Disoccupazione giovanile. Giovani scelgono la strada dei nonni ed emigrano in Germania

di Lorenzo Quilici

L’aumento della disoccupazione giovanile ha spinto negli ultimi tre anni migliaia di giovani in Germania, tra essi non solo “cervelli in fuga”. (Lorenzo Quilici)

disoccupazione_giovanile In questi mesi uno degli argomenti maggiormente trattati è senza dubbio la disoccupazione giovanile, problema sociale caratterizzato da termini quali precarietà, immobilizzazione, salari bassissimi, futuro incerto. Gli ultimi dati Istat hanno fotografato una situazione davvero pesante: un giovane su tre è senza lavoro e tra aprile e giugno il tasso di disoccupazione ha raggiunto il 10,5%, il livello più altro dell’ultimo quindicennio.

Le cause dell’alto livello di disoccupazione sono molteplici: la crisi della domanda interna, la difficoltà di accesso al credito sia per le imprese che per i singoli, l’aumento della pressione fiscale.

Fenomeno strettamente legato alla difficoltà di trovare un impiego in Italia è la ripresa dell’emigrazione dei giovani verso la Germania, “la locomotiva d’Europa”.

I dati sono impressionati: secondo l’Agenzia tedesca del lavoro dal 2009 al 2011 la presenza di under 40 in Germania è aumentata del 6,3%. Gli italiani in terra teutonica sono oltre duecento mila.

Una cifra imponente che fa sicuramente riflettere, soprattutto se si pensa che la maggior parte non rappresentano i cosiddetti cervelli in fuga, ma giovani impiegati nell’industria e nel terziario: operai, elettricisti, muratori. Di questa necessità ne hanno fatto virtù gli istituiti che insegnano il tedesco in Italia, adeguandosi con corsi specifici inerenti alla terminologia  dell’auto e della meccanica.

Ovviamente non mancano i laureati spinti non tanto da una migliore la qualità della vita quanto da un più alto stipendio: basta pensare che un giovane ingegnere in Italia guadagna all’incirca 1200 euro, mentre in Germania può guadagnare tranquillamente tra i 1800 e i 2500.

Si sta dunque ritornando in dietro nel tempo: molti giovani italiani stanno percorrendo i passi dei loro nonni che dopo la guerra si recarono in Germania in cerca di lavoro e di ricchezza, spesso trovandola. Speriamo che anche i giovani del 2012 possano trovarle.