Giovani e Occupazione: ecco le misure messe in campo dal Governo Letta

di Francesco Gentile

Dopo il vertice europeo entra nel vivo la strategia del Governo per combattere la disoccupazione giovanile. (F.G.)

generale Il vertice europeo degli scorsi 26 e 27 giugno costituisce, secondo molti, una sorta di momento storico sul versante della capacità delle Istituzioni comunitare di rispondere alle esigenze dei cittadini.

Durante l’incontro a cui hanno partecipato i primi ministri dei paesi dell’Unione si è deciso, infatti, non solo di aumentare la dotazione della “Garanzia Giovani”, passando da 6 a 9 miliardi di euro, ma soprattutto di intervenire sulla piaga della disoccupazione giovanile.

Qualche giorno prima il Governo Letta, nel solo dell’impegno europeo e a tratti anticipando anche le decisioni di Bruxelles,  ha varato il cosiddetto “Decreto Lavoro”.

Di seguito una breve sintesi delle misure adottate, tratta dal sito del Governo:

L’intervento è organizzato su quattro assi: a) incentivazione della creazione di lavoro a tempo indeterminato (500 milioni di euro); b) incentivazione dell’autoimprenditorialità e dell’impresa sociale (250 milioni); c) avvicinamento dei giovani che non studiano e non lavorano (NEET) al lavoro attraverso tirocini (150 milioni); d) contrasto alla povertà estrema (circa 170 milioni).

1. La misura principale del primo asse incentiva direttamente la creazione di nuovi posti di lavoro a tempo indeterminato, per i giovani fino a 29 anni di età, attraverso una sensibile riduzione del relativo costo per le imprese. La riduzione è pari al 33% della retribuzione lorda complessiva per un periodo di 18 mesi (con una dotazione di 500 milioni). L’impatto di tale misura sarà rafforzato dalla sua durata nel tempo, almeno fino al giugno 2015, grazie alla certezza del suo rifinanziamento in caso di esaurimento delle risorse; si tenderà così a rendere massimo l’effetto di stimolo di nuove assunzioni non già programmate.

2. Il secondo asse interviene potenziando due strumenti di politica economica già attivi. Da un lato con un rifinanziamento della legge 185 sull’autoimpiego e l’autoimprenditorialità (170 milioni); dall’altro con un rifinanziamento della misura “giovani del non profit” (già definita nel Piani d’Azione Coesione) per sostenere progetti del privato sociale.

3. Parallelamente, come terzo asse, questo impatto sarà rafforzato dalla contemporanea attivazione di una misura per la promozione di stage/tirocini nelle imprese per i giovani NEET, che potranno consentire un processo di progressivo inserimento. Quest’ultima misura ha una ulteriore dotazione di circa 150 milioni di euro, e prevede l’erogazione di un contributo di 3.000 euro per uno stage di sei mesi direttamente al tirocinante, così come un meccanismo gestionale che faciliti l’incontro delle richiesta delle imprese e delle disponibilità delle persone.

4. Il quarto ed ultimo asse interviene sulla povertà estrema. Per motivare questo indispensabile intervento per la coesione sociale, basta ricordare che al Sud un cittadino su tre della popolazione ha sperimentato forme di grave deprivazione in uno degli ultimi due anni (uno su cinque nell’intero paese, Sud incluso). Il 12% dei meridionali è in permanente condizione di grave deprivazione. Con questa misura viene estesa a tutti i comuni del Mezzogiorno la sperimentazione della nuova carta acquisti per le famiglie in stato di indigenza estrema, già prevista per le maggiori città dell’intero paese.