L’Erasmus è salvo: i fondi dei governi garantiranno la copertura per il 2013

di Lorenzo Quilici

Forte preoccupazione aveva destato il rischio dello stop all’Erasmus: i fondi trovati hanno fatto tirare un sospiro di sollievo a milioni di studenti. (Lorenzo Quilici)

Erasmus_logo Un vero e proprio polverone a livello internazionale si era sollevato nei giorni scorsi non appena la Commissione Europea aveva prospettato pubblicamente  l’impossibilità di garantire le borse di studio per il 2013 agli studenti Erasmus.

Associazioni studentesche, ministri, parlamentari nazionali ed europei ed anche consiglieri regionali si erano mobilitati per cercare di impedire quello che sarebbe stato un disastro non solo per l’istruzione, ma anche per l’integrazione dei popoli a livello europeo.

Finalmente ieri è giunta la notizia tanto attesa: il commissario europeo al Bilancio, Janusz Lewandowski, ha annunciato che i soldi per garantire la copertura delle borse di studio verranno assicurati grazie ai fondi nazionali degli Stati membri.

Il commissario ha spiegato che il Bilancio 2012 è in via di prosciugamento, ma per alcuni progetti, l’Erasmus in testa, si può stare tranquilli quasi al cento per cento.

Il 23 ottobre la Commissione europea, infatti, si farà carico di chiedere nuovi fondi ai governi al fine di portare a termine i programmi avviati. Però, come ha precisato Lewandowski, il 70% degli studenti ha già ricevuto i suoi pagamenti; mentre il 30% che ancora aspetta la gran parte non avrà problemi perché i fondi nazionali degli Stati sono ancora presenti.

Per quanto riguarda l'Italia, l’Agenzia nazionale Erasmus ha dato garanzie fino a fine anno, cioè finché basteranno i finanziamenti della Commissione, sufficienti a coprire le borse di mobilità fino a dicembre.

Ha commentato in modo esemplare il vicepresidente del Parlamento europeo, Gianni Pittella, secondo il quale “La linea dell’austerità cieca e indiscriminata di alcuni governi ha rischiato di travolgere anche conquiste fondamentali e ormai consolidate dell’Unione europea come l’Erasmus per i giovani: questa è una politica che va profondamente corretta”.