troppo spesso presentano la politica come scontro di interessi particolari, senza proporre una visione del mondo in cui credere, per cui appassionarsi”.