La Riforma Fornero compie un anno: cosa è cambiato?

di Oriana Giraulo

Gi Group Academy presenta i dati della seconda indagine dell’Osservatorio Permanente sulla Legge n. 92/2012. (Oriana Giraulo)

lavoro Nei giorni scorsi sono stati presentati i dati della seconda indagine di monitoraggio dell’Osservatorio Permanente sulla Legge n. 92 del 2012, promosso in collaborazione con Gi Group e OD&M Consulting, per rilevare l’efficacia delle azioni concrete messe in atto dalle aziende a seguito della sua ufficiale approvazione.

Cosa è cambiato nel comportamento delle imprese? Nulla, secondo l’indagine!

Dalla sua entrata in vigore la Riforma Fornero ha subito fatto registrare un’immediata riduzione dei contratti a progetto, un aumento dei contratti a tempo indeterminato e dei contratti di apprendistato, effetti che sono stati annullati ad un anno della Riforma.

Infatti, dalla seconda rilevazione avvenuta nel mese di giugno dall’Osservatorio Permanente sulla Riforma del Mercato del Lavoro su di un campione di 351 aziende è emerso che la maggior parte delle imprese non ha apportato alcun cambiamento rispetto alle aree verso le quali si poteva esercitare un impatto positivo. Diminuiscono gli stage ed i contratti di collaborazione a progetto: solo il 23,4% delle aziende intervistate  sostiene di aver compiuto delle trasformazioni di contratti non a tempo indeterminato e solo il 56% di aver gestito almeno un inserimento nel I semestre 2013, percentuale questa più bassa rispetto al periodo 2012.

Analizzando i risultati per cluster si rileva che, ad un anno dall’entrata in vigore della legge, meno della metà delle aziende ha assunto giovani fra i 15 ed i 29 anni mentre restano non gestiti i lavoratori maturi che vengono maggiormente impiegati per affiancare quelli più giovani.

Altro oggetto della rilevazione sono stati gli ammortizzatori sociali e anche qui la situazione non cambia.

La ricerca indica che prima della Riforma il 2% delle aziende intervistate aveva impiegato l’outplacement percentuale che non è mutata a un anno dalla sua entrata in vigore. Dato ancora più allarmante risulta dal fatto che quasi la metà delle aziende non conosce questa tipologia di strumenti sintomo di una comunicazione limitata e poco efficiente.

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