La Regione Campania istituisce il fondo Microcredito

di Lorenzo Quilici

La Regione Campania lancia un’iniziativa di Microcredito, per l'avvio di attività e opportunità di lavoro. Una grande novità destinata a giovani, microimprese, terzo settore e disoccupati di lunga data. (Lorenzo Quilici)

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Nei giorni scorsi il Governatore della Regione Campania, Stefano Caldoro, ha annunciato l’istituzione di un Fondo Microcredito Fse con una dotazione finanziaria di 65 milioni di euro, incrementabile fino a 100 per incentivare processi di crescita a favore del lavoro autonomo e della microimpresa.

 

Questo progetto interesserà quei soggetti che vengono definiti “non bancabili” ossia coloro che, non avendo garanzie finanziarie sufficienti, non riescono ad ottenere dalla banca un mutuo. «È una misura rivolta ai soggetti deboli - ha precisato il Presidente Caldoro - quelli cioè che hanno buona idea e volontà, ma non hanno la forza, cioè i requisiti, per andare in banca e chiedere e ottenere credito ». La misura posta in essere dalla Regione permette di utilizzare le risorse del Fondo sociale europeo e, ha aggiunto Caldoro, « abbiamo pensato a giovani, microimprese, anche quelle del terzo settore, i disoccupati di lunga durata».

L’assessore al Lavoro della Regione Campania, Severino Nappi ha definito la misura una «scommessa di credibilità del nostro sistema, un sostegno al lavoro autonomo ».

Requisiti per avere l’accesso al fondo: avere compiuto diciotto anni; avere la cittadinanza dell'Unione Europea o di altre nazioni possedendo la carta di soggiorno o un regolare permesso di soggiorno; non aver avuto condanne con sentenza definitiva per reati di associazione di tipo mafioso, riciclaggio e impiego di denaro, beni o altra utilità di provenienza illecita.

La domanda potrà essere presentata agli sportelli allestiti in ogni Provincia campana da Sviluppo Campania (società in house della Regione Campania volta a promuovere la competitività e lo sviluppo del sistema territoriale regionale).

La somma di cui dispone il fondo è così ripartita: 15 milioni sono destinati alla ricerca; 10 milioni a giovani, disoccupati e donne; altri 10 milioni al settore del no profit e 30 milioni per le iniziative che favoriscono l'integrazione sociale.

I prestiti andranno da un minimo di 5mila a un massimo di 25mila euro e dovranno essere restituiti in un arco di cinque anni a tasso zero.