Intervista ad Edoardo Patriarca: sconfiggere la cultura contro la sussidiarietà

di Francesco Gentile

Inizia il 2014, che anno sarà per il Terzo Settore tra crisi, distanza della politica e nuove povertà? Lo chiediamo a Edoardo Patriarca, già Presidente del CNV e del Forum del Terzo Settore, ora deputato PD. (Francesco E. Gentile)

patriarca Edoardo Patriarca, parlamentare PD, già Forum del Terzo Settore e Presidente del Consiglio Nazionale del Volontariato. A lui abbiamo chiesto di commentare le ultime notizie sul Terzo Settore, partendo da una riflessione dei giorni scorsi del Prof. Zamagni.

Il Prof. Zamagni ha lanciato l’allarme sulla disattenzione della Politica verso il Terzo Settore. Lei ora è, come si suol dire, dall’altra parte della barricata. Che ne pensa delle parole di Zamagni?
Condivido e non potrebbe essere altrimenti. Ma forse più che lanciare allarmi converrà riflettere sul perchè di questa disattenzione. L'Agenzia per il Terzo Settore presieduta dallo stesso Zamagni questi allarmi li ha lanciati quotidianamente per 5 lunghi anni di azione senza sortire alcun risultato. Eppure i due leaders storici,  Letta e Lupi, dell' Intergruppo della Sussidiarietà oggi sono rispettivamente Presidente del Consiglio e ministro. Forse occorrerà  ridisegnare un diverso rapporto con la politica, forse abbiamo bisogno di rappresentanze meno imbalsamate, forse abbiamo bisogno di un Terzo Settore che sa comunicare e costruire opinione pubblica. E’ passato solo un anno di legislatura, non quella che molti di noi avrebbero sperato, ma continuo ad essere fiducioso e ottimista. Intatta la voglia di combattere.

Da più parti si grida allo scandalo in merito alle nuove norme sul finanziamento pubblico ai partiti soprattutto rispetto alle detrazioni fino al 37 per cento mentre per il volontariato è previsto solo il 24% Quale è la sua posizione? 
E’  bene che i partiti si facciano finanziare liberamente dai cittadini che li sostengono. La proposta è irricevibile sul fronte delle agevolazioni,  ben più ampie per i partiti rispetto a quelle concesse al terzo settore. Si tratta solo di renderle omogenee al ribasso o al rialzo, decidano.

Inizia il 2014, ennesimo anno di crisi. Il Terzo settore è pronto, con tutte le difficoltà del caso, a svolgere la sua funzione, storica, di collante sociale e di sostegno? 
Il Terzo Settore è già  sul campo, più che mai. Lo confermano i dati Istat e tutte le rilevazioni sul contrasto alla povertà  e sulla occupazione nelle imprese sociali. La crisi è l'occasione unica e irripetibile - sembra un paradosso terribile- per cambiare e per coinvolgere coraggiosamente il Terzo Settore. Segnali forti dal Governo e dal Parlamento, e capacità di innovazione "dirompente" del Terzo Settore.

Su quali temi, secondo lei, si gioca il futuro del Terzo Settore Italiano?
In questi anni sono diventato un "realista" determinato. Utilizzo la metafora degli artificieri che per abbattere un palazzo scelgono pochi punti giusti per piazzare la dinamite. Ecco quali sono i punti dove piazzare la "dinamite" per far crollare questa cultura contro la sussidiarietà? 5 per mille e riforma fiscale sulle donazioni, riforma della legge sulla impresa sociale.