Un sondaggio accende i riflettori sulla depressione dei giovani inglesi senza lavoro

di Francesco Maria Balzano

 

facebook-e-causa-di-depressione-tra-i-giovaniUno studio condotto dalle associazioni britanniche che lavorano con i giovani ha riscontrato un rapporto sempre crescente tra disoccupazione giovanile e depressione (Francesco Maria Balzano).

 

Sebbene quest'ultima si manifesti nell'individuo in tutte le età e per i motivi più disparati, lo studio condotto dagli inglesi su circa 57 mila abitanti europei ha tracciato l’identikit di chi oggi è più colpito da questa malattia evidenziando che in Inghilterra a soffrire di depressione sono soprattutto i giovani ed i disoccupati, molto spesso di sesso femminile. Secondo l’indagine una mancanza di lavoro con conseguente perdita di appeal sociale porta progressivamente l’individuo all’autocommiserazione, presupposto della depressione.Secondo il sondaggio condotto da YouGov sarebbero 750mila i giovani inglesi tra i 16 e i 25 anni a vivere questa dimensione di disperazione

Ma la disoccupazione è un male che colpisce non solo i giovani che non trovano lavoro, ma anche chi un lavoro ce l’ha.
La paura di perdere il posto di lavoro è cosa comune tra i giovani neo assunti e, secondo uno studio finlandese, anche chi lavora più di 10 ore al giorno raddoppia le sue probabilità di soffrire di depressione. Lo stesso studio ha evidenziato come anche in questo caso come il sesso debole sia più a rischio visti gli impegni anche tra le mura domestiche. Un cocktail decisamente pericoloso quello della preoccupazione per il rischio di perdere il proprio lavoro e della gestione della vita familiare.

Poi ci sono quelle storie che non si vorrebbe mai leggere. Come quella di Stefano Mardezzu, un non più giovane quarantasettenne che dopo aver lavorato per anni in un’azienda si è ritrovato da un giorno all’altro in cassa integrazione e quindi costretto a ritornare a casa dai genitori. “E’ umiliante, confessa, perchè sono ormai grande, ma l’alternativa è la strada. Faccio piccoli lavoretti per computer, guadagno circa 250 euro al mese. Non mi sento più una persona. Sono più un appendice dei miei genitori” racconta Stefano a ilfattoquotidiano.it.