Lavoro, il 34% dei giovani italiani in 2 anni è emigrato all’estero in cerca di fortuna

di Ciro Antignani


Basta fare appello ai diversi cambi di residenza sul territorio italiano per venire a conoscenza dei dati scoraggianti. La fascia di età protagonista di questa “fuga di cervelli”, e non solo, riguarda i cittadini dai 18 ai 39 anni e soprattutto i residenti nelle grandi città, specie Milano. Seguono a ruota Roma, Palermo e Napoli. Bolzano, Imperia, Trieste e Pavia, hanno registrato invece il maggior numero di cambi di residenza in proporzione al numero di abitanti. (Redazione)

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Secondo i dati forniti dall’Istat, infatti, sono circa 90mila i cittadini italiani che, nel corso del 2014, in risposta alla mancanza di lavoro nel Belpaese o insoddisfatti delle proposte avute, si sono trasferiti oltre confine. Un dato sconsolante, se si pensa che sono il 12,7% in più rispetto al 2012.

 

Le principali mete di destinazione sono state, oltre al Regno Unito - in particolar modo Londra - Germania, Svizzera, Francia e Stati Uniti, e la metropoli che ha “perso” il minor numero di residenti è stata Milano con 451 unità che hanno preparato le valigie negli ultimi due anni, seguite in ordine crescente da Napoli (757 unità) Palermo e Roma con 829 connazionali partiti.

Sono stati gli uomini, il 56% della popolazione, prevalentemente uomini non sposati, e maggiormente residente al nord Italia, a lasciare la penisola. Quest’ultimi hanno visto soprattutto in Germania, la loro ancora di salvezza.

Un fenomeno molto discusso in campo sociologico, ma ancora assente nel dibattito politico, che comporta anche un dispendio di risorse statali, se si pensa agli investimenti nel sistema educativo italiano, al fine di formare i giovani che entreranno nel mondo del lavoro, ma che porteranno il loro saper oltre confine.