La fuga dei cervelli: un’iniziativa della Farnesina

di Lorenzo Quilici

L’Italia dimostra essere una fonte inesauribile di genio e di talento che però, spesso, non viene adeguatamente valorizzato, a tal punto da costringere molti giovani a cercare fuori dai confini natii il successo e la realizzazione professionale. (Lorenzo Quilici)

cervelli_in_fuga Il fenomeno dell’espatrio dei giovani professionisti qualificati dall’Italia è una emergenza nazionale. Si parte, ma non si torna (se non per assoluta necessità), né si attraggono giovani di talento da altre nazioni. In Italia, insomma, la “circolazione” dei talenti non vola alto.

L’onorevole Giorgia Meloni, su questo argomento, in qualità di Ministro della Gioventù, ebbe modo di dire che “Il vero punto -sul quale noi siamo fallaci come sistema- riguarda la capacità di riprendersi questi ragazzi che si sono arricchiti all’estero. Evitando che se ne vadano per sempre”.

Per ovviare a questo problema, il Ministro degli Esteri, in accordo con quello dell’Istruzione, hanno lanciato un’iniziativa volta a sviluppare la mobilità dei talenti mediante sarà la realizzazione di un’applicazione per tablet e smartphone che faciliterà l’accesso alle banche date dei due ministeri, che già offrono informazioni scientifiche e tecnologiche.

Abbiamo intervistato Norbert Fioramonti, presidente nazionale Giovani Rinnovamento Popolare, nonché esperto di politiche europee. Egli ha affermato che è fondamentale “valorizzare i giovani talenti  e far si che loro possano restare a studiare e lavorare, facendosi valere e poter  crescere nel proprio territorio italiano . Il fenomeno dei cervelli in fuga è generalmente visto con preoccupazione perché rischia di rallentare il progresso culturale  della nazione italiana. Lo Stato deve essere in grado di poter garantire un  futuro ai giovani  e tutelarli al massimo restando  in questo Paese”.